sabato 17 maggio 2014

Video del convegno su Debito Pubblico e Fiscal Compact

Tenuto a Milano, sabato 10 maggio scorso, e organizzato da Lista Civica Italiana: qui di seguito il mio intervento.
 
L'immagine è un po' ballerina, ma l'audio è buono e penso / spero anche i contenuti... prima parte (30 minuti)...
 
 
 
e qui la conclusione (altri sei minuti circa).
 
 
 
 
 
 

9 commenti:

  1. Ma la Grecia va in crisi già nel 2005, è prima dei subprime. Perché date la colpa ai subprime?

    RispondiElimina
  2. lei si accorge della crisi quando esplode cioè quando è finita e vede le macerie. ma quello non è l'inizio, è la fine. le norme di basilea passate inosservate nel 2004-5 erano già la dimostrazione che gli investimenti del centro europa verso la periferia non stavano rientrando. dal 100% nel 2004-05 il debito pil della grecia parte e non si ferma più. quello è l'inizio della crisi. nel 2009 è la fine della crisi col collasso economico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che i presupposti fossero in fase di formazione prima è fuori discussione. Ma il primo anno di netta divaricazione tra andamento PIL Grecia e resto eurozona è il 2010. Possiamo metterla così: la costruzione sbagliata dell'Eurozona aspettava un innesco per esplodere, e la crisi dei subprime è stata questo innesco.

      Elimina
  3. i subprime non sono l'innesco. è una balla raccontata in europa per dare la colpa alla solita america. il fatto che in europa si dia la colpa ai subprime (e non ai cds casomai discutibili seppure necessari) è la dimostrazione della doppia falsità.

    l'innesco è la fusione tra banche classiche e d'affari che l'europa accetta nel 2004 (come l'america nel 1999) ma solo a patto (purtroppo per le imprese europee) di mettere un grosso rubinetto al credito con basilea2. sono inneschi passati inosservati. e purtroppo proprio nel 2005 arriva la risposta "politica" che boccia la costituzione europea che avrebbe spianato la strada alla fusione del debito e agli eurobond. cioè avrebbe eliminato un punto critico in caso di crisi. un punto che ancora oggi non si riesce ad avere.




    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chiamiamola crisi immobiliare-finanziaria, e precisiamo (giustamente) che incubava in Europa e non solo negli USA. La conclusione non cambia.

      Elimina
  4. la deve chiamare crisi bancaria-statale. ovvero le banche e gli stati insieme affondano l'economia per trarne un beneficio colossale perché il piatto è il risparmio di una intera nazione e non il fatturato di una azienda quotata in borsa. ad arricchirsi infatti sono manager, politici e a rimanere fregati le imprese che chiudono o scappano.

    la prima vittima fu l'islanda che non c'entrava nulla coi subprime. ma mentre in america esiste un prestatore di ultima istanza, in europa a fare da prestatore sono i cittadini stessi. la conseguenza è un lungo periodo di rientro e di deflazione. cioè salteranno generazioni. i subprime non c'entrano un fico secco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche l'Islanda è stata vittima della crisi finanziaria, le sue banche hanno partecipato in modo molto euforico ai fenomeni di speculazione pre-2008... tamponare crisi del genere (sono d'accordo su questo) non è un dramma se si dispone del proprio strumento monetario (la cui gestione è appunto a cura, di norma, di una banca centrale "prestatore di ultima istanza").

      Elimina
    2. il prestatore di ultima istanza nei paesi socialisti esiste ed la parte di popolo che produce. purtroppo per essa. e le generazioni che devono essere elininate per fare posto alle successive. come per gli esodati. questo è il socialismo.

      Elimina