Rispondo con piacere a una domanda che mi ha posto un interlocutore twitter, Roberto Terenziani: se emettere Moneta Fiscale / CCF consente di superare le disfunzioni dell’euro, perché non ci si decide a farlo ?
Beh, ho avuto, qualche anno fa, l’opportunità di esporre il progetto in dettaglio a un importante esponente dello schieramento eurista. Per intenderci: illustre cattedratico, cofirmatario di articoli e ricerche con Francesco Giavazzi. Altrimenti detto, uno che non è Giavazzi ma ci lavora a stretto contatto, con un livello di notorietà e di seniority solo un pelo, ma proprio un pelo, inferiore.
Ha capito perfettamente il progetto e non mi ha sollevato nessuna obiezione tecnica. Il commento è stato: “lei ha ragione, funzionerebbe. Ma se viene messo in atto, temo / temiamo che sarebbe il primo passo verso lo scioglimento dell’euro.”
A questo punto ho risposto che emettere CCF / MF in affiancamento all’euro non implica affatto di rompere o sostituire o abolire la moneta unica europea. E’ un sistema studiato in modo da risultare stabile e permanente. E se risolviamo le eurodisfunzioni, l’ultima cosa di cui si parlerà sarà di cambiare moneta. Di sistemi monetari si parla solo quando non funzionano, così come l’aria è un oggetto di dibattito solo se viene a mancare.
Non ha più replicato nulla, salvo ripetere a mo’ di disco rotto “eh ma i mercati non ci crederebbero non ci crederebbero non ci crederebbero”.
La mia impressione è che almeno una parte del problema stia altrove. Se le disfunzioni dell’euro verranno risolte, tante, tantissime persone si troveranno in grave difficoltà. Perché dovranno ammettere di aver raccontato troppe bugie, di aver avallato o messo in atto politiche che senza alcuna necessità hanno prodotto danni ciclopici. In particolare, in Italia.
E’ una
riflessione che mi è venuta spontanea allora, e ripensandoci ad anni di
distanza penso che rimanga perfettamente valida.
E con questo sono arrivato a mille post in otto anni. Auguri a me stesso !
RispondiEliminaDora di Caprio: Vado giù di Occam: la spiegazione più banale è che a qualcuno tali disfunzioni facciano comodo, almeno per ora.
RispondiEliminaGiovanni Albin: Comunque la risposta che "i mercati non ci crederebbero" è corretta, solo che omette di dire il perché ...
RispondiEliminaI mercati dipendono solo da come si comporta la BCE, per cui quella risposta equivale a dire che non si fa perché non si vuole...
EliminaLei giustamente cita le persone, l'economia e la politica sono fatte dalle persone. A monte c'è però un pensiero, un'ideologia condivisa, che è quella del vincolo esterno.Draghi l'ha ribadito , qualsiasi azione di governo in Italia deve avvenire all'interno del vincolo atlantico (cioè gli Usa) e di quello europeo.
RispondiEliminaL'evidenza, la verità logica, economica e fattuale, che ai miei occhi lei spesso incarna nelle sue analisi e proposte,rimane subordinata, sottomessa ad un sistema politico e a gerarchie di potere ( che cos'è poi la politica se non in primis la gestione del potere ?)che trovano la loro espressione negli "atti di fede" elencati da Draghi nel suo discorso.
Non c'è dubbio. Però i vincoli non rimangono sempre gli stessi nel tempo e le conseguenze per chi vi è soggetto, di conseguenza, neanche. Il vincolo atlantico ante euro, ad esempio, non impediva all'Italia di crescere e di gestire la propria politica economica.
EliminaCerto che non impediva , e non impediva neanche qualche pezzettino di politica estera autonoma, una volta fatta salva la forma con la dichiarazione di fedeltà atlantica.
RispondiEliminaInfatti quello che intendo con vincolo europeo è che le nostre classi dirigenti hanno assunto politicamente,sia come dichiarazione di fede che soprattutto come realtà programmatica ,fattuale,ecc, la subordinazione della politica economica italiana.
Seguo da anni il dibattito di economia politica anche in altre lingue, e all'estero sono ormai mica poche le ricerche che evidenziano quanto l'euro sia stato deleterio per l'Italia,qui da noi non se ne può nemmeno dibattere realmente.In Italia un vecchio tecnocrate credo di area PRI della I repubblica, non so se rendo l'idea, come Savona, per aver detto che ci voleva un piano B e per aver fatto qualche critica motivata è stato subito " scomunicato ".
Dibattere si può, ma dibattere senza avere un piano operativo per risolvere le disfunzionalità non porta da nessuna parte. E' il limite della posizione Borghi&Bagnai nella Lega.
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