sabato 24 febbraio 2018

Padoan e la doppia circolazione monetaria

Curiosa uscita del ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, un paio di giorni fa a Siena. Commentando la proposta Minibot di Claudio Borghi della Lega, ha dichiarato che si tratterebbe di “un’ipotesi di circolazione monetaria parallela e l’esperienza storica ci dice che, in questi casi, un paese che adotta la doppia circolazione monetaria peggiora drasticamente le proprie finanze pubbliche, la possibilità di crescita e stabilizzazione”.

Se non altro, Padoan non si è esposto a figure barbine dichiarando che gli strumenti fiscali paralleli – quali sono i Minibot, così come i CCF - sono illegali, o che sono debito pubblico aggiuntivo (riguardo a quest’ultimo punto, nell’arrampicata sugli specchi senza ventose si è invece cimentata, ahilei, Bankitalia).

Resta il fatto che la dichiarazione di Padoan è priva di qualsiasi fondatezza economica. Certamente, un paese può effettuare una politica economica sbagliata, inflazionando all’eccesso la propria economia o, al contrario, facendo venir meno la circolazione di potere d’acquisto necessaria per ottenere adeguati livelli di occupazione.

Ma politiche macroeconomiche scorrette non sono un problema di singola o di doppia circolazione, bensì di ben precise scelte politiche.

L’eurosistema oggi è impostato sulla base di un sistema di vincoli che impedisce a vari paesi, e in particolare all’Italia, di uscire da una gravissima situazione di depressione della domanda che dura ormai da dieci anni.

Con il Fiscal Compact, l’Italia ha assunto l’impegno a bloccare la crescita del debito pubblico da rimborsare in euro. E del resto è assolutamente auspicabile che quel debito smetta di incrementarsi, perché non essendo il nostro paese emittente della moneta di denominazione, il debito da rimborsare in euro comporta un rischio molto grave.

Ma estremamente necessario, dall’altro lato, è anche immettere potere d’acquisto nell’economia. Se non si può / vuole farlo emettendo euro, o debito da rimborsare in euro, la soluzione logica e coerente è proprio introdurre uno strumento nazionale su cui l’Italia non potrà mai essere costretta al default. I Minibot hanno questa caratteristica, come l’hanno i CCF. La via adeguata da percorrere richiede appunto strumenti di questo tipo – che possono anche essere combinati e rafforzarsi vicendevolmente.

Ogni tanto si legge che lo strumento fiscale parallelo potrebbe essere interpretato come un ponte verso la rottura dell’euro. Ma se la preoccupazione di Padoan è questa, il ministro dovrebbe anche avere in mente che i rischi di rottura sono già oggi assolutamente presenti.

Anzi: le proposte di riforma della governance dell’Eurosistema aumentano – a giudizio di due europeisti convinti come Marcello Messori e Stefano Micossi, e di molti altri – il rischio di “ridenominazione”. Di rottura dell’euro, in altri termini. E un Weidmann alla guida della BCE – evento il cui verificarsi, a novembre 2019, è molto probabile – lascia aperti molti dubbi in merito alla conferma del “whatever it takes” di Draghi.

Padoan, e in generale il governo in carica, su questi temi – di enorme criticità – si fanno notare per il loro fragoroso silenzio.

Il sistema è instabile oggi. CCF e/o Minibot non sono “attivatori di instabilità”. Sono proposte che con grande senso di responsabilità vengono messe sul tavolo per risolvere le gravissime disfunzioni dell’eurosistema odierno. O per agevolare la transizione se alla rottura si arrivasse in conseguenze di decisioni prese fuori dal nostro paese.


8 commenti:

  1. Non si può e non si deve aumentare il potere d'acquisto in quanto andrebbe contro le politiche della Ue : devono distruggere la domanda interna ,lo ha dichiarato anche Monti in una delle sue interviste dove spiegava il modo perverso in cui i poteri finanziari sovranazionali si impadroniscono degli stati inducendoli alle cessioni di sovranità.Qualsiasi chiacchiera a riguardo "aumento della moneta in circolazione" rimane solo chiacchiera ,a meno che non si esca dal lager di sterminio europeo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il modo più efficace di uscirne è appunto l’introduzione di uno strumento fiscale nazionale, che anche senza essere moneta legale rida’ allo stato le necessarie leve di politica economica.

      Elimina
  2. Dott Cattaneo ma secondo lei se B introducesse il ccf smetterebbe di essere ricattabile dai mercati finanziari come successo 7 anni fa con l'attacco alle sue azioni in borsa ? Perchè la chiave di volta per introdurre ccf e minibot è tutta lì. Finchè B è ricattabile da Ue e finanza non se ne esce dato che nessuno arriva al 40 % da solo domenica prossima. Che ne pensa ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è un problema di valori di borsa delle azioni di B (non ha bisogno di venderle) ma di rifinanziamento del debito pubblico (quello vero, da rimborsare in euro). Che però dipende solo dal "whatever it takes" di Draghi: se rimane in essere no problem, se viene meno l'euro salta (e per la BCE evidentemente sarebbe un suicidio). D'altra parte non ci sono certezze che il "whatever it takes" prosegua dopo Draghi, quindi essere pronti con i CCF è COMUNQUE una necessità. Vedi, sull'argomento, quanto si diceva qui.

      Elimina
    2. Beh a questo punto non vedo allora quali ostacoli politici ci debbano essere da parte del cdx nel suo insieme ad introdurre la moneta fiscale. Se non ci sono ostacoli o interessi di mezzo non costa loro niente farlo. Vedremo che succederà. Peccato solo che parlino solo di flat tax. Poi se mi dice che è una tattica perchè comunque la gente non ci capirebbe molto allora taccio e aspetto.

      Elimina
    3. La Lega per la verità parla anche di Minibot, e B di doppia circolazione monetaria (sia pure facendo un sacco di confusione sui dettagli... ma per quelli ci sono i tecnici). E' solo una questione di volontà politica e di interessi (anche personali) predominanti. Vediamo, e speriamo.

      Elimina
  3. Per un'uscita a sopresa dall'euro é comprensibile non dichiararlo prima, specie in campagna elettorale. Tuttavia non capisco perche ci sia quasi lo stesso silenzio anche sui i Minibot di Borghi, che invece potrebbero essere spiegati proprio come un modo per scongiurare un uscita traumatica dall'euro. In particolare non mi spiego il silenzio di Bagnai su tale argomento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh Borghi ne parla, e parecchio. Bagnai ha il problema che dovrebbe smentire se stesso, perché la Moneta Fiscale introdotta a fianco dell’euro in passato - non capendola - l’ha attaccata. Vedi post dell’ormai lontano 9.2.2013... certo, sarebbe ora che riconoscesse la validità dell’idea.

      Elimina