sabato 9 febbraio 2013

Ahi ahi Bagnai… che bella serie di cantonate…


Alberto Bagnai, economista e docente all’Università di Pescara, redige da un anno abbondante un blog di successo – Goofynomics – che divulga le cause macroeconomiche dell’inefficienza dell’euro, e i problemi conseguenti.

Richiesto da un lettore, ha fornito (8.2.2013) la seguente opinione in merito ai Certificati di Credito Fiscale da me proposti.

“La contraddizione è ovvia. Qualsiasi persona veda nella "creazionedimonetasovranadentrol'euro" la soluzione semplicemente non ha capito che la causa della crisi è nel debito estero, e quindi nel rapporto di cambio fra le moneta italiana e le altre monete dell'Eurozona (e non solo), o non ne trae le corrette conseguenze.
Mi spiego: qualsiasi cosa faccia ripartire, con una bacchetta magica, la nostra economia, mantenendo il cambio Italia-Germania fisso non fa che aumentare le nostre importazioni dal Nord, e quindi peggiorare la nostra situazione (rendendo necessaria ulteriore austerità). Questo vale anche per la proposta del volenteroso autore, la quale, come tutti vedono, è asimmetrica, perché renderebbe più convenienti i prodotti italiani (abbattendo il costo del lavoro in Italia con una politica di dumping sostanzialmente analoga negli effetti alla riforma Hartz), ma non renderebbe più costosi i beni tedeschi. Una svalutazione del cambio, invece, come i dilettanti spesso non capiscono, ha come PRIMO effetto quello di rendere più costosi i prodotti esteri, e quindi di attuare una import substitution, e come SECONDO effetto quello di rendere meno costosi i prodotti interni (e questo è l'unico effetto che avrebbe la svalutazione fiscale finanziata con "moneta" di cui parla l'autore). L'effetto sulla competitività (cioè sul rapporto fra i prezzi) è quindi doppio: diminuisce il numeratore, aumenta il denominatore.
Sentite, vi spiego una cosa: gli uomini usano monete da alcuni millenni, e da altrettanti millenni le svalutano se è necessario. Poi suppongo che anche all'epoca di Hamurrabi ci sia stato un commercialista che ha fatto proposte alternative. Ma nessuno lo ha preso sul serio, forse perché non c'erano i blog...”

“Come i dilettanti spesso non capiscono…” Bagnai, ricercatore e docente universitario, è un professionista. Io, che mi occupo dal 1985 di finanza aziendale e investimenti, anche (s’ils vous plait).

Tra l’altro nel 1992 ho vissuto la crisi dello SME in qualità di membro del comitato di direzione finanziaria di un gruppo industriale che fatturava 20.000 miliardi (di lire, bei tempi…) e il cui fatturato e indebitamento era per il 70% denominato in valuta estera. Come dire, qualcosa in materia di competitività industriale e sostenibilità del debito estero ho imparato. Sul campo oltre che sui testi, diciamo.

Bagnai è un professionista, ma anche ai professionisti capita di peccare di superficialità. “La causa della crisi è nel debito estero, e quindi nel rapporto di cambio fra le moneta italiana e le altre monete dell'Eurozona (e non solo)”. Come no. Ma il debito estero si accumula e diventa insostenibile perché il mancato riallineamento dei cambi impedisce ai costi produttivi interni, di cui il principale è il costo del lavoro per unità di prodotto, di tornare a livelli equilibrati tra i vari paesi. Cosa che i Certificati di Credito Fiscale, per un’altra via, ottengono.

“Qualsiasi cosa faccia ripartire, con una bacchetta magica, la nostra economia, mantenendo il cambio Italia-Germania fisso non fa che aumentare le nostre importazioni dal Nord, e quindi peggiorare la nostra situazione (rendendo necessaria ulteriore austerità).” E perché se aumenta il mio potere d’acquisto interno (quindi importo di più) ma il mio export è nello stesso tempo più competitivo (quindi esporto anche di più) ?

“Una svalutazione del cambio, invece, come i dilettanti spesso non capiscono, ha come PRIMO effetto quello di rendere più costosi i prodotti esteri, e quindi di attuare una import substitution, e come SECONDO effetto quello di rendere meno costosi i prodotti interni (e questo è l'unico effetto che avrebbe la svalutazione fiscale finanziata con "moneta" di cui parla l'autore).” Ma la svalutazione del cambio ha anche l’effetto di rendere più costose le materie prime e gli input produttivi importati. C’è quindi una serie di effetti, il cui saldo netto è sicuramente positivo, ma che non vanno tutti nella stessa direzione:

Riallineamento del cambio: import di prodotti finiti meno concorrenziale, export di nostri prodotti finiti più competitivo, materie prime più care.
Progetto Certificati di Credito Fiscale: export di nostri prodotti finiti più competitivo, non c’è differenza sulla competitività degli import di prodotti finiti ma neanche il danno di pagare di più le materie prime.

E’ chiaro quindi che i due scenari non sono IDENTICI, ma sono ENTRAMBI IN GRADO di produrre un riallineamento di competitività che riporta il sistema in equilibrio.

Anche ai professionisti capita di peccare di superficialità, dicevo. Se una persona competente come Bagnai legge una proposta un po’ di fretta (solo le parole in posizione dispari divisibile per sette, diciamo) gli può succedere di infilare tre sfondoni in venti righe. Pazienza. Invito a una rilettura più attenta.

E anche a ricordare che un problema, un grosso problema – l’inefficienza del sistema monetario europeo – può avere più di una soluzione. Proposta da Marco Cattaneo, dal commercialista di Hamurrabi, da qualcun altro ancora. L’essenziale è capirle prima, e giudicarle poi.

27 commenti:

  1. Noto con piacere che anche Giovanni Zibordi condivide l'idea dei CCF.

    http://www.byoblu.com/post/2013/02/07/Certificati-di-Credito-Fiscale-la-riforma-morbida-del-Sistema-Monetario-Europeo.aspx?page=all#id_e9a7c3bd-6120-418c-a445-3fbef80957a9

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  2. mi permetto di dire che questo articolo non l'ho capito...

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    1. E' una risposta, sintetica ma - mi pare - esaustiva e convincente (ognuno giudichera da sè, s'intende) alle obiezioni sollevate da Bagnai in merito alla mia proposta.

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  3. Dott. Cattaneo, ottimo, ottimo. Bagnai ha il grande merito di aver scritto il suo libro in cui chiarisce con dati molti aspetti oscuri per il 99% non solo degli italiani ma pure dei professionisti ma ha il brutto vizio di essere prevenuto verso i professionisti della finanza, come se produrre ricchezza non avesse niente a che fare con il capire il Meccanismo economico. Un ottimo professore un pò radicalchic su questo. Ottimo articolo, la proporrei come prossimo Presidente della Repubblica, mhh... non si può... metteranno un genio vero come .....Amato o la Rosy.....aiuto !!!

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    1. @portafoglioreale: Dice che è prevenuto ? nel frattempo ho avuto un garbato e ironico scambio di commenti sul suo blog. Bagnai sembra ritenere che un'idea nuova per definizione non può funzionare perchè altrimenti l'avrebbe già avuta qualcun altro... Comunque tornerà sull'argomento CCF. Faccio il sostenuto: scommetto 50 euro che non riesce a smontare il progetto. Pagabili in Certificati se vinco, si capisce !

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  4. Da profano,
    comunque laureato in altra materia umanistica,
    capisco che questa e' una soluzione per continuare a tenersi l'euro.

    Probabilmente l'uscita dall'euro, il ritorno alla separazione tra banche di investimento e le banche di raccolta e tutela del risparmio, nonche' la prospettiva della eliminazione dell'indipendenza della banca centrale dal ministero del tesoro, l'eliminazione dei prodotti di investimento creativo come i derivati ecc.: quindi in buona sostanza con l'eliminazione alla radice del concetto di liberismo sfrenato nel campo della speculazione finanziaria,
    viene vissuto dai trader come la madre di tutti gli incubi economici.

    Ma per chi, come me, percepisce giornalmente sulla propria pelle gli effetti depressivi della permanenza nell'euro, e ha visto questi effetti aumentare in modo progressivo negli anni,

    quasiasi soluzione per restarci, nell'euro,
    e' una semplice perdita di tempo

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    1. Il progetto Certificati è una via diversa per arrivare a risultati analoghi.
      Se non è chiaro, lo ripeto: nell'euro non bisognava entrarci. E se ne usciamo domattina io sono il primo a festeggiare. Semplicemente credo che sul progetto Certificati si potrebbe creare molto più rapidamente il consenso necessario.

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  5. ..ho letto un commento che dice che se anche la Germania adotta i CCF si annulla tutto il vantaggio..e' cosi'?

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    1. Ma la Germania oggi ha una situazione di piena occupazione, non un'economia depressa. Se effettua una manovra di espansione monetaria, crea inflazione (al contrario dell'Italia).
      Tra l'altro anche se si torna ai cambi flessibili la possibilità di manovre "mercantiliste" della Germania continua a esserci. Se il NeoMarco avrà un cambio di equilibrio di 1,20 contro NeoLira e loro vogliono bloccarlo a 1 stampando moneta e comprando NeoLire nessuno lo può impedire. Anche questo sarebbe inflazionistico, tuttavia.

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    2. Si ma se la adotta è comunque un gioco a somma zero. Mi spiego con un esempio:

      oggi 10 febbraio l'Italia adotta i certificati, domani 11 febbraio lo fa anche la Germania e quindi per i prossimi due anni non ci sarà un nulla di fatto riguardo la maggiore competitività delle imprese italiane rispetto a quelle tedesche. poi tra due anni i Certificati si sbloccano, ma qui le strade sono tante e cioè la Germania può dire di convertirli solo in titoli di debito pubblico oppure può continuare a bloccarli per altri anni, ecc. Vi ricordo a voi tutti che l'€uro è nato per cooperare ma la Germania ha giocato sporco e quindi oggi ci stiamo rimettendo tutti!!!

      Per quanto riguarda le manovre mercantilistiche tedesche in presenza di cambi flessibili, io credo che così come la Banca Centrale Tedesca può stampare Marchi e comprare Lire, altrettanto può fare la Banca Centrale Italiana, e cioè stampare le Lire e venderle per mantenere il cambio favorevole all'economia italiana (un po' come sta facendo la Svizzera nei confronti dell'euro). Per quest'ultimo motivo ritengo che il regime di cambi flessibili sia il miglior modo per equilibrare economie diverse e per evitare aggressioni mercantilistiche.

      In ultima analisi, credo che l'inflazione nel breve-medio periodo risponda alla curva di Philips e non alla teoria monetarista.

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    3. @Davide Ercole: "così come la Banca Centrale Tedesca può stampare Marchi e comprare Lire, altrettanto può fare la Banca Centrale Italiana, e cioè stampare le Lire e venderle per mantenere il cambio favorevole all'economia italiana" ma allora anche nell'altro scenario noi possiamo aumentare l'emissione di CCF... se ci si insegue in una spirale infinita, sia la stampa di moneta nazionale tradizionale che il sistema CCF finiscono in un'inflazione generale incontrollata.
      L'espansione monetaria non è un gioco a somma zero, ma positiva, per i paesi in situazione di depressione / trappola della liquidità, perchè la maggior circolazione di moneta rimette al lavoro risorse inutilizzate. Per le economie in condizioni di normalità, è invece inflazionistica (quest'ultimo punto è quello che sfugge alla MMT). Oggi l'Italia è in depressione e la Germania no.

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    4. Carissimo Marco, la situazione in Germania non è tutto oro che luce. Molti cittadini lavorando poche ore alla settimana, percepiscono un salario minimo. Questo accordo è stato fatto velocemente fra Sindacati, Aziende e Stato. Ripeto: velocemente.

      In compenso noi abbiamo la Camusso (meglio conosciuta come Signorgno'), per non parlare del peso noto come costo politico. Se ci fossero ITALIANI e non italiani, la storia .......... ciaooooooooo.

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  6. Dott. Cattaneo, la sua geniale idea dei Ccf, (posso definirli i nuovi MEFO?) al dilà di Bagnai, sarebbe bello fosse una proposta ascoltata da Grillo che sul come trovare le risorse non mi sembra abbia le idee chiare altrimenti si rischia di fare la fine di Parma http://www.portafoglioreale.it/page.aspx?p=278 dove alla fine aumentano le tasse alla Monti.

    p.s.
    vedo adessol'intervista di Bagnai sulla home di Grillo

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    1. Io trovo molto apprezzabile, riguardo al M5S, la volontà di discutere soluzioni, senza preconcetti e cercando le strade che funzionano meglio. Il sistema monetario europeo deve tornare alla flessibilità, e questo alla maggioranza dei simpatizzanti M5S penso sia chiaro.
      Su Parma avevo in mente di scrivere un post: ricordiamo che gestire un comune assomiglia più alla conduzione di una famiglia che a quella di uno stato, perchè le leve di politica economica a disposizione sono molto limitate.

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  7. Comunque anche la Germania può fare altrettanto rendendo quindi vano l'utilità di questi Certificati e lo Stato invece di creare nuovi strumenti come questi cerfiticati, può benissimo pagare direttamente in titoli di debito pubblico.

    E poi non credo che Bagnai abbia preso delle cantonate, perchè nella sua opera di divulgazione cita molti premi Nobel, i suoi passaggi sono logici e cita sempre la fonte dei dati statistici (cosa che non ha fatto Lei sui 1000 miliardi di spesa per il costo del lavoro) come Krugman ecc. In più il suo post è confuso e poi mi chiedo ma perchè mai non è possibile ritornare al noto (invece di andare verso l'ignoto con questi nuovi strumenti)??

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    1. Per la possibilità che la Germania faccia altrettanto, vedi sopra la mia risposta ad Anonimo (12.51)
      Guardi che io di Bagnai ho molta stima, fa un bellissimo lavoro divulgativo. Credo solo che abbia commentato la mia proposta prima di averla effettivamente approfondita, sarà un piacere leggere ulteriori sue opinioni se riterrà di formularle.
      Mi spiace se ha trovato il mio post confuso, ne ho scritti diversi (li trova tutti sul blog) e ne vedrà prossimamente altri, anche con maggiore corredo numerico.
      Perchè mai non è possibile ritornare al noto ? io tornerei alla lira SUBITO... ho però molto timore che la disinformazione, i gruppi d'interesse forti eccetera ritardino la soluzione per svariati anni ancora. Magari mi sbaglio, ma è sul piano politico che ritengo la mia proposta più facile da far accettare.

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  8. (ho perso la prima metà del commento perchè questi Blog prefabbricati hanno un limite al numero di caratteri.. pubblico lo stesso il resto...)

    Sono stato oggi a Bologna al meetingi di Contante Libero organizzato da una decina di blog di economia e ho usato il mio intervento solo per parlare della sua soluzione dei 150 mld e per dire agli altri siti di prenderla come proposta comune di tutti
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    2) A parte che l'uscita dall'euro è lontana nel tempo e difficile da gestire la sua proposta è superiore perchè è rivolta a ridurre le tasse sul lavoro in modo massiccio come perno per rimettere in sesto l'economia e solo dopo crea effetti a cascata simili all'uscita dall'Euro. Se esci dall'euro hai un boccata di ossigeno per chi esporta e più inflazione che aiuta a far salire il PIl Nominale e contenere il debito/PIL in %, ma proprio per quello coi politici che abbiamo si dimenticano subito di ridurre le tasse sul lavoro. Ritorni alla situazione degli anni di DeMita, Craxi e Andreotti che lasciavano salire la pressione fiscale perchè la svalutazione e l'inflazione erano una valvola di sfogo. La sua proposta invece parte dalla riduzione delle tasse sul lavoro del 10% del PIL. Da questo poi avresti logicamente un effetto a catena, di imitazione, da parte di Spagna, Portogallo e forse Francia che amplificherebbe l'espansione economica nell'area euro in cui sono rivolte tra l'altro il grosso delle nostre esportazioni. Questo logicamente avrebbe l'effetto di far scendere l'euro perchè il mercato dei cambi non percepirebbe più la zona Euro come dominata dal "rigore" nordico, ma vedrebbe i "latini" inflazionare scavalcando la lettera dei trattati. Nessuno può sapere con esattezza ovviamente tutta la dinamica successiva, ma neanche nel caso dell'uscita dall'Euro anzi... Perlomeno qui avresti un effetto certo e sicuro, un taglio delle tasse iniziale del 10% del Pil che poi può o non può portare ad un effetto imitazione e al declino dell'Euro.
    Sto scrivendo a ruota libera, ma più ci pensi e più vedi che è una proposta superiore all'uscita dall'Euro.
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    3) e per quanto riguarda il precedente storico certo che esiste e grosso come una casa, perchè dal 1933 al 1937 la germania fece un miracolo economico usando questo schema. Hitler non era il politico più popolare del momento intorno al 1937 per la sua retorica da comizio, ma perchè Scacht trovò la formula magica per azzerare la disoccupazione... Tanto è vero che nell'edizione tedesca della Teoria General il J.M. Keynes scrisse che la Germania era il paese che aveva applicato meglio le sue tesi (commento eliminato nelle edizioni successive al 1945).
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    Questa proposta va indirizzata specialmente agli imprenditori e operatori di mercato che sono quelli in grado di afferrarla subito, gli economisti così come non hanno nel 95% dei casi previto la crisi prima del 2008 non stanno neanche offrendo soluzioni pratiche ora (e qui penso ai vari Zingales, Giavazzi, Allesina, Boldrin, Scacciavillani e gli economisti di partito...)

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  9. ah... ho dimenticato di aggiungere che sono Zibordi (cobraf.com) e che ho scritto dozzine di articoli sul web sul tema dei "tax based bond" e anche sei "Mefo Bonds" di Schacht e in generale sulla soluzione del problema del debito pubblico tramite STAMPARE MONETA PER RIPAGARE I DEBITI, come dice sempre Steve Keen, l'unico economista accademico che abbia previsto perfettamente la crisi (come anche indicato da sondaggio online di una rivista internazionale). (Qui un articolo ad esempio sul tema, con riferimenti bibliografici all'esperienza della Germania
    http://www.cobraf.com/forum/coolpost.php?reply_id=326241)

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    1. Grazie ancora per gli apprezzamenti ! quanto alla posizione degli economisti noti, alcuni sono accreditati di livelli di competenza e/o di buona fede che purtroppo non possiedono. Per altri sembrano quasi esistere delle barriere psicologiche da superare. Il pur grandissimo Krugman, per esempio, a quanto pare non accetta ancora che una nazione a moneta sovrana, in situazione di trappola della liquidità (gli USA di oggi per intenderci) ne uscirebbe con una manovra fiscale espansiva finanziata direttamente da emissione di moneta (invece di stampare per comprare titoli, i cui rendimento sotto zero comunque non possono scendere). Più avanti di lui, nel superare il tabu dell'indipendenza della banca centrale dal potere politico, mi pare essere Stiglitz.

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  10. Come dice Zibordi, che rappresente uno dei migliori e più competenti intellettuali italiani, i CCF sono una edizione moderna dei MEFO e molto simili alle proposte di Mosler, speriamo aldilà della polemica soft fra Bagnai e lei Dott. Cattaneo che questa apertura di Grillo, decisa e netta contro il Meccanismo mostruoso dell'euro e dei Trattati sia comunque di buon auspicio per arrivare a soluzioni concrete e molto velocemente altrimenti qui ci troviamo un Paese demolito totalmente.

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    1. Nei momenti di ottimismo mi viene da dire che il sistema monetario europeo, così com'è oggi si capisce, è un'assurdità troppo grande ed evidente per non essere risolta... speriamo in bene, perchè parafrasando Keynes "political systems can stay irrational longer than people can stay patient".

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  11. Mah, francamente non capisco la risposta di Bagnai, corretta ma incompleta, e soprattutto non rispondente alle istanze proposte.

    Per non parlare dello stile, autocratico e spocchioso.

    Non ho approfondito la proposta e quindi nonn ho un'opinione specifica in merito, ma mi pare che se funzionasse risolverebbe (a differenza della svalutazione o della deflazione forzata) anche il tema seguente che Bagnai ignora (nel senso -per lo meno- che non ne tratta)

    Quando studiavo io, Monti in aula diceva che gi effetti della svaluzione sul reddito dipendono dall'elasticità incrociata rispetto al prezzo delle importazioni e delle esportazioni. E' vero che torniamo indietro di molti anni quando Monti insegnava in aula e non c'era internet, ma forse un po' dopo Hammurabi.

    Ho la sensazione che quanto diceva Monti, anche se magari un po' vecchio, potrebbe ancora esser vero, come chessò il secondo principio della termodinamica, la gravitazione universale, l'interesse composto...

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    1. Gli effetti della svalutazione si sono dimostrati, per l'Italia, ampiamente positivi nel 1992. L'esportatore italiano ha una situazione del tipo: 100 di valore di vendita, 60 di costi locali, 20 di costi dipendenti dai fattori internazionali (materie prime essenzialmente) ---> 20 di margine. Con una svalutazione del 10% (ad esempio) i ricavi passano a 110, i costi a 60 + 22 = 82 e il margine a 28 (miglioramento del 40% !) Discorso simile per l'azienda che non esporta (o non solo) ma compete con importazioni (che diventano più care).
      Ci torno sopra prossimamente ma chiarisco intanto una volta di più: a me l'uscita dall'euro VA BENISSIMO. Non sto dicendo che lo schema CCF è meglio, sto dicendo che è altrettanto valido e che potrebbe avere chance molto migliori di superare le resistenze politiche, le difficoltà operative, la disinformazione della pubblica opinione eccetera.

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    3. Sull'elasticità incrociata di monti, che Bagnai chiama condizioni di Marshall-Lerner, su goofynomics ha fatto un post 3 giorni prima del tuo commento, della serie "non c'è peggior sordo di chi non vuol setire":

      http://goofynomics.blogspot.it/2013/02/marshall-lerner-astenersi-piddini.html

      Ma se hai studiato da Monti, forse è meglio che ti astieni dalla lettura e continui a dire che il Professore ignora spocchiosamente la tua acuta osservazione.

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  12. " E perché se aumenta il mio potere d’acquisto interno (quindi importo di più) ma il mio export è nello stesso tempo più competitivo (quindi esporto anche di più) ?"

    Ma lei inverte la dinamica della produttività. Infatti i dati storici dimostrano che è la produttività che segue le esportazioni e non viceversa. in altri termini, aumentando il flusso di esportazioni, si diventa più produttivi, considerato che se ci chiedono di fare qualcosa più spesso diventiamo più bravi a farla.
    E' un fatto talmente ovvio, che non dovrebbe essere spiegato.
    Lei vede l'economia dal lato dell'offerta, ma non considera che in economia esiste anche la domanda: se nessuno domanda quei beni, l'imprenditore non è incentivato a produrli.
    La crisi attuale è una crisi di eccesso d'offerta.

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    1. Io non ho parlato di produttività ma di competitività. Quest'ultima migliora anche a produttività invariata se il costo del lavoro per l'azienda scende (rispetto ai concorrenti esteri). Questo effetto e' ottenibile sia mediante una svalutazione, sia per effetto di una riduzione del cuneo fiscale (a parità di salari netti).

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