mercoledì 28 marzo 2018

Moneta Fiscale: la soluzione degli europroblemi italiani


Biagio Bossone / Marco Cattaneo / Massimo Costa / Stefano Sylos Labini

I notevoli risultati conseguiti da partiti euroscettici quali M5S e Lega nelle recenti elezioni italiane sono stati attribuiti allo scadente andamento dell’economia (vedi ad esempio questo recente articolo di Martin Wolf sul Financial Times).

Effettivamente, è così. A prezzi costanti, il PIL italiano 2017 è stato inferiore di 100 miliardi di euro rispetto al 2007 – un decremento del 5,5% ! Nel medesimo periodo, le esportazioni sono aumentate del 7,8% - non una prestazione stellare in dieci anni, ma comunque una chiara indicazione che la causa principale è la carenza di domanda interna. Se il PIL italiano fosse cresciuto allo stesso ritmo delle importazioni, oggi sarebbe più elevato del 14% - ovvero 241 miliardi di euro.

Queste situazione genera un tasso di disoccupazione U-6 (che prende in considerazione anche gli scoraggiati nonché i lavoratori involontariamente part-time) del 30% circa. E’ fuori discussione che esista un enorme output gap.

L’economia italiana sicuramente soffre anche di altri problemi. La crescita della produttività è irrisoria da vent’anni a questa parte. Ma di nuovo, almeno in parte questo nasce dalla depressione della domanda. In termini reali, gli investimenti sono stati inferiori del 18,5% nel 2017 rispetto al 2007. La bassa domanda del settore privato, le restrizioni alla spesa pubblica, e il basso impiego della capacità produttiva esistente producono effetti negativi e perduranti su investimenti e produttività.

Dato che le regole fiscali impediscono di reflazionare la domanda emettendo debito, e poiché la politica monetaria non può diventare più accomodante di quanto sia già oggi, è necessario uno strumento alternativo. La Moneta Fiscale è lo strumento necessario.

La nostra proposta è che il governo emetta titoli trasferibili e negoziabili, che i possessori potranno usare, a partire da due anni dopo l’emissione, per conseguire sconti fiscali. Questi titoli avranno immediatamente valore in quanto incorporano diritti certi a risparmi d’imposta futuri, e potranno essere immediatamente scambiati contro euro o utilizzati come strumenti di pagamento (in parallelo all’euro) per acquistare beni e servizi.

La Moneta Fiscale verrebbe assegnata, senza corrispettivo, per integrare i redditi dei lavoratori, finanziare investimenti pubblici e programmi di spesa sociale, e ridurre il cuneo fiscale sul lavoro in favore delle aziende. Queste assegnazioni incrementerebbero la domanda interna e (replicando gli effetti di una svalutazione del cambio) migliorerebbero la competitività delle aziende. L’output gap verrebbe colmato senza peggiorare i saldi commerciali esteri del paese.

Va notato che in base ai principi contabili internazionali, questi titoli fiscali non costituirebbero debito, in quanto l’emittente non assumerebbe alcun obbligo di rimborsarli in euro. Sulla base delle regole Eurostat, quindi, verrebbero trattati come “non-payable deferred tax assets” e non avrebbero impatti sui conti pubblici fino al loro utilizzo per conseguire sconti fiscali (cioè due anni dopo l’emissione, quando produzione e gettito avranno recuperato).

Sulla base di ipotesi molto prudenziali (moltiplicatore fiscale di 1 e ripresa degli investimenti privati in misura tale da recuperare metà della caduta rispetto al 2007) l’incremento del PIL produrrebbe gettito fiscale incrementale sufficiente a compensare gli sconti fiscali. Questi ultimi raggiungerebbero un massimo di 100 miliardi annui, che si confronta con oltre 800 di entrate totali del settore pubblico italiano. Il rapporto di copertura (cioè le entrate pubbliche lorde divise per gli sconti fiscali che diventano utilizzabili ogni anno) sarebbe più che sufficiente per gestire eventuali ammanchi dovuti a future recessioni.

Abbiamo trovato la pietra filosofale ? certamente no: in un’economia con un forte sottoutilizzo delle risorse produttive il moltiplicatore opera prevalentemente sulla produzione e solo marginalmente sui prezzi. E se le dispersioni esterne sono sotto controllo (come consentito dal miglioramento di competitività) l’effetto moltiplicativo è ai massimi. La Moneta Fiscale mobilita risorse inutilizzate, accelera gli investimenti e spinge le banche a far ripartire il credito.

Attivando un programma di Moneta Fiscale, l’Italia risolverebbe il suo problema di output gap senza chiedere nulla a nessuno. Non sarebbero necessarie revisioni dei trattati né trasferimenti finanziari. Il debito pubblico smetterebbe di incrementarsi e inizierebbe a declinare in percentuale del PIL, realizzando così gli obiettivi del Fiscal Compact. Le finanze pubbliche sarebbero sostenibili purché la BCE confermi il “whatever it takes” – impegno che non avrebbe motivo di rinnegare, data la stabilizzazione del debito italiano.

Se l’Italia peggiorasse in futuro la sua disciplina fiscale ed emettesse un eccesso di Moneta Fiscale, solo i riceventi ne verrebbero danneggiati: il valore dello strumento scenderebbe ma senza impatti sull’euro e senza che si creino rischi di default. In ogni caso, l’ampiezza del rapporto di copertura rende questo scenario del tutto improbabile. Inoltre, è corretto ricordare che l’incapacità italiana di controllare le finanze pubbliche è un mito. Tra il 1998 e il 2017, l’Italia è stato l’unico paese dell’Eurozona a non conseguire mai deficit primari di bilancio pubblico salvo che nel 2009. Casomai l’Italia ha sofferto di un eccesso di contenimento dei deficit pubblici e, di conseguenza, di una pesante caduta della produzione.

Una forte ripresa dell’economia italiana (e verosimilmente di altri paesi meridionali dell’Eurozona, che potrebbero replicare lo schema Moneta Fiscale) è una precondizione indispensabile per la cooperazione efficace ed armoniosa delle economie europee. La Moneta Fiscale è lo strumento appropriato per rendere raggiungibile questo obiettivo.


4 commenti:

  1. Io pur essendo keynesiano sono d'accordo per la neoliberista Flat Tax ..magari congegnata in modo tale che non sfavorisca le classi con redditi bassi (favorirà sempre i ricchi...perché è insito nella natura della flat tax...) che so esentando del tutto i redditi bassissisimi e temperandola nei passaggi da bassi a medi e da medi ad alti ...
    però c'è poi il vantaggio che liberà gli imprenditori con la semplificazione burocratica...che le aziende non delocalizzano più e che magari rientrano anche tante delocalizzate...e tutti avremo più soldi in tasca da spendere e le classi basse e medie probabilmente o comunque tendenzialmente li spenderanno tutti o quasi tutti (quindi quel tot di soldi "in tasca" dovuti alla Flat Tax al netto del "buco " di gettito che creeranno ...avranno un effetto moltiplicatore keynesiano suppongo ). Non penso che ci siano alternative alla flat tax per risolvere in breve tempo la pressione fiscale che ci sta soffocando ( al "buco" di gettito ci penseremo dopo ). Questo per accontentare l'esigenze della Lega e del nord imprenditoriale . Per il sud con troppi disoccupati il Reddito di Cittadinanza (ma utile anche al nord con tanti disoccupati ) ...sia nella Flat Tax che nel Reddito di Cittadinanza (entrambi di natura neoliberista il primo elaborato da Friedman e il secondo teorizzato da Hayek ) ci sono aspetti negativi e positivi ....entrambi gestiti da Keynesiani potrebbero essere architettati in modo costruttivo (io non vedo soluzioni immediate alla pressione fiscale assurda attuale e non vedo altrettante soluzione immediate a milioni di disperati che non trovano più lavoro ma devono vivere ) ...per cui vanno fatti entrambi..e sta Lega con questo M5s devono trovare il modo di allearsi. Hanno anche obiettivi in comune: La funzione della Cassa Depositi e Prestiti ..(la Banca d'Italia è un colabrodo in mano e sotto il controllo estero ) ..il separare le banche da funzione pubblica da quelle a funzione speculativa ripristinando la legge del 36 abolita con la Banca Universale di Amato et etc

    Il tutto condito dai Mini Bot....
    Ma dico il Reddito di Cittadinanza (che io trovo socialmente dannoso e diseducativo...ma forse nel momento attuale non se ne può far a meno: ci son troppi disperati che non sanno come vivere e non saranno facilmente reintegrati "a breve" ..quelli over 45 secondo me manco nel lungo periodo: e che facciamo ci teniamo un esercito di disperati che della vita non sanno più che farsene ? sarebbero maggiori i danni per la società della spesa per il RdC. Dicevo: ma il Reddito di Cittadinanza non si potrebbe retribuire metà in euro e meta in mini bot ? per incidere di meno nel costo complessivo in euro.

    Se poi dalle parti "Lega " si decidessero magari a considerar l'ipotesi mix Mini Bot+ CCF ...ecco...non sarebbe affatto male.

    (ho sentito una trasmissione in you tube..ove Borghi diceva di aver elaborato i Mini Bot studiando elaborate da altri economisti similari e in particolare verbalmente cita proprio i CCF di Cattaneo...lo dice proprio...ecco...il caro Borghi dovrebbe far un passo avanti e prenderli in considerazione distintamente ma iniettati in contemporanea ...perché uno completa l'altro. Se poi usciamo sarà quella l'arma per difenderci e proteggerci nel "passaggio". Saluti.

    Anche i profani come me capiscono che i Mini Bot sono non utili ma utilissimi ma non sono SUFFICENTI....bisogna insistere (magari più in la ) con Borghi nel dialogo...perché capiscano che è venuto il tempo di introdurre qualcosa in più oltre agli ottimi Mini Bot. I CCF......

    Tra persone di buona volontà ci si deve capire. Per il bene di tutti.

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    1. La Flat Tax la preferirei, come dicevo poco tempo fa, "non tanto flat": basta una doppia aliquota (ma ben spaziata) per fare in modo che il vantaggio vada soprattutto ai ceti sociali disagiati (che riattiverebbero la domanda in modo molto più veloce, avendo maggiori esigenze di spesa).

      Il Reddito di Cittadinanza parzialmente erogato in Moneta Fiscale sicuramente è fattibile (non in Minibot tuttavia perché i Minibot sarebbero da assegnare a fronte di crediti già esistenti, nella proposta attuale di Borghi.

      Con Borghi comunque il punto d'intesa si trova senza problemi, è una persona molto competente e molto di buon senso.

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    2. E (dimenticavo) per aumentare la competitività delle imprese che producono in Italia, bloccare le delocalizzazioni e indurre a rilocalizzare (qui), molto più efficace della flat tax è emettere CCF destinati (in parte) a ridurre il cuneo fiscale a vantaggio delle aziende.

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  2. Ai lavoratori con un meccanismo a scaglioni che privilegi fortemente i segmenti di reddito inferiori, ai ceti sociali disagiati in genere, e alle aziende in funzione dei costi di lavoro sostenuti (quindi riducendo il cuneo fiscale effettivo).

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