SEI, vendite al
dettaglio
A seguito di
quanto descritto nell’articolo precedente, è ipotizzabile che nell’arco di
tre-quattro anni l’utilizzo di Lire Fiscali per transazioni correnti divenga predominante
rispetto all’utilizzo di euro.
Quindi la quasi
totalità degli operatori privati (individui e aziende) si troverà a disporre di
depositi bancari di due tipologie: denominati in euro, e denominati in Lire
Fiscali.
A partire da una
data prefissata, potrà essere previsto che i prezzi al pubblico per le attività
di vendita al dettaglio debbano essere espressi non più in euro, ma in Lire
Fiscali.
A questo punto,
verranno anche emesse banconote e monete metalliche denominate non in euro, ma
in Lire Fiscali.
Potrà essere
prelevato contante agli sportelli bancari o via Bancomat in Lire Fiscali,
effettuati pagamenti con assegni in Lire Fiscali, utilizzate carte di credito
collegate a conti bancari in Lire Fiscali, eccetera.
Ad esempio si
può ipotizzare che, avviando la Riforma Morbida il 1° gennaio 2015, la data in
cui i prezzi al pubblico saranno espressi non più in euro ma in Lire Fiscali
sia il 1° gennaio 2018.
Euro e Lire
Fiscali saranno convertibili sia prima che dopo tale data. Prima, il pubblico
effettuerà pagamenti in euro (alimentando i conti correnti in euro impiegati
per utilizzi e prelievi, anche mediante conversioni da Lire Fiscali a euro).
Dopo, effettuerà pagamenti in Lire Fiscali (alimentando i conti correnti in
Lire Fiscali impiegati per utilizzi e prelievi, anche mediante conversioni da
euro a Lire Fiscali).
SETTE, pensioni
(pubbliche e private)
Via via che i
contratti di lavoro saranno sempre più frequentemente espressi in Lire Fiscali,
si diffonderanno polizze assicurative e previdenziali di natura pensionistica
(pensioni private) sempre più frequentemente espresse, a loro volta, in Lire
Fiscali e non in euro.
Resteranno
peraltro in euro le pensioni stipulate precedentemente alla Riforma Morbida:
continueranno a essere effettuati in euro sia i contributi che le prestazioni,
salvo anche in questo caso (analogamente a quanto ipotizzato per i contratti di
lavoro) attuare rinegoziazioni su base volontaria e con opportune clausole di
indicizzazione.
Riguardo alle
pensioni pubbliche, basate su un meccanismo parzialmente o totalmente a
ripartizione o comunque non contributivo, dalla data della Riforma Morbida in
poi andrà lasciata al titolare del diritto pensionistico la facoltà di
proseguire le contribuzioni sia in euro che in Lire Fiscali, prevedendo però
che anche le prestazioni future vengano effettuate, corrispondentemente e in
proporzione, parte in euro e parte in Lire Fiscali (sulla base delle
contribuzioni effettuate).
Anche qui verrà
offerta la possibilità di convertire integralmente, su base volontaria, tutti i
diritti futuri in Lire Fiscali, introducendo opportuni meccanismi di
indicizzazione.
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