lunedì 4 novembre 2013

Diamo a Panebianco quello che è di Panebianco

Vabbè. Dopo l’articolo scalfariano di ieri, improntato non so dire se più al panico o più alla confusione (ammesso che si possa e che sia utile distinguerli) leggere quello odierno di Panebianco sul Corriere della Sera mi induce a un po’ di ottimismo.
 
Alcuni concetti di buon senso ci sono. Ad esempio.
 
“E’ inutile, e controproducente, continuare a spendere vuota retorica a favore di un’ipotesi di super Stato – gli Stati Uniti d’Europa – che probabilmente non nascerà mai e che, comunque, in questa fase storica, non interessa alla maggioranza degli europei.”
 
“Una soluzione confederale è compatibile con la moneta unica ? Forse sì e forse no. Ma chi vuole mettere in sicurezza l’euro (e bisognerebbe fare il possibile per metterlo in sicurezza) ha l’onere di individuare soluzioni realistiche, accettabili per i diversi Stati nazionali, rinunciando alle solite fughe in avanti, rinunciando a perorare l’idea di un impossibile Stato sovranazionale.”
 
Naturalmente “mettere in sicurezza l’euro” è un eufemismo. Qui si tratta di disinnescare una bomba evitando di farla esplodere.
 
Per il resto, ripeto, si tratta di elementare buon senso. Ma leggere queste cose su un quotidiano fin qui pilastro del dogmatismo europeistoide, è molto significativo.

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