domenica 3 settembre 2023

Il non debito pubblico

 

Un passo enorme verso la soluzione di tanti problemi dell’economia consiste, o consisterebbe, nel far capire che il cosiddetto debito pubblico non è altro che una forma di emissione monetaria.

Lo Stato mette in circolazione potere d’acquisto nell’economia spendendo, e lo toglie tassando. Del tutto normale, in un’economia che cresce in termini reali e ancor di più nominali, è che la spesa dello Stato ecceda le tasse, quindi che esista un deficit pubblico. Perché in un’economia in crescita, il potere d’acquisto in circolazione deve aumentare: ed è proprio il deficit dello Stato la fonte principale, e più stabile, di questo incremento.

Normale è anche che ai risparmiatori venga offerta un’opportunità di investimento a basso rischio dei soldi che il deficit pubblico lascia in mano al settore privato.

Questa opportunità d’investimento è il cosiddetto debito pubblico. Un deposito del settore privato presso il Tesoro nazionale. Non qualcosa che lo Stato debba reperire presso i mercati finanziari, soggiacendo alle sue condizioni, alle sue logiche e (spesso) alle sue irrazionalità speculative.

Deficit e debito possono creare, in determinate situazioni, problemi di inflazione e di stabilità monetaria. Più esattamente, può crearli il loro eccesso. Ma possono anche essere un freno allo sviluppo dell’economia se sono troppo scarsi rispetto a quanto appropriato.

Completamente assurdo, sul piano tecnico, logico, economico, è che deficit e debito debbano essere calmierati non per problemi di stabilità monetaria, ma di solvibilità.

Che il settore pubblico possa avere problemi di solvibilità è la conseguenza di una menzogna, ovvero di un sistema costruito in modo disfunzionale. Come l’eurosistema.

 

4 commenti:

  1. Luca Pieroni: Insisti che fai bene anche se poi il mantra, approfittando del fatto che non tutti hanno contezza di macroeconomia cascano nella balla mediatica. Troppi pensano al debito pubblico come al loro mutuo che va ripianato e di fronte al numero grande si spaventano. Se invece di chiamarlo debito pubblico lo si chiamasse "esposizione finanziaria pubblica" forse il giochino come strumento di ricatto un poco si limiterebbe. Nessuno poi ribadisce che il famoso 3% è un valore fondato sul nulla, poteva essere 2 o 5 visto che lo hanno deciso pochi in una stanza senza un riferimento di ancoraggio. Però utile per brandire il ricatto.

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    1. Meglio ancora sarebbe chiamarlo "credito finanziario privato".

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  2. Purtroppo, la confusione tra debito pubblico e mutuo contratto da un privato è fatta anche da (almeno) un professore associato di economia e management. Temo quindi che il problema abbia radici molto profonde.

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