UNO: Certificati di Credito Fiscale (CCF) vengono assegnati gratuitamente a cittadini e aziende,
e utilizzati dallo stato per finanziare provvedimenti di spesa. Le assegnazioni
annue sono adeguate, in quantità, a riportare l’economia italiana al pieno
impiego (stima attuale: 200 miliardi annui). Una quota è assegnata alle aziende
in funzione dei costi di lavoro da esse sostenuti, per riportare la loro competitività
al livello dei paesi più efficienti dell’Eurozona (principalmente la Germania:
stima attuale: 80 miliardi annui) ed evitare la formazione di sbilanci
commerciali (l’obbiettivo è un saldo import-export tendenzialmente in
pareggio).
DUE: I CCF, che possono
anche essere denominati Lire Fiscali, saranno negoziabili tra gli assegnatari e
il sistema bancario (gli assegnatari potranno cioè cederli e quindi convertirli
in euro) e anche utilizzabili in transazioni tra privati. Sicuramente le
transazioni potranno avvenire tramite supporti elettronici / informatici; eventualmente
potranno essere emessi titoli bancari cartacei al portatore rappresentativi di
Lire Fiscali (in pratica sarebbero banconote: da valutare le esigenze di
compatibilità con l’art. 105 del trattato di Maastricht).
TRE: con effetto
immediato, lo Stato italiano cessa di emettere titoli di debito pubblico in
euro. Le future emissioni saranno esclusivamente denominate in Lire Fiscali:
daranno quindi diritto al rimborso di capitale e interessi in moneta
utilizzabile per pagare obbligazioni finanziarie verso lo Stato italiano (e non in euro).
QUATTRO: nessun
rapporto di debito / credito, nessun contratto, nessun rapporto di lavoro, nessun
impegno per pagamento di pensioni, eccetera verrà forzatamente convertito da
euro a Lire Fiscali.
CINQUE: tuttavia
è prevedibile che i NUOVI contratti di lavoro, finanziamento eccetera vengano
sempre più spesso stipulati in Lire Fiscali e non in euro.
SEI: nel giro di
qualche anno con ogni probabilità l’utilizzo della Lira Fiscale (moneta
sovrana) risulterà predominante rispetto a quello dell’euro (moneta non
sovrana).
Riguardo ai
rapporti con l’Unione Europea, va precisato che quanto sopra deve essere messo
in atto SENZA trattative o richieste di autorizzazioni, in quanto non viola
nessun trattato in essere ed è, d’altra parte, ESSENZIALE per il ripristino di
adeguate condizioni di occupazione e sviluppo.
Potrà essere
tenuto un referendum per stabilire (ad esempio) la completa cessazione
dell’utilizzo dell’euro da parte della pubblica amministrazione italiana (in
luogo del quale verrebbe, in questo caso, esclusivamente utilizzata la Lira
Fiscale). Tutto questo però SUCCESSIVAMENTE a quanto esposto ai precedenti
punti UNO, DUE, TRE e QUATTRO.
Mauro Ammirati: Io non trovo proprio nulla nell'art. 105 che possa impedire l'emissione di CCF.
RispondiEliminaNon l'emissione di CCF, la circolazione di banconote e monete se non prodotte dalla BCE (o su sua autorizzazione).
EliminaMauro Ammirati: Scusi, mi riferivo proprio ai titoli cartacei. Non vedo con quale argomento la Bce possa opporsi. La moneta avente corso legale resterebbe l'euro, quindi quale sarebbe l'obiezione?
EliminaChe è una banconota, anche se sicuramente è sostenibile la tesi che l'art. 105 è applicabile esclusivamente all'euro.
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