Utilizzare l’euro comporta due macroproblemi, di cui uno è forse il più evidente ed è stato il primo, storicamente, a essere identificato. Ma non è il principale, ed è bene avere le idee chiare in merito.
Anche un efficace divulgatore come Claudio Borghi ogni
tanto cade nell’equivoco.
“Oggi rivaluteremmo” se uscissimo dall’unione monetaria ? rivaluteremmo perché l’Italia ha un surplus commerciale di 60 miliardi all’anno ?
No, non rivaluteremmo. Il surplus commerciale è una determinante dell’evoluzione del cambio, ma solo una di parecchie.
L’Italia, pur non essendo uscita dall’euro, ha trasformato, tra il 2011 e il 2013, un deficit commerciale in un surplus. Ma questo non significa che sia diventata più competitiva, né che la rottura dell’euro implicherebbe una rivalutazione della Nuova Lira.
Il surplus commerciale è stato conseguito a seguito delle feroci politiche di compressione della domanda interna, e quindi delle importazioni, attuate in quegli anni.
Se l’euro si rompesse, l’Italia non rivaluterebbe la sua moneta. Molto più plausibile è una svalutazione, anche se probabilmente non di grande entità.
Fermo restando che il problema principale dell’euro non è la mancanza di flessibilità del cambio. Che è un problema, grave, molto grave.
Ma non così grave come lo è il non disporre delle leve
di azione per condurre una politica economica, e principalmente una politica
fiscale, conforme al mandato degli elettori.
E la leva d'azione più efficace per riprendere il controllo della politica economica è la Moneta Fiscale.
RispondiElimina