Giampaolo Galli, parlamentare
PD nella scorsa legislatura, europeista di ferro con tanto di bandiera UE nella
schermata di presentazione del suo twitter account, lo scorso 28 febbraio senza volerlo e senza accorgersene ha
pubblicato un fortissimo atto di accusa nei confronti dell’eurosistema.
L’ha fatto con
questo tweet: “Se fanno la manovra
correttiva la recessione si aggrava. Se fanno la manovra espansiva sale lo
spread per l’assenza di un progetto a medio termine per crescita e debito
pubblico e la recessione si aggrava lo stesso. Questo è l’orrendo pasticcio in
cui ci hanno cacciati”.
A suo parere, il
soggetto della frase “ci hanno cacciati” è il governo attualmente in carica. In realtà, è
la UE, nonché il sistema dei trattati che governano l’eurosistema.
E’ l’eurosistema,
infatti, che prescrive sempre e comunque leggi di bilancio con un’impostazione
restrittiva, anche a un paese come l’Italia che soffre da oltre dieci anni di
una pesantissima depressione da domanda.
E’ l’eurosistema
che sulla base di considerazioni totalmente cervellotiche e infondate ha il
coraggio di sostenere che l’Italia è vicina al pieno impiego delle sue risorse
produttive, quando invece soffre di gravissimi livelli di
disoccupazione e sottoccupazione.
E’ l’eurosistema
che pretende di imporre agli stati di finanziare i deficit di bilancio con
titoli emessi in una moneta fuori dal controllo degli stati stessi, soggetta
quindi a tensioni speculative potenzialmente distruttive.
Galli queste cose
le dovrebbe sapere, e implicitamente in qualche modo nel suo tweet le riconosce. Precisa infatti che
una manovra espansiva farebbe salire lo spread non in quanto in sé sbagliata in
questa situazione congiunturale, ma a causa dell’”assenza di un progetto a medio
termine per crescita e debito pubblico”.
Ma questa
affermazione è in contrasto con i comportamenti degli euroburocrati. Che non
hanno criticato la legge di bilancio italiana per l’assenza di un progetto di
crescita. Non hanno detto, ad esempio, “più deficit non ci va bene se usato per
reddito di cittadinanza e riduzione dell’età pensionabile, ma saremmo d’accordo
se finanziasse più investimenti e meno tasse alle imprese”.
Esiste, per loro,
solo il dogma che il deficit pubblico debba essere ridotto sempre e comunque, nonostante i catastrofici risultati che questa ricetta ha prodotto in Italia
soprattutto tra il 2011 e il 2013 – nel periodo, appunto, in cui i governi in
carica hanno agito con la massima osservanza delle ricette di Bruxelles.
E se dipendesse
solo da Bruxelles, queste ricette verrebbero riproposte pari pari. Con gli
applausi di Galli, ovviamente.
Domanda: è più recessivo un taglio alla spesa pubblica o un aumento della pressione fiscale? Grazie
RispondiEliminaDi solito un taglio alla spesa pubblica, perché va direttamente sul PIL senza essere "filtrato" dalla propensione marginale alla spesa.
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