giovedì 10 aprile 2014

Eurobancor: non è una soluzione per l’euroexit


Tra le varie idee che circolano, nei dibattiti sull’eurocrisi e sulle sue possibili soluzioni, esiste quella di trasformare l’Eurozona seguendo il modello del Bancor, proposto originariamente da John Maynard Keynes nel 1944 a Bretton Woods.

Le linee generali dello schema Bancor prevedono di adottare una moneta unica per un gruppo di paesi (Keynes la vedeva applicata addirittura a livello mondiale). L’unione monetaria deve però essere corredata da una serie di meccanismi per prevenire e gestire in modo efficiente e simmetrico gli effetti negativi di squilibri nei saldi commerciali e nei flussi finanziari tra le varie nazioni.

Applicato all’Eurozona, una schema Eurobancor potrebbe funzionare come segue. I paesi aderenti si impegnano a far transitare i flussi finanziari prodotti dagli scambi commerciali da un’istituzione centrale – potrebbe essere la BCE, o un’altra costituita appositamente - che svolge funzioni di “stanza di compensazione”. I paesi che ottengono surplus commerciali hanno quindi una posizione finanziaria attiva presso la stanza di compensazione, quelli in deficit una posizione passiva.

Le posizioni attive presso la stanza di compensazione non possono essere liberamente utilizzate dal paese eccedentario, che si impegna invece a impiegarle per acquistare beni e servizi dai paesi deficitari, in modo da riequilibrare le posizioni e ricondurle sotto livelli prestabiliti entro un periodo temporale prefissato. Se questo non si verifica, sono previste penalità finanziarie o anche la possibilità, per i paesi deficitari, di “forzare” il riequilibrio introducendo dazi o altre misure restrittive riguardo alle loro importazioni da paesi eccedentari.

Costruito correttamente, uno schema Bancor è sicuramente un modello di grande interesse, in quanto spinge i vari paesi aderenti a impostare relazioni commerciali equilibrate, armoniche e collaborative.

Tuttavia va chiarita una cosa. Il Bancor NON è un meccanismo per risolvere il problema della transizione dall’attuale catastrofico assetto dell’Eurozona, a un modello corretto e funzionale. Può essere un punto d’arrivo, ma non gestisce il “passaggio”.

Mi spiego. Oggi a opporsi alla riforma del sistema euro sono l’Unione Europea e i paesi eccedentari, in primo luogo la Germania. Che vuole continuare ad avere le mani perfettamente libere nelle sviluppare politiche di tipo mercantilistico, orientate a massimizzare i surplus commerciali, e forza i paesi meno competitivi a cercare di riequilibrare la situazione mediante un disastroso (e in realtà irrealizzabile) percorso di deflazione dei salari, dei consumi e della domanda interna.

Se la Germania non accetta un progetto di riforma modellato secondo le linee del Bancor, che cosa abbiamo risolto ? alcuni dei suoi proponenti hanno sviluppato questa curiosa argomentazione. Tutti gli altri principali paesi dell’Eurozona – ad esempio Francia, Italia e Spagna – si accordano per adottare uno schema Bancor. Lo comunicano alla Germania. A questo punto ci sarebbero due alternative: o la Germania entra nello schema, o esce dall’euro.

L’argomentazione non regge perché la Germania ha in realtà una terza, semplicissima opzione. Dire: bravi, adottate questo elegantissimo schema TRA DI VOI. Noi andiamo avanti come prima. Restiamo nell’euro e non accettiamo nessun nuovo vincolo alle nostre politiche commerciali.

Se la Germania non cambia posizione, non adotta cioè un approccio cooperativo, agli altri paesi rimangono le alternative che possono essere intraprese in modo indipendente, cioè prescindendo dall’atteggiamento tedesco.

Una è l’uscita unilaterale dall’euro: break-up, conversione degli attuali rapporti contrattuali e creditizi da euro a nuova moneta nazionale, e svalutazione.

L’altra, molto più efficiente (in quanto si evitano tutti i rischi e gli “effetti collaterali” del break-up) è la Riforma Morbida: introduzione di nuovi strumenti monetari nazionali (quali i Certificati di Credito Fiscale) A FIANCO dell’euro.

Il Bancor è un’idea molto interessante. Ma diventa un tema di attualità DOPO che si è risolto il problema della transizione. Non è l’interruttore che la fa “scattare”.

7 commenti:

  1. Il bancor presuppone un volemose bene,tanto par dirla alla romana,che non esisterà mai.....capirai se i tedeschi rinunciano al surplus o si fanno dire come impiegarlo...!

    RispondiElimina
  2. "Dire: bravi, adottate questo elegantissimo schema TRA DI VOI. Noi andiamo avanti come prima. Restiamo nell’euro e non accettiamo nessun nuovo vincolo alle nostre politiche commerciali."

    Benissimo. Quindi la Germania resta nell'euro, gli altri fanno una nuova unione monetaria. Amici come prima.

    RispondiElimina
  3. La Germania non potrebbe anche avere una qualche convenienza ad accettare di entrare nel sistema? La mia idea è questa: attualmente ha un vantaggio competitivo e ha problemi a mantenerlo perchè le economie periferiche collassano e perchè chiedere ai cittadini tedeschi i trasferimenti è politicamente perdente. Lo schema Bancor potrebbe essere un modo per forzare i cittadini tedeschi (non certo le elite) a finanziare il sistema sussidiando il sud. I tedeschi potrebbero decidere di continuare a mantenere i propri surplus accettando di pagare il prezzo dei prelievi fiscali sanzionatori, i governi sarebbero deresponsabilizzati e quindi non pagherebbero politicamente il prezzo dei trasferimenti, la relazione economica nord-sud europa diventerebbe analoga a quella nord-sud italia: il nord mantiene un vantaggio competitivo, sussidia il sud ma facendolo lo mantiene in una condizione di sottosviluppo gettando le basi per la sua egemonia definitiva. E' plausibile?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Francamente mi sembra estremamente probabile sul piano politico, e comunque il modello di trasferimenti Nord-Sud Italia (ma anche Ovest-Est Germania) vuol dire appunto perpetuare una situazione di sottosviluppo della parte economicamente meno competitiva. Non c'è da augurarselo ! L'obiettivo e' consentire ad ogni stato e ad ogni regione di esprimere al meglio le proprie potenzialità e di realizzare il pieno impiego, non di creare aree di economia assistita. Il bancor beninteso funziona, tecnicamente, per ottenere questo. Ma vedo le probabilità di accettazione da parte della Germania a uno su un miliardo. Allora le strade rimangono due: il breakup o la Riforma Morbida (introduzione di strumenti monetari paralleli all'euro). Poi - anche un secondo dopo, ma POI - ci si può sedere a discutere di bancor.

      Elimina
    2. Certo lo scopo del bancor sarebbe quello di incentivare politiche che tengano bilanciati i conti con l'estero idealmente attraverso un equilibrio delle bilance dei pagamenti, il problema che mi pare di intravedere però è che questo sistema può essere realizzato (male) in modo da tradursi di fatto in squilibri permanenti compensati da sussidi. Se la sanzione fiscale per chi non garantisce politiche equilibrate non è abbastanza alta può diventare conveniente mantenere surplus e pagare la sanzione. Siccome poi la Germania parte da una posizione di forza immagino che sia plausibile che la realizzazione concreta delle regole e delle sanzioni dopo la contrattazione finisca per essere sbilanciata a suo vantaggio. Lo vediamo anche adesso con i vincoli di Maastricht: i più forti tendenzialmente possono non rispettarli senza pagare.

      Elimina
    3. Vero, ma questo e' un problema di modalità di applicazione. Il problema che pongo io è un passo prima ancora: devo avere un meccanismo efficiente per gestire l'exit dall'euro sistema odierno. E non ne vedo altri se non la Riforma Morbida.

      Elimina