martedì 19 agosto 2014

Un suggerimento per la Spending Review


Il tema è di moda, visti i malumori pre- e post-ferragostani espressi dal commissario Cottarelli. E la maggior parte dei commenti segue la falsariga tipica: non si riescono a tagliare gli sprechi, per questo i conti dello stato sono in difficoltà, non usciremo mai dalla crisi in questo modo.

La verità è un po’ diversa, anzi parecchio. Non usciremo mai da questa crisi con azioni di riduzione della spesa. Da una situazione di depressione economica e di deflazione si esce incrementando le risorse messe a disposizione del sistema economico, non riducendole.

Questa è una verità semplice ma controintuitiva che parecchie persone comprendono, ma molte altre no. E constato quotidianamente che non c’è alcuna correlazione tra il livello di istruzione di chi capisce e di chi non capisce: parecchie mie conoscenze, magari professionisti di ottimo standing e di eccellente qualità, impegnati in settori legati alla finanza, all’economia, alla pratica legale, non ci arrivano assolutamente.

La Spending Review ha senso se condotta in tutt’altro modo. All’annuncio che un costo è stato tagliato, si dovrebbe immediatamente associare la dichiarazione “e quei soldi li abbiamo, invece, spesi così”.

Una cattiva spesa che viene sostituita da una spesa migliore, o da un’efficace riduzione di tassazione, è positiva. Ma l’impatto maggiore, anzi l’unico che costituisce un beneficio di vera sostanza nel contesto attuale, arriva se per un euro di riduzione ce ne sono due di maggiore spesa. Spesa pubblica o anche spesa privata (grazie, per esempio, a minori tasse).

Tagliare un euro di spreco per ridurre il deficit pubblico significa invece, oggi, aumentare la disoccupazione. Lo “spreco” è, in realtà, allocazione poco equa della spesa. Metto qualcuno in condizione di spendere (un consigliere provinciale corrotto ? Er Batman, ricordate ?) e quello comunque spende e dà lavoro ad altri.

Molto meglio dare soldi a pensionati, disoccupati, o lavoratori e aziende (sotto forma di minori tasse) che a Er Batman. Ma molto, molto PEGGIO tagliare lo spreco per ridurre il deficit. Invece di spesa mal distribuita (ma che comunque alimenta domanda e lavoro) ottengo solo di far sparire soldi dalla circolazione, riducendo quindi il reddito della collettività.

Non sarebbe così se l’economia fosse in condizioni normali, cioè in uno stato in cui non ci sono livelli anomali di disoccupazione. Se l’economia lavora al suo normale regime, la spesa di Er Batman fa lavorare risorse produttive che altrimenti sarebbero impiegate altrimenti, ma comunque lavorerebbero: e l’allocazione sarebbe più equa.

Oggi invece meno soldi a Er Batman, se non sono riallocati verso un’altra forma di spesa, significa un maggior sottoutilizzo delle capacità produttive: più disoccupazione, come si diceva.

Tagliamo quindi la spesa sbagliata, ma per RIALLOCARE, non per diminuire il deficit. E per ogni euro di spesa tagliata, aumentiamo di due altre forme di spesa migliori.

Molti capiscono tutto questo, molti altri hanno letteralmente un blocco mentale nel rendersi conto che in una situazione di domanda depressa, di disoccupazione massiccia, le cose stanno così. Pazienza. Io continuo a spiegare.

30 commenti:

  1. Chiaro e limpido come sempre....ho capito alcune cose che ignoravo come taglio di qua e rialloco di là Daniele Scandelli

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  2. Tagliare la spesa pubblica non serve per rialzare il pil o risolvere la disoccupazione ma solo per impedire il default. E' in corso una guerra tra chi vuole buttare fuori l'italia dall'euro (e comprarsela a 4 soldi) e chi vuole costringere la germania a fare gli eurobond. E la popolazione civile prende le bombe in testa e viene sfollata.

    Attenzione. Draghi ha detto che farà qualsiasi cosa per salvare l'euro, non l'italia. Ma l'italia ha capito male la traduzione dall'inglese. Sarà l'euro ad essere salvato a qualsiasi costo e non i singoli paesi.

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  3. Io credo che sia un errore quello di mettere l'economia sopra la politica. Non usciremo da questa crisi con nessuna azione economica ma solo con una rivoluzione politica che porti al governo un partito al servizio dei cittadini e non delle lobby finanziarie. Affermare che qualsiasi spesa pubblica sia positiva é vero solo se quella spesa é almeno politicamente neutrale. Quello che dovremmo chiederci non é se certe spese pubbliche facciano crescere il PIL, me se non facciano diminuire la democrazia. Oppure potremmo chiederci quale tipo di PIL facciano crescere visto che a breve nel PIL saranno inclusi anche il traffico di droga e la prostituzione.

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    1. se come dici tu i governi sono al servizio della finanza beh allora mi devi spiegare come è che la finanza ce l'ha a morte con i governi di tutto il mondo e li manda a quel paese ogni giorno.

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    2. Attenzione, non ho detto che qualsiasi spesa pubblica e' positiva. Ho detto che qualsiasi spesa pubblica (o privata) e' meglio di un'azione di austerità che contrae il PIL e ti lascia con piu' debito pubblico di prima, e meno occupazione. Che e' esattamente quanto sta avvenendo da tre anni a questa parte.

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    3. draghi non stampa. sono balle. se draghi stampa come fanno in america l'euro è finito. non stamperà mai. tranne robetta giusto per tenere in piedi le banche i centri commerciali e la volkswagen italia.

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    5. E quindi si va avanti senza far nulla ? È il modo migliore per far saltare il sistema. Fermo restando che se Draghi stampa per comprare titoli (quantitative easing) ma non si mettono soldi nell'economia reale (deficit spending) non si risolve comunque niente.

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    6. @Anonimo delle 17:01 se i governi dell'eurozona (per adesso limitiamoci a questi) non fossero al servizio della finanza ma dei cittadini la prima cosa che farebbero sarebbe lo sciglimento concordato dell'euro o in alternativa l'utilizzo unilaterale di monete complementari tipo CCF. Si chieda perche invece e nell'interesse di chi i governi continuano con ostinazione demoniaca a fare l'esatto contrario attraverso le politiche di austeritá,

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    7. x cattaneo
      far arrivare soldi all'economia reale è molto difficile nelle società chiuse. gli 80 euro non hanno alzato i consumi e l'inflazione perché di fatto, non facendo riforme, gli italiani sanno che dovranno restituirli. non devi dare il pesce gratis alla gente, ma una canna da pesca.


      x anonimo 22:43
      gli scioglimenti concordati non esistono per il semplice fatto che appena annunci lo scioglimento il sistema crolla. l'annuncio dei ccf sarebbe già di fatto un bank run sull'euro.

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    8. Bank run ? Solo se la BCE ritira il whatever it takes, cioè se si suicida. Non credo... Gli 80 euro non hanno alzato i consumi perché la gente prevedeva più tasse DOMANI ? Ma no, non li hanno alzati perché sono stati CONTESTUALMENTE tolti con altre tasse più soldi di quanto davano gli 80 euro: le famigerate, folli "coperture..."

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    9. "whatever it takes" cosa significa? nessuno lo sa. vuol dire tutto e nulla. draghi si riferiva all'euro e non agli stati.

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    10. Vuol dire garanzia illimitata in merito alla solvibilità degli stati. Senza, l'euro sarebbe saltato due anni fa.

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    11. non ha risolto la solvibilità, ha risolto il problema liquidità (bancaria) e quello della speculazione sui titoli. i debiti sovrani e quindi gli stati sono ancora considerati insolvibili dal mercato.

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    12. E questo e' esattamente il motivo per cui la BCE non può far venir meno la sua garanzia senza che collassi l'euro.

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    13. la garanzia sull'euro non corrisponde alla garanzia sui debiti sovrani. se lo stato fallisce, la liquidità viene garantita ma il debito sovrano no. draghi sta difendendo l'euro non gli stati. per gli stati ci sono i vari fondi e la troika ma garantiti dai risparmi degli italiani.

      si sta cercando di "costringere" la bce (diciamo la germania) a garantire anche gli stati con i vari QE (come vorrebbe lei) ma ancora non è così.

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    14. Il mercato la pensa diversamente, e se cambia idea l'intera costruzione collassa...

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    15. nessuno sa come la pensa il mercato, ogni 5 minuti cambia

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  4. Me lo sono chiesto anch'io... e le risposte le trova nel post del 31.12 scorso, e in quello del 16.1.

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  5. Dott. Cattaneo quello che contestavo é proprio che invece, IN ALCUNI CASI, un'azione di austeritá é meglio di un'azione di spesa. Per esempio prendiamo il finanziamento pubblico dell'editoria, questa spesa pubblica se fatta in modo non neutrale (finanziamo solo i giornali che dicono quello che vogliamo) porta al controllo dell'informazione da parte del potere che (anche indirettamente) controlla quei finanziamenti, e se quel potere proviene dalle parti di Bruxelles alla fine si hanno dichiarazioni tipo quelle di Scalfari sulla opportunitá di ricorrere alla Troika (e magari un articolo che parla di CCF sará censurato). Siamo sicuri che in questo caso non era meglio un'azione di austeritá?

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    1. Oh, certamente. Ma in questo caso non si tratta di fare austerità, ma di evitare un'operazione di manipolazione del consenso.

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    2. ma la gente ha votato per l'europa. è a favore. giusto o sbagliato è così. magari gli europei sono scemi e stanno sbagliando come spesso è capitato loro nel corso della storia ma hanno votato.

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    3. Ma l'avanzata dell'euroscettiscismo c'è stata, nettamente. E continuerà, se la UE non cambia totalmente la sua strategia economica.

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    4. sì ma è portata avanti da partiti nazionalisti che avendo un passato tragico difficilmente avranno la maggioranza. la maggioranza in europa ce l'hanno i movimenti moderati socialisti di centro e di sinistra.

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    5. Alcuni sono nazionalisti, altri no. Un passato tragico come partiti di governo non l'hanno (quasi nessuno e' stato al governo, in realtà). Certo, i partiti moderati (o meglio tradizionali) hanno ancora la maggioranza. E forse la conserveranno. Se cambiano la loro posizione riguardo alla politica economica dell'eurozona. L'euro scetticismo e' passato da zero al 30%: la tendenza e' chiara.

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    6. ma quel 30% non è fatto di persone contro l'euro a prescindere ma contro la politica dell'austerità. basta riaprire i rubinetti e crolla al 3%.

      ma siccome gli italiani alle elezioni hanno votato in massa contro l'antieuropeismo dimostrando grande paura (40%) ecco che bruxelles ora ha capito che sono deboli e paurosi (anche se fanno la voce grossa contro l'euro) e io posso continuare con l'austerità.

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    7. Se la UE adotta politiche che mettono fine alla crisi l'euroscetticismo crolla nei paraggi dello zero. Ed e' possibile farlo senza arrivare al breakup dell'euro, certo: non lo dica a me, e' il principale tema di questo blog ! Ma non sta succedendo, e se continua cosi' vediamo quanto dura il 40% di Renzi...

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    8. se lei stampa i ccf, il primo a ritirare gli euro in banca sarà proprio lei.

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    9. mai scommettere a senso unico, meglio fare hedging...!!!

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