Il giornalista
inglese, firma del Telegraph ed esperto conoscitore delle cose italiane (ha
vissuto alcuni anni da noi e parla la lingua) è un noto commentatore delle vicende
dell’eurocrisi, con un atteggiamento fortemente critico nei confronti delle politiche
di Bruxelles.
Pochi giorni ha
rilasciato fa un'intervista all’interessante sito lantidiplomatico.it,
dichiarando, al termine della penultima risposta, quanto segue.
“In questo
periodo ci sono anche proposte interessanti che l’Italia possa sviluppare una
moneta parallela all’euro – come il caso dell’Austria negli anni ‘20 in
parallelo al gold standard – che permetterebbe al paese di riprendersi senza
violare tecnicamente i Trattati europei. Il Ministero del Tesoro italiano ha
avuto discussioni informali sulla possibilità di realizzarla e Renzi dovrebbe iniziare
ad usare questi argomenti per minacciare Bruxelles, Francoforte e Berlino per
l’applicazione di economie (Nota MC immagino intenda “politiche economiche”)
espansive nel 2015”.
Ho contattato
Evans-Pritchard via twitter, chiedendogli se si riferisse all'Appello.
La risposta
testuale è stata: “Mi è stato detto che questo genere di possibilità erano una
risorsa di ultima istanza se la BCE non avesse agito. L’azione c’è stata,
quindi la questione passa in secondo piano, per il momento.”
Dato che
l’Appello e i termini del progetto Moneta Fiscale sono arrivati a conoscenza di
diversi esponenti del governo italiano e di loro consulenti, è sicuramente
possibile che, effettivamente, l’Italia stia utilizzando la possibilità di
introdurre una moneta parallela come leva per rafforzare la propria posizione
negoziale nei confronti della BCE e della UE. Certo, se il governo italiano
ritiene che il QE annunciato da Francoforte sia un’azione sufficiente, rischia di farsi delle illusioni.
Comunque le
possibilità aperte sono più di una. Per esempio, ottenere maggiore flessibilità
nell’applicazione dei vincoli UE – e potrebbe anche essere sufficiente un
ritocco relativamente modesto, se la svalutazione dell’euro darà una grossa
mano (com'è possibile).
Oppure lasciare
invariati i vincoli ma introdurre la Moneta Fiscale, con l’intesa che non
concorre alla determinazione dei parametri di deficit e debito (vedi punto 39,
qui).
Le prossime
settimane possono essere importanti, anche perché gli accadimenti greci sono
potenzialmente in grado di produrre una svolta.
Nulla ancora di
certo, s’intende. Ma vediamo.
E nel frattempo
Wolfgang Munchau, editorialista (tedesco) del Financial Times e dello Spiegel,
ipotizza anche lui, in questo articolo (qui la traduzione italiana) la valuta parallela come elemento chiave della
soluzione per la Grecia – e a seguire, con ogni probabilità, anche per Portogallo,
Spagna e Italia (io aggiungerei l’Irlanda e la Francia e non escluderei il
Belgio).
gli inglesi non sopportano l'idea che possano nascere stati uniti europei dopo aver perso gli stati uniti americani per lo stesso motivo. e per giunta l'europa è pure governata dai tedeschi cioè il colmo per gli inglesi. londra non accetterà mai una vera unificazione europea. si batterà sempre contro a prescindere.
RispondiEliminaPuò essere che agli inglesi l'idea non piaccia, ma la UE ci mette del suo meglio per non farla funzionare... Ammesso che ne valga la pena.
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