Si sta parlando
parecchio, in questi giorni, del neoeletto leader laburista inglese Jeremy
Corbyn.
Corbyn ha
conquistato la leadership del suo partito sulla base di una piattaforma
politica che segna un netto stacco rispetto al blairismo. Tony Blair ha
spostato decisamente a destra l’asse dei Labour, il che ha finito per rendere
le proposte del suo partito difficili da distinguere da quelle dei
Conservatori. E questo di recente non pare aver aiutato i Labour, a giudicare
dal cattivo risultato conseguito alle elezioni politiche del maggio scorso. I Conservatori
hanno rivinto non tanto, apparentemente, perché l’elettorato britannico fosse
particolarmente entusiasta di Cameron, ma perché i Labour non proponevano
(almeno riguardo all’economia) nulla di diverso, salvo un po’ di tasse in più.
La proposta più
innovativa, tra quelle di Corbyn, è lanciare il cosiddetto “Quantitative Easing
for the people”. Perché la Bank of England – è il presupposto della proposta –
stampa moneta per finanziare acquisti di titoli di stato che poi restano nel
circuito finanziario, invece di alimentare produzione e occupazione ? Non è
meglio utilizzare queste risorse per un programma di investimenti
infrastrutturali e rilanciare la crescita dell’economia ?
A chi segue
questo blog, la proposta non suonerà particolarmente innovativa. Emettere
moneta attiva espansione economica se, in presenza di risorse produttive
inutilizzate, le rimette al lavoro grazie all'incremento della domanda. Se gli acquisti di
titoli si limitano a calmierare i tassi d’interesse ma non ci sono azioni di
sostegno della domanda (mediante spesa pubblica, minori tasse o incentivi alla
spesa privata) non si producono effetti apprezzabili né sui prezzi né su
produzione e occupazione (mentre, se la domanda aumenta ma le risorse produttive
sono già sostanzialmente sature, l’espansione monetaria innesca inflazione, non
crescita reale).
Rispetto alla
drammatica, assurda situazione dell’Eurozona, il Regno Unito per la verità ha
agito in modo decisamente più favorevole alla crescita dell’economia. Ma il
trend di recupero rispetto alla crisi del 2008-2009 non è entusiasmante (lo
sembra solo se confrontato alle catastrofi che si registrano sul Continente).
Corbyn afferma che si può fare molto di più, e ha probabilmente ragione.
La proposta di
Corbyn sta incontrando critiche e resistenze, almeno in parte motivate con
considerazioni relativa al tema dell’indipendenza della Bank of England rispetto
al governo. Se Corbyn diventa primo ministro, può ordinare alla BoE di
finanziare un programma di investimenti pubblici ? Con ogni probabilità, allo
stato attuale, no. E se la BoE non collabora, il governo inglese finisce per
ritrovarsi – chi l’avrebbe mai detto – nella situazione degli stati
dell’Eurozona. Non può fare affidamento, in altri termini, su una Banca
Centrale che agisce in sintonia con il governo, ed è costretto ad adottare
politiche meno espansive di quanto sarebbe (a suo giudizio) opportuno.
Corbyn si trova
senza soluzioni, a questo punto ? Non necessariamente: può emettere Certificati di Credito Fiscale, e utilizzarli per finanziare il programma di investimenti.
Si verifica una
fattispecie in qui i CCF possono tornare utili a paesi che (al contrario degli
stati membri dell’Eurozona) emettono e gestiscono la loro moneta. Un caso
diverso l’avevo immaginato facendo riferimento agli USA: e ai tempi mi
sembrava un’ipotesi di scuola. Beh, non necessariamente.
Forse rimarrà
tutta accademia. Non è detto che Corbyn arrivi al governo, non è detto che
attui il “QE for the people”, non è detto (nel caso) che la BoE non collabori.
Però il dato di
fatto è che i CCF, la “moneta” fiscale, non confliggono con il monopolio delle
banche centrali nell’emissione di moneta legale, ma sono in grado di
“aggirarne” gli effetti.
Tutto questo, va
messo in conto, non susciterà gli entusiasmi delle banche centrali, né
dell’establishment finanziario in genere. Ma se ci si ostina a non sviluppare politiche di pieno impiego delle risorse produttive, altrimenti detto a non
risolvere il risolvibilissimo problema della disoccupazione di massa… le banche
centrali devono mettere in conto che la loro posizione di monopolio e di
indipendenza potrebbe essere messa molto seriamente in questione.
Caro Marco, essendo la Banca d'Inghilterra più "amichevole" verso il governo sarà più probabile l'attuazione del suo Q.E. popolare
RispondiEliminaQuesto è possibile, ma alcune voci critiche si stanno già facendo sentire...
Eliminanon si tratta di amichevolezza bensì di società di mercato inglese e non società di truffe come in italia.
EliminaPare che a organizzare truffe siano più bravi dalle parti di Wolfsburg...
Eliminainutile criticare la BoE o la BCE se perfino i greci sono a favore dell'euro e se in tutta europa sono le truffe pubbliche ad essere sotto accusa e il welfare socialista (che arricchisce alcuni fortunati escludendo gli altri) e non le banche centrali che il loro lavoro lo hanno fatto e forse pure troppo rallentando il processo di riforma
RispondiEliminaI greci sono a favore dell'euro ? tutto da dimostrare, il risultato del referendum tende a far pensare il contrario (e prima che lei dica che la domanda era un'altra, legga il post del 15.7.2015).
EliminaLa BCE con il suo QE ha fatto quello che si sapeva in partenza non essere minimamente sufficiente: stampare moneta che rimane nel circuito finanziario senza espandere la domanda di beni e servizi reali. Vedi, in questo caso, il post del 4.1.2015.
i greci hanno votato 3 volte a favore dell'euro e non eletto chi era contro. forse non leggete i giornali. volete una 4 votazione?
EliminaNo, vorrei che la crisi greca venisse risolta, e con le politiche "caldeggiate" dalla UE e accettate da Tsipras si può tranquillamente escluderlo, purtroppo...
Eliminatsipras firma tutto e rivince le elezioni e quindi come politico ha vinto. piaccia o non piaccia.
EliminaCome politico ha vinto, come statista è una catastrofe.
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