sabato 22 marzo 2025

La lingua unica europea

 

Ieri mi sono visto un video in cui Paolo Mieli afferma che l’”Europa” (che poi sarebbe la UE) va sciolta e riformata “su basi completamente diverse”.

Una volta tanto un’affermazione su cui concordo con Mieli – per la prima metà.

Sulla seconda ovviamente non ho opinione perché quali mai sarebbero queste basi è tutto da scoprire. Potrebbe uscirne qualcosa di positivo, tutto può essere. Però rimane sempre da capire quale sia la necessità storica per la quale un’integrazione politica europea dovrebbe ineluttabilmente verificarsi: mai sentito nessuno spiegarlo in modo minimamente sensato.

Sempre Mieli comunque dice un’altra cosa che invece un senso ce l’ha di sicuro: per arrivare a un’integrazione continentale per prima cosa occorrerebbe unificare la lingua.

A livello di ipotesi, se si volesse andare in questa direzione ci sono almeno tre possibilità.

La prima è l’inglese. Però il Regno Unito dalla UE è uscito. E no, non ha intenzione di rientrarci.

La seconda è il latino. Questa è una proposta del mio amico Vincenzo Destasio, avvocato e giurista, docente all’università di Bergamo.

Proposta bizzarra ? molto meno di quanto può sembrare. Fino all’Ottocento la comunità scientifica internazionale comunicava in latino. E il latino ha il vantaggio di essere relativamente semplice da pronunciare (da apprendere, un po’ meno) per i popoli di lingua romanza. Meno per i tedeschi e per gli slavi, che però ad apprendere le lingue altrui sono più bravi.

Volete una proposta veramente originale ? il protoindoeuropeo. La lingua (ricostruita dagli specialisti) da cui derivano quasi tutte quelle utilizzate in Europa, in America, e anche in buona parte dell’Asia.

E in effetti tutte le lingue parlate nel continente sono indoeuropee. Beh quasi. Togliamo il finlandese, l’ungherese, l’estone, il basco e il maltese. Forse mi scordo qualcuno ?

Comunque se vogliamo andare sulla via della lingua unica, partendo adesso ci vogliono un paio di generazioni. Bisogna insegnarla ai bambini nelle scuole, e tra alcune decine d’anni ci siamo. Tutti parleranno la lingua comune come una lingua madre.

Ne vale la pena ? rimane da dimostrare.

2 commenti:

  1. Rossano Ferrazzano: È un'ipotesi giocosa, fatta tanto per riempire il sabato mattina, non sapendo proprio cos'altro fare, immagino.
    O forse ironica.

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