domenica 16 aprile 2023

L’”indispensabile” riforma MES ?

 

Un’affermazione ricorrente degli euroausterici – ultimamente sentita, tra gli altri, da Romano Prodi – è che la riforma MES deve essere approvata dall’Italia perché è l’unico paese dell’eurozona a non averlo fatto, quindi stiamo bloccando “una cosa ritenuta utile e necessaria dagli altri diciannove”.

A questo si può replicare che se proprio i 19 ci tengono tanto, nessuno impedisce loro di negoziare, approvare e ratificare un trattato con i medesimi contenuti, che escluda però l’Italia.

Non è nulla di inusitato. Il Fiscal Compact nel 2012 fu approvato da 25 paesi su 27: Regno Unito e Repubblica Ceca decisero di non sottoscriverlo.

Più la UE insiste sulla ratifica da parte dell’Italia, più argomenti fornisce a chi afferma che la riforma MES non è di nostro interesse, ma serve potenzialmente ad attivare meccanismi che saranno utili a qualcun altro e a qualcos’altro – e dannosi per noi.

E andando a vedere i contenuti della riforma, per la verità questo è molto più che un sospetto.

Quindi, cara UE e cari partner dell’eurozona, andate pure avanti (che a noi scappa da ridere). Andate avanti con un bel trattatone a 19.

 

2 commenti:

  1. Lidia Riboli: solo una domanda: nel 2012 il Fiscal Compact come il MES sono stati formulati come Trattati nuovi, anche se riprendevano temi già oggetto di altri Trattati, non può essere che in questo caso invece dal momento che si tratta di approvare una riforma che si riferisce a un Trattato già esistente, occorra l'unanimità?

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    1. Certo, ma nulla vieta di lasciare il trattato attuale com’è e di farne uno nuovo per le nuove funzioni che si vogliono introdurre.

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