sabato 10 dicembre 2016

Brevi note sull’introduzione dei CCF

Un argomento di discussione ricorrente è la “meccanica procedurale” con cui dovrà avvenire l’introduzione dei Certificati di Credito Fiscale / Moneta Fiscale. Estendendo una mia risposta ad alcuni quesiti formulati, tra gli altri, da Mauro Poggi, mi sembra opportuno sottolineare quanto segue.

PRIMO, Moneta Fiscale e CCF sono perfettamente compatibili con i trattati che regolano il funzionamento dell’Eurosistema e non richiedono nessuna autorizzazione da parte di organi o istituzioni non nazionali. Il parlamento è in grado di introdurli approvando una legge ordinaria, oppure il governo può agire mediante un decreto legge.

SECONDO, l’introduzione dei CCF può avvenire nel giro di pochissime settimane. Si tratta né più né meno che di una nuova categoria di titoli di Stato (anche se non sono titoli di debito, ma diritti a sconti fiscali futuri). Ogni settimana vengono introdotte, e immediatamente quotate sulle piattaforme informatiche di negoziazione, nuove categorie o nuove scadenze di BOT, CCT, BTP, CTZ, BTP indicizzati. Identici meccanismi si applicheranno ai CCF.

TERZO, i CCF vengono assegnati gratuitamente: non esiste quindi la necessità di effettuare attività di premarketing e collocamento (al contrario di quando si mette sul mercato un nuovo tipo o una nuova scadenza di titolo di Stato offerto in sottoscrizione, cioè venduto in cambio di euro: vedi per esempio, recentemente, il BTP con scadenza a 50 anni).

QUARTO, non sono neanche necessarie attività di comunicazione preliminare al pubblico particolarmente lunghe o complesse. Chi riceverà i CCF constaterà immediatamente che hanno valore, e potrà quantificarlo sulla base di quotazioni di mercato leggibili in tempo reale. L’utilizzo come riserva di valore e anche come intermediario di scambio prenderà piede con grande rapidità: in effetti, sostanzialmente, in modo immediato.


Nessun commento:

Posta un commento