Tra le (poche) argomentazioni con cui gli euroausterici cercano di difendere / giustificare la scellerata decisione italiana di entrare nell’euro, quella forse più gettonata è che l’euro “ci avrebbe forzati ad avviarci sulla strada giusta, a fare le riforme necessarie, a diventare finalmente seri”.
Ammesso che l’affermazione secondo la quale “eravamo sulla strada sbagliata” fosse corretta (non lo è) l’argomentazione si smonta da sola, e non è difficile spiegare perché.
Se ti infili una camicia di forza per “costringerti a fare le cose giuste” e dopo un quarto di secolo scopri che i risultati sono stati disastrosi, le spiegazioni possibili sono solo due.
O “le cose giuste” non le hai fatte, e quindi la camicia di forza non ha funzionato.
O “le cose giuste” le hai fatte.
Ma giuste non erano.
Antonello Climan: "Le cose vanno male perché ci vuole più Europa".
RispondiElimina"Agli altri funziona, perché a noi no? Il problema siamo noi".
Quando senti risposte è finito anche l'ultimo straccio di raziocinio. E sono tanti a fare una di queste affermazioni, anche perché per 15 anni sono passate nelle trasmissioni televisive.
"L'euro serve a diventare virtuosi ma funziona solo se si è virtuosi"... hanno le pigne in testa, veramente.
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