venerdì 16 gennaio 2015

I trattati i trattati i trattati


In un'intervista (ricca peraltro di spunti interessanti, che in larga parte condivido) sulla situazione greca, Emiliano Brancaccio – interpellato in merito all’Appello sulla Moneta Fiscale – afferma quanto segue:

“L’obiettivo di fondo è naturalmente condivisibile, ma mi lascia perplesso la tesi dell’Appello secondo cui la Moneta Fiscale sarebbe compatibile con gli attuali trattati europei. Se di moneta si tratta, allora la proposta entra in contrasto con l’attribuzione del monopolio dell’emissione alla BCE. Se non si tratta di moneta, allora va inscritta nel bilancio pubblico, e quindi si scontra con il limite del tre per cento tra deficit e PIL. Piuttosto che cercare improbabili compatibilità, forse sarebbe meglio andare dritti al nodo della insostenibilità dei trattati stessi”.

Allora, il tema della compatibilità con i trattati riemerge a scadenze periodiche e frequentissime. Ho cercato di chiarirlo varie volte – per esempio qui (al punto 37) - ma vale la pena di sottolineare una cosa che forse sfugge all’attenzione di molti.

La compatibilità con i trattati è un punto del tutto secondario. Il sistema dei trattati attuali è tutto da riscrivere, comunque (ed è appunto quanto Brancaccio afferma, del resto). Il Fiscal Compact è ineseguibile – lo dice l’aritmetica – e l’OMT è considerato non conforme alla costituzione tedesca dalla Corte di Karlsruhe.

Nel momento in cui l’intero assetto dell’eurosistema è insostenibile, il problema non è più che cosa sia più o meno coerente con l’impianto oggi (formalmente) in essere. E' come riformare il sistema in modo da renderlo funzionale e duraturo.

Le alternative possibili, salvo proposte di cui non sono a conoscenza, sono e restano:

Il breakup dell’euro, con tutte le sue complicazioni e inefficienze.

Lo sforamento unilaterale dei limiti di bilancio da parte dei paesi che ne hanno bisogno, purché coperto e garantito dalla BCE – che però questa copertura non la fornisce. E se la fornisse, emettere debito in moneta straniera espone i singoli paesi a maggiori rischi se la copertura BCE per qualsiasi motivo viene, a certo punto, meno.

L’”Helicopter Money” da parte della BCE – ma anche qui, i singoli stati dipendono dalla volontà di un soggetto esterno, che a tutt’oggi appare lontanissimo dal prendere in considerazione un’azione di questo tipo.

E la Moneta Fiscale.

Il progetto Moneta Fiscale, di tutte queste alternative, è l’unico che combina (i) l’attuabilità per volontà autonoma di singoli stati, e (ii) il rispetto della finalità del Fiscal Compact (evitare di accrescere, e anzi nel tempo ridurre secondo ritmi prefissati, l’indebitamento che grava sui vari stati e che può dare luogo a insolvenze: la Moneta Fiscale non deve essere rimborsata e quindi, per definizione, insolvenze non ne genera).

E’, di tutte, l’alternativa che modifica in modo meno radicale o deflagrante l’architettura del sistema attuale, e che permette allo stesso tempo di conseguire gli obiettivi di crescita, stabilità monetaria, riduzione dei rischi finanziari senza il raggiungimento dei quali l’eurosistema è destinato a collassare.

Di fronte a tutto questo, l’aderenza ai trattati così come attualmente sono formulati passa, francamente, del tutto in secondo piano.

Per completezza e per rispondere alle domande sul tema, che comunque vengono poste in modo ricorrente e frequente, ribadisco che, mentre tutte le alternative sopra accennate rappresentano, incontestabilmente, delle rotture, la Moneta Fiscale (a) non essendo debito non concorre a far superare il limite del 3% e (b) non è attaccabile ai sensi dell’articolo 105, comma 2, del trattato di Maastricht, che riserva alla BCE l’emissione (direttamente o autorizzando le Banche Centrali dei singoli stati) non di qualsiasi forma di moneta ma solo di banconote e monete metalliche.

Però, ancora una volta: la riforma del sistema monetario europeo per il tramite della Moneta Fiscale non è preferibile (non in primo luogo, quanto meno, e neanche in secondo o in terzo) perché più rispettosa dei trattati, ma perché combina una molto maggiore rapidità e semplicità di esecuzione (rispetto in particolare al breakup) con il rispetto degli obiettivi che garantiscono la sostenibilità del sistema monetario europeo.

14 commenti:

  1. se eliminate il debito dal bilancio dello stato stampando ccf non vuol dire che avete eliminato il debito ma solo che lo avete spostato. quindi gli utilizzatori dei ccf si chiederanno su chi è stato spostato questo debito. e presto lo scopriranno. la negazione di questo punto è purtroppo alla base della proposta ccf. e quindi va "aggiustata".
    anonim35

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    1. Se sono sempre e comunque in grado - e lo sono - di finanziarmi senza emettere debito in euro, il problema e' risolto.

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    2. ma lo emetti perché la proposta ccf non prevede mica " l'uscita" del governo dalla banca d'italia e tantomeno la sua nazionalizzazione al 100%.

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    3. No, ma si può gestire comunque la situazione senza emettere più debito in euro, secondo le linee illustrate nel post del 10.1.2015.

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    4. lo emetti lo stesso il debito. non pagherai gli interessi alla bce ma a te stesso. ma non avrai la solvibilità che ha l'europa (grande) bensì una solvibilità pari ad un paesello di provincia (fallimento) in mano a criminali e truffatori e con la massa degli onesti massacrati. attualmente il punto critico è che questa solvibilità è tenuta in piedi SOLO dalla bce. e non va bene ovviamente. l'omt di draghi è una bozza di soluzione.

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    5. Se pago gli interessi a me stesso non li pago a nessuno.
      E oggi non ho la "solvibilità dell'europa". Tutt'altro. Ho la mancanza di solvibilità che deriva dall'avere dato in mano ad altri le chiavi della macchina sa stampa.

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    6. hai la solvibilità monetaria dovuta al fatto che l'euro è internazionalizzato. la lira e i ccf non lo era/saranno mai. manca ovviamente la sovibilità dei debiti sovrani come detto nel post in precedenza.

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    7. La stessa solvibilità "da internazionalizzazione" dei paesi emergenti che s'indebitano in dollari... La solvibilità e' SEMPRE a rischio quando ti indebiti in moneta straniera.

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    8. ma se i paesi emergenti hanno monete di cui nessuno si fida non è mica colpa del dollaro o dell'euro di cui tutti si fidano. e che è moneta anche italiana essendo lo stato italiano azionista della banca d'italia a sua volta azionista della bce. non è una moneta straniera è una moneta comune.

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    9. Non si fidano della moneta locale (che il paese emergente può emettere) e si fidano di debito in euro o in dollari emesso dalla Grecia o dall'Argentina (che il debitore non può rimborsare emettendo moneta propria) ? I risultati si sono visti.
      L'euro NON è una moneta italiana. Moneta italiana è SOLO quella emessa da un organo dello stato italiano. E infatti il debito pubblico italiano in euro è BBB-, mentre in lire era AAA.

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    10. anche i risultati precedenti si sono visti...ovvero due guerre mondiali. o gli anni 70. che voi avete dimenticato. le masse tendono a scegliere il meno peggio. ecco perché hanno votato per l'euro. hanno scelto il meno peggio.

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    12. Suvvia, se si dedica al nonsense lei è sicuramente in grado di essere più creativo... all'euro che evita le guerre e le crisi petrolifere non crede più nemmeno Scalfari...

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    13. infatti dicevamo il contrario. l'euro risolve la stabilità monetaria (sempre meglio degli anni 70 o delle guerre precedenti) ma non risolve quella della crescita scatenando quindi la guerra non tra stati bensì contro le proprie popolazioni. gli stati (le elite) non si fanno più la guerra grazie all'euro ma la fanno alla propria popolazione svalutandola. a svalutarsi infatti è solo la popolazione e non anche le elite con l'abolizione di leggi che impediscono il mercato. le persone che spesso cita lei non sono affatto a favore di tali cambiamenti e addirittura volevano il fallimento dell'italia proprio per velocizzare tale svalutazione che se avviene troppo lentamente rischia di dare il tempo agli estremismi di nascere o di cambiare certi assetti politici.

      per stati uniti d'europa si intende appunto la fine di tali "monarchie" contro il mercato come la democrazia mise fine alle monarchie di un tempo nel 45. da qui la crescita del dopoguerra. la crescita infatti la vedrete solo con tale "liberazione" dell'economia e non stampando soldi. se stampate soldi oggi finirete col darli a chi già è ricco e non all'economia reale. peggiorando la situazione. ci sarà una boccata d'ossigeno con la bce ma i problemi di fondo rimangono. non c'è libertà.

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