lunedì 4 marzo 2019

Gli autogol di Giampaolo Galli


Giampaolo Galli, parlamentare PD nella scorsa legislatura, europeista di ferro con tanto di bandiera UE nella schermata di presentazione del suo twitter account, lo scorso 28 febbraio senza volerlo e senza accorgersene ha pubblicato un fortissimo atto di accusa nei confronti dell’eurosistema.

L’ha fatto con questo tweet: “Se fanno la manovra correttiva la recessione si aggrava. Se fanno la manovra espansiva sale lo spread per l’assenza di un progetto a medio termine per crescita e debito pubblico e la recessione si aggrava lo stesso. Questo è l’orrendo pasticcio in cui ci hanno cacciati”.

A suo parere, il soggetto della frase “ci hanno cacciati” è il governo attualmente in carica. In realtà, è la UE, nonché il sistema dei trattati che governano l’eurosistema.

E’ l’eurosistema, infatti, che prescrive sempre e comunque leggi di bilancio con un’impostazione restrittiva, anche a un paese come l’Italia che soffre da oltre dieci anni di una pesantissima depressione da domanda.

E’ l’eurosistema che sulla base di considerazioni totalmente cervellotiche e infondate ha il coraggio di sostenere che l’Italia è vicina al pieno impiego delle sue risorse produttive, quando invece soffre di gravissimi livelli di disoccupazione e sottoccupazione.

E’ l’eurosistema che pretende di imporre agli stati di finanziare i deficit di bilancio con titoli emessi in una moneta fuori dal controllo degli stati stessi, soggetta quindi a tensioni speculative potenzialmente distruttive.

Galli queste cose le dovrebbe sapere, e implicitamente in qualche modo nel suo tweet le riconosce. Precisa infatti che una manovra espansiva farebbe salire lo spread non in quanto in sé sbagliata in questa situazione congiunturale, ma a causa dell’”assenza di un progetto a medio termine per crescita e debito pubblico”.

Ma questa affermazione è in contrasto con i comportamenti degli euroburocrati. Che non hanno criticato la legge di bilancio italiana per l’assenza di un progetto di crescita. Non hanno detto, ad esempio, “più deficit non ci va bene se usato per reddito di cittadinanza e riduzione dell’età pensionabile, ma saremmo d’accordo se finanziasse più investimenti e meno tasse alle imprese”.

Esiste, per loro, solo il dogma che il deficit pubblico debba essere ridotto sempre e comunque, nonostante i catastrofici risultati che questa ricetta ha prodotto in Italia soprattutto tra il 2011 e il 2013 – nel periodo, appunto, in cui i governi in carica hanno agito con la massima osservanza delle ricette di Bruxelles.

E se dipendesse solo da Bruxelles, queste ricette verrebbero riproposte pari pari. Con gli applausi di Galli, ovviamente.


2 commenti:

  1. Domanda: è più recessivo un taglio alla spesa pubblica o un aumento della pressione fiscale? Grazie

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    1. Di solito un taglio alla spesa pubblica, perché va direttamente sul PIL senza essere "filtrato" dalla propensione marginale alla spesa.

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