Un breve aggiornamento
sul tema, a beneficio dei molti che mi chiedono a che punto stanno i contatti
con le forze politiche.
Come sapete, ho
presentato il progetto a un gruppo di parlamentari M5S quasi un anno fa (aprile
2013).
Fin dall’inizio
l’orientamento dei miei interlocutori è stato di introdurre i Certificati di
Credito Fiscale in una forma limitata rispetto al progetto "completo". Di
utilizzarli, cioè, per accelerare il pagamento di debiti scaduti della pubblica
amministrazione verso aziende fornitrici. Non, invece, di proporre l’utilizzo
dei CCF per ridurre i costi delle aziende, per integrare il reddito dei
lavoratori e per altre forme di sostegno della domanda in genere.
A quanto ho
capito, l’idea sottostante alla formulazione della proposta in forma limitata e non
completa era che quest’ultima sarebbe stata molto più difficile da far
approvare da parte della maggioranza di governo.
Apprendo dal
deputato Laura Castelli, via Mauro Bonino, che in effetti la proposta è stata
discussa (mi pare di aver capito due volte in sede di commissione parlamentare)
ma rigettata. L’approccio “minimalista” (che una logica l’aveva, beninteso) non
ha quindi funzionato.
Ora i M5S la
stanno per riproporre come progetto di legge da discutere direttamente in aula,
sempre nella versione "limitata".
Vediamo se il
governo Renzi sarà mentalmente più aperto (o se si sentirà maggiormente
pungolato dalla necessità) del governo Letta. Se volete una previsione penso
che l’atteggiamento continuerà a essere questo. Ma magari mi sbaglio.
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