martedì 12 febbraio 2013

Pizzarotti e Monti, ovvero: come e perché gestire un comune e gestire una nazione sono due cose MOLTO diverse


Un paio di settimane fa, il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti (esponente del Movimento 5 Stelle) è stato intervistato da Servizio Pubblico, trasmissione condotta da Santoro su La7.

Ne è nata una polemica relativa a come l’intervista è stata tagliata, montata e trasmessa, in forma secondo alcuni fuorviante riguardo all’effettivo contenuto delle dichiarazioni di Pizzarotti.

Io ho visto l’intervista solo nella sua versione integrale, disponibile in rete. Non mi pronuncio quindi sull’azioni di videoediting effettuata da La7.

Un altro tema secondo me è più significativo. L’intervistatrice ha incalzato Pizzarotti, come sicuramente è giusto che una giornalista faccia, specialmente su un argomento: voi del M5S esprimete certe posizioni su temi nazionali, poi nel principale ente locale che vi siete trovati a gestire state agendo con tagli di costi, avete l’IMU alle aliquote massime, insomma che cosa cambia rispetto a quanto Monti ha fatto nella sua azione di capo del governo ? detto in altri termini, nei fatti anche il M5S finisce per non avere alternative rispetto all’austerità.

Bene, è giusto e legittimo porsi questa domanda, ma è importante chiarire che una nazione e un ente locale sono due cose molto differenti.

Un ente locale gestisce quote di spesa e di tassazione equivalenti a pochi punti percentuali del reddito generato nella sua zona di competenza.

In altri termini, mancano le leve per effettuare significative azioni di politica economica. Il PIL generato nell’area di competenza dipende molto poco da quello che fa il sindaco di una città, o anche dal governatore – per esempio – della Lombardia (che pure ha popolazione e PIL superiori a quelli di parecchi dei 27 paesi dell’Unione Europea). E se si trovano risorse per incentivare la produzione e l’occupazione locale, il maggior gettito fiscale finisce quasi tutto allo Stato, non all’ente locale. L’impiego di risorse a livello locale dà benefici in buona parte all’esterno dell’ente territoriale: il cerchio non si chiude.

Prendiamo per esempio il mio progetto Certificati di Credito Fiscale, che se applicato restituisce autonomia monetaria all’Italia e permette quindi di condurre una politica economica di piena occupazione. E’ possibile un’applicazione a livello locale (domanda che mi è stata posta) ?

E’ possibile (Maroni sta, pare, pensando a qualcosa del genere per la Lombardia) ma le ricadute sono limitate. Ammettiamo che Parma o la Lombardia introducano dei Certificati di Credito Fiscale parmigiani o lombardi, che possono essere utilizzati per pagare tasse o servizi locali. L’emissione di questi strumenti potrebbe essere effettuata, ma non certo nelle dimensioni necessarie a riportare le economie locali alla piena occupazione.

Attenzione, non sto dicendo che un progetto di Certificati comunali o regionali, integrato magari con i sistemi SCEC  che si stanno diffondendo, non possa dare contributi apprezzabili. Ma le politiche di piena occupazione possono (e devono !...) essere perseguite a livello dell’ente che gestisce il grosso della tassazione e della spesa pubblica. Quindi dello Stato.

Che cosa c’entra tutto questo con Pizzarotti e Monti ? c’entra perché Pizzarotti è un amministratore locale, e quindi la sua posizione assomiglia più a quella di chi gestisce un bilancio domestico, o un’azienda, che a quella di un capo di governo. Date risorse limitate, deve pensare a far quadrare i conti e a fornire al meglio i servizi di cui è responsabile.

Un capo di governo ha una priorità superiore a queste: deve creare le condizioni per la piena occupazione a livello nazionale.

Allora dire che “in fondo Pizzarotti sta facendo a Parma più o meno quello che Monti ha fatto a Roma” può essere superficialmente vero, ma è fuorviante.

3 commenti:

  1. è vero che se tu indebiti il Comune di Parma emettendo Certificati di credito fiscali per 100 milioni ad esempio, le ricadute in termini di potere d'acquisto ti sfuggono se sei solo tu a farlo. Per cui dopo due anni ti ritrovi i 100 milioni in meno di entrate e un effetto positivo di reddito di 20 milioni che a sua volta però genera maggiori entrate a livello comunale solo per 4 milioni. Risultato ? -100 + 4 = - 96 di minori entrate nel 2015.
    Quindi è vero che non hai l'effetto leva che produci a livello nazionale se sei solo tu magari in tutta l'emilia o in tutta Italia che lo fai.
    Però innanzitutto potresti perlomeno NON RIDURRE L'INDEBITAMENTO del tuo comune, data la situazione depressa in cui è l'Italia, cioè dire : "...a Parma abbiamo ereditato 840 milioni di debito e dentro ci sono anche degli sprechi, ma fino a quando l'economia è così depressa usiamo meglio i soldi, ma non riduciamo il debito aumentando tariffe o rette di asili o altre tasse...". Anche perchè l'IMU e altre misure di Monti portano in effetti più soldi anche ai Comuni, soldi però tolti al settore privato. Cioè perlomeno spendi gli stessi soldi, non tagliare o tassare di più.
    In secondo luogo, puoi anche usare i CCF a livello comunale come leva politica e propagandistica per dire "...fate tutti come noi, se tutti i comunu e regioni ci seguono, poi un qualche effetto a livello nazionale lo abbiamo...". Se lo spieghi bene alla gente che occorre fare del "Deficit Spending" nella situazione attuale poi ti difendi anche dalle accuse di aver sfondato questo o quel limite di spesa... Cioè nel tuo piccolo, come comune, devi cercare di mandare il messaggio che mancano i soldi in circolazione e che è compito del settore pubblico rimetterne nel settore privato non toglierne !

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    1. Giusto - proseguendo nel ragionamento se parecchi enti locali lo facessero, negoziando nello stesso tempo maggiori trasferimenti statali in qualche modo collegati al contributo dato al PIL nazionale, potremmo arrivare a dare parecchia efficacia anche ai CCF locali...
      Fermo restando, comunque, che l'impatto più diretto e risolutivo è l'applicazone a livello stato.

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  2. certo che un comune non ha le leve che ha uno Stato ma Pizzarotti DEVE dato che si è presentato come forza rivoluzionaria farsi ARRESTARE e non assecondare, se pur impossibilitato dalla mancanza di strumenti oggettiva, se occorre. Che i magistrati lo inquisistano se serve così scoppierà la contraddizione.

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