mercoledì 21 maggio 2025

Keynes e l’”encroachment of ideas”

 


“Sono sicuro che il potere degli interessi consolidati è grandemente sovrastimato rispetto alla graduale penetrazione delle idee”.

“Graduale penetrazione delle idee”. Questa è la traduzione corretta di “encroachment of ideas”. E così la pensava John Maynard Keynes. Ma ho il timore che fosse troppo ottimista.

In pratica, JMK riteneva che idee inizialmente, apparentemente, astratte e accademiche, possano nel tempo penetrare nella mentalità comune e nelle decisioni pratiche, spesso senza che la pubblica opinione e i decisori politici ne siano consapevoli.

Nella “Teoria Generale” il concetto è esplicitato nei termini seguenti:

“Le idee degli economisti e dei filosofi politici, sia quando sono giuste che quando sono sbagliate, sono più potenti di quanto comunemente si creda. In effetti, il mondo è governato da poco altro. Gli uomini pratici, che si credono del tutto esenti da qualsiasi influenza intellettuale, sono di solito schiavi di qualche economista defunto”.

Nel contesto del suo lavoro, Keynes quindi usava questo concetto per evidenziare come le sue stesse teorie economiche (e in particolare l’importanza dell’intervento statale per stimolare la domanda in periodi di crisi) potessero gradualmente sostituire il pensiero economico classico, e in particolare la fede nel laissez-faire e nelle capacità di autoregolazione del mercato.

L’”encroachment” quindi è (sarebbe) una trasformazione culturale e intellettuale che si consolida nel tempo.

Perché ho il timore che Keynes fosse troppo ottimista ?

Perché dopo una ventina d’anni di prove incontrovertibili che il mercato non si autoregola, che l’intervento anticiclico dei decisori politici è essenziale per risolvere le crisi, che il debito pubblico non impoverisce i paesi, che utilizzare una moneta non emessa dallo Stato è pericolosissimo…

…dopo una ventina d’anni di accumulo di queste prove, siamo ancora in preda a decisori politici che parlano della necessità di “consolidare le finanze pubbliche” e di “preservare l’indipendenza delle banche centrali”. Ed altre simili amenità.

E questo è difficile da spiegare se non con la constatazione che i poteri consolidati, i ”vested interests” hanno un potere tutt’altro che sovrastimato.


7 commenti:

  1. Tema da approfondire: JMK era in ultima analisi convinto della razionalità e della positività dell'essere umano. E in generale secondo me aveva anche ragione, ma trascurava la tendenza dei sociopatici a essere sovrarappresentati nelle posizioni di potere...

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    1. Ma alla lunga magari avrà ragione lui. Forse è questione di tempo. Secoli, non decenni.

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  2. Roberto Mariotti: Direi che in un certo senso aveva ragione Keynes.
    Nel senso che gli interessi consolidati, avendone la possibilità, producono una enormità di "idee" (ovvero false credenze e miti fuorvianti) che sono estremamente penetranti nelle menti semplici del volgo.

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  3. Paolo Billi: Io la vedo così: ci sono fasi storiche in cui gli interessi consolidati paiono inattaccabili.... e poi ci sono altre fasi storiche, in cui si generano le condizioni per un cambiamento radicale... a volte la storia prende accelerazioni improvvise ed apparentemente imprevedibili. Al tempo di Keynes c'era stata una guerra mondiale, e poi la crisi del '29. Al tempo stesso, c'erano masse di giovani pronti al cambiamento... non per nulla, i cambiamenti li fanno i "popoli giovani"...

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  4. Migliori 11 parametri zero secondo me oggi contrattualizzabili formazione
    Meret
    Alexander-Arnold Tah DeVrij Tagliafico
    De Bruyne Partey Pasalic
    Sanè Jonathan David Lacazette

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    1. La Juventus dovrebbe puntare su questi dopo fatto cassa sui 300 milioni vendendo I migliori che ne dice Cattaneo ??????

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    2. Meglio tenersi i giovani e farli crescere.

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