giovedì 2 giugno 2022

Moneta debole non vuol dire giocare in serie B

 

Uno dei commenti più curiosi che sento (ancora oggi) formulare in merito all’eventualità che l’Italia torni alla lira, o più esattamente che torni ad emettere la sua moneta nazionale, è che significherebbe “accettare di essere un paese di serie B che riesce a competere solo svalutando il cambio”.

Beh, notizia: al mondo esistono una duecentina di paesi, dotati della propria moneta nazionale. Salvo rare eccezioni (la Svizzera per esempio, ma pochissimi altri) la loro moneta mediamente, negli ultimi decenni, ha avuto un trend di indebolimento rispetto a quella della Germania (dico Germania perché parlare di svalutazione in caso di rottura dell’euro vuol dire soprattutto parlare di nuova lira che si svaluta rispetto al nuovo marco).

Questa duecentina di paesi avrebbe dovuto sentirsi “di serie B” per il fatto di avere una moneta più debole di quella della Germania ?

Un paese non ha assolutamente nulla da guadagnare per il fatto di autoimporsi l’utilizzo di una moneta straniera, sopravvalutata per i fondamentali della propria economia.

Ha solo da perdere perché si spossessa delle leve di controllo della politica economica e fiscale, ed è forzata ad adottare misure procicliche nel momento meno opportuno.

Usare l’euro non vuol dire giocare in serie A. Vuol dire farsi imporre dall’esterno le regole del gioco. Con fortissime probabilità di perdere le partite.

L’abissale differenza di prestazioni dell’economia italiana prima e dopo l'euroaggancio lo dimostra in modo inequivocabile.

Detto questo, come noto ai lettori di questo blog io sostengo l’adozione della Moneta Fiscale, da far circolare non in sostituzione ma a fianco, e a integrazione, dell’euro, semplicemente perché le difficoltà politiche e tecniche della rottura dell’euro sono molto pesanti.

La Moneta Fiscale, emessa e gestita dallo stato italiano, è in grado di risolvere le disfunzioni dell’euro. Chi vi si oppone non ha capito i termini del problema. Oppure DESIDERA che l’asservimento dell’economia italiana a interessi esterni al paese, e nocivi per la grande maggioranza della sua popolazione, prosegua.

7 commenti:

  1. Alfredo Carli: Ma credo che prima o poi, si dovrà arrivare all'abbandono dell'euro. Visto che la storia delle unioni monetarie ha sempre dimostrato la loro stessa rottura. Sarà un processo naturale. Meglio arrivarci preparati.

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    1. La logica porta a dire questo, ma potrebbe succedere tra cinquant’anni.

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    2. Alfredo Carli: Per questo occorre prepararsi. La moneta fiscale è uno strumento per arrivare ad una completa sovranità monetaria.

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  2. Pensa che qualcuno proporrà di rendere trasmissibili fra imprese i crediti di imposta dei vari ecobonus, intesi come una vera e propria moneta elettronica, ora che gli stessi istituti di credito stanno rinunciando a "scontarli", creando grosse difficoltà al mercato?

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    1. Il progetto nasce proprio senza limitazioni alle cessioni e la finalità è appunto di tornare alla piena e libera circolazione, per beneficiare di tutto il suo potenziale. Le resistenze da superare sono quelle dell'establishment, che non desidera il recupero di spazi di autonomia da parte del paese.

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    2. Infatti, come ho scritto, è proprio ora che le imprese sono preoccupate per la situazione creatasi con le banche che la politica ne potrebbe approfittare per generare una soluzione del genere, con ampi benefici per tutta l'economia.

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    3. Le imprese stanno facendo pressione in quella direzione. La politica purtroppo è asservita ad altri interessi. Ma ci sono possibilità.

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