venerdì 9 marzo 2018

Moneta Fiscale: la crisi di nervi dell'establishment


Interessanti considerazioni di Wolfgang Munchau (primo articolo tra quelli pubblicati in data 6.3.2018, qui):

“La nostra lettura del dibattito economico in Italia è che esiste un crescente supporto tra gli economisti radicali – quelli che sostengono M5S e Lega – a favore di un regime di moneta parallela, del tipo che Tsipras ha respinto per la Grecia. Prenderebbe la forma di titoli al portatore, emessi dal governo, utilizzabili per liquidare obbligazioni d’imposta. Questi strumenti sarebbero immediatamente accettati come equivalenti della moneta”.

E poco sopra:

“Il vero pericolo di un governo populista in Italia, condotto da partiti che in varie occasioni hanno dato priorità a ipotesi di uscita dall’euro, non è che in effetti attuerebbero questi programmi. Il pericolo è che le loro politiche produrrebbero questo risultato di nascosto”.

Bene, ho trovato una definizione con la quale etichettarmi. Siccome sviluppo e promuovo da anni il progetto CCF – insieme, appunto, a una crescente schiera di studiosi e ricercatori – secondo Munchau posso essere definito un “economista radicale”. A dire il vero io mi ritengo solo una persona che argomenta e propone cose che gli appaiono minimamente sensate. E in quale senso siano proposte “radicali”, mi sfugge.

Ma il punto è un altro. L’establishment europeista è terrorizzato dalla Moneta Fiscale non perché teme che non funzionerebbe (i tentativi di argomentare il contrario oscillano tra il risibile e il tragicomico).

L’establishment è terrorizzato perché vede la Moneta Fiscale come un ponte verso la rottura dell’euro.

E’ così difficile – mi chiedo – spiegare che se le disfunzioni dell’eurosistema vengono risolte, forzare il breakup non è più sensato né utile per nessuno ? Anche perché le difficoltà tecniche, operative e politiche di attuarlo resterebbero notevolissime, per quanto attenuate dal fatto che una forma di moneta nazionale sta già circolando.

Tra i vari punti problematici, cito solo le turbolenze di mercato, la necessità di procedere in segretezza, i problemi giuridici connessi alla ridefinizione dei contratti, la difficoltà di assemblare la necessaria maggioranza parlamentare.

D’altra parte, l’unico modo per rendere stabile nel tempo un sistema di governance economico-monetaria è risolverne le inefficienze. E le inefficienze dell’eurosistema sono spaventose e stanno producendo, in particolare al nostro paese, danni di dimensione ciclopica.

Nessuno si sveglia la mattina pensando a come modificare il sistema monetario e la connessa governance dell’economia – se il sistema funziona in modo normale e accettabile.

La moneta è come l’aria. Te ne accorgi solo quando manca, o quando è viziata al limite dell’irrespirabile.

Ma se il sistema è “viziato ai limite dell’irrespirabile” – e oggi lo è – pensare di andare avanti senza modificarlo (e senza idee chiare e corrette sul come) è peggio che irresponsabile. E’ folle.

6 commenti:

  1. "L’establishment è terrorizzato perché vede la Moneta Fiscale come un ponte verso la rottura dell’euro".

    E non solo...aggiungerei che la Moneta Fiscale potrebbe rappresentare anche la scialuppa di salvataggio da utilizzare per non affondare nei flutti causati dallo shock di un eventuale e precipitosa uscita dalla moneta unica.

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    1. Certo, è vero anche questo. Ma l'"uscita precipitosa" avverrà solo se UE / BCE agiscono in modo suicida e forzano le cose in quella direzione.

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  2. Ma secondo lei professore l'establishment vuole far saltare questo sistema o cercherà in tutti i modi di prolungarlo? Io propenderei per la seconda.. che mi terrorizza ancora di più sinceramente.

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    1. Di sicuro non si rassegna al fatto che è insostenibile. Perché chi fa parte dell'establishment se ne avvantaggia sul piano personale, e anche quando ne capisce l'assurdità (del sistema), quasi mai ha l'onesta intellettuale di ammettere che per anni ha difeso e sostenuto un mare di menzogne...

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  3. Ragionamento più che logico.

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  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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