Allora, alla fine
Tsipras ha accettato un accordo catastrofico per il suo paese. La motivazione
addotta è stata che Syriza non aveva un mandato elettorale per la Grexit. Ma
non sta in piedi: non l’aveva neanche per l’accettazione di un programma ancora
più deleterio, per il suo paese, di quanto attuato tra il 2012 e il 2014. Anzi
era stato eletto precisamente per metter fine a quel programma, non certo per
peggiorarlo.
Ci sarà ancora
parecchio da dire sull’argomento nei prossimi giorni, anche e soprattutto perché
l’accordo ha comunque altissime probabilità di restare lettera morta. I voti
per l’approvazione nel parlamento greco, nonostante la spaccatura di Syriza,
saranno probabilmente resi disponibili dalle (ex ?) opposizioni “europeiste”. Ma
il Fondo Monetario Internazionale ha già espresso la sua valutazione: è un
programma inattuabile e, nella modesta misura in cui sarà parzialmente
possibile renderlo operativo, a dir poco dannoso. E’ estremamente dubbio che
UE, BCE e stati membri dell’Eurozona procedano senza il coinvolgimento del FMI,
e dopo anzi averne ricevuto un’opinione così negativa.
Per ora mi limito
a un breve commento su un tema che mi ha sempre suscitato parecchie
perplessità. I sondaggi di opinione da anni affermano che un’alta percentuale
della popolazione greca – 70%, 80% - vuole evitare, comunque e a qualsiasi
costo, l’uscita dall’euro.
Ora, questo dato
stride profondamente con il risultato del referendum del 5 luglio scorso. Certo,
il quesito referendario non era sulla Grexit, ma sull’accettazione di un
programma di austerità. Ma la popolazione greca era stata bombardata, per tutta
la settimana precedente, da una campagna mediatica e anche da dichiarazioni di
parecchi esponenti UE, secondo le quali il no al referendum implicava, o
aumentava moltissimo, le probabilità di Grexit.
Aggiungiamo a
questo il clima non certo sereno, a dir poco, prodotto dalla chiusura delle
banche e dal contingentamento dei prelievi bancomat. C’erano tutti gli elementi
per pensare che, se veramente i greci fossero stati in maggioranza ostili alla Grexit,
i sì avrebbero vinto. Invece, 61% di no.
Ne derivo una
banale conclusione. Questi sondaggi sono inaffidabili.
risposta semplice cattaneo
RispondiEliminain grecia tsipras ha mandato un messaggio contraddittorio al popolo dicendo che il no avrebbe dato maggiore potere di trattativa ma al tempo stesso ha detto che dopo il referendum ci sarebbe stato comunque un accordo immediato a 24 ore. i greci quindi non hanno avuto più paura di votare no e in massa lo hanno fatto sapendo che le riforme per rimanere nell'euro sarebbero state fatte. l'europa ha sbagliato a fare propaganda contro il no ma era convinta che i sì avrebbero vinto a causa appunto della paura. ma tsipras ha smontato la paura facendo esplodere i no. forse era convinto anche lui che avrebbero vinto i sì in modo da firmare le riforme a nome del popolo e non a nome del governo.
quando poi è tornato a trattare però ha capito ciò che varoufakis aveva già capito a suo tempo ovvero l'europa non vuole che un partito faccia riforme ma vuole che tutti i partiti si uniscano in un governo di unità nazionale e le facciano tutti insieme in modo che nessuno possa dire io non c'ero. la risposta quindi a cattaneo è semplice. è vero che i greci sono contro l'uscita dall'euro ma è anche vero che vogliono firmare un accordo che sia meno devastante per loro e hanno pensato che il no servisse a questo perché si sono fidati di tsipras che mai sarebbe uscito dall'euro. ma l'europa non vuole firmare un accordo solo con un partito perché a quel punto nascerebbe il teatrino della politica tra maggioranza e opposizione che in italia conoscete bene e che serve appunto a non fare nulla.
varoufakis voleva forzare la mano e impaurire l'europa con una grexit simulata e a quel punto avrebbe costretto l'europa a firmare un accordo col governo attuale ma tsipras che è un leader politico (e non un ministro) ha ritenuto pericoloso una sfida a questo livello perché non avrebbe avuto più nessuna nazione alleata dalla sua parte in quanto nessuna nazione oggi vuole un disastro mondiale anche le nazioni che sono contro l'europa tedeschizzata. il bluff di varoufakis quindi non potendo essere spinto fino alle estreme conseguenze si sarebbe afflosciato. questo dimostra che i politici si occupano solo del proprio futuro personale e non delle nazioni che governano e quindi è necessario che siano tutti messi attorno ad un tavolo a fare ciò che deve essere fatto per il bene della nazione e non per il bene di una parte contro l'altra. questo non vuol dire che l'europa ha risolto i suoi problemi ovviamente.
Il mio ragionamento è più semplice. Il rischio che no = Grexit (anche se la domanda del referendum era un'altra) esisteva ed era stato enormemente enfatizzato dalla propoganda pro sì. Non trovo spiegabile che, in queste condizioni, l'80% dell'elettorato fosse anti Grexit e poi il 61% abbia votato no.
EliminaMi pare molto più plausibile che la grande maggioranza di quel 61% fosse disponibile a percorrere la Grexit.
semplice. perché non hanno avuto più paura di votare no. l'europa ha spinto per il no=grexit e a quel punto tsipras (che vuole l'euro) ha reagito annunciando che indipendentemente dall'esito del referendum ci sarebbe stato l'accordo. lo scopo era ottenere tanti voti per confermarsi leader indiscusso ma ciò non significa ottenere migliori condizioni perché all'europa delle elezioni non gliene frega niente anche se prendi il 61%. sempre al tavolo dovrai sederti. vota chi ti pare ma alla fine qua devi venire. non ci sarebbe nulla di male se ci fosse crescita in quanto a nessuno interessa la democrazia se sta bene e ha un futuro. ma quando c'è la crisi, la mancanza di democrazia diventa uno strumento di lotta politica (una scusa) al potere costituito.
Elimina"a nessuno interessa la democrazia se sta bene e ha un futuro" ... mirabile esempio di contraddizione in termini.
EliminaCome fa a stare bene e ad avere un futuro senza democrazia?? ... pardon un modo c'è: stare dalla parte di quelli che comandano
per anonimo 15.57
Eliminaquando l'europa dava soldi a tutti, e pure ai greci, non era mica democratica ed era esattamente come oggi eppure nessuno la criticava per la sua anti democrazia. se per democrazia si intende cosa il popolo ha votato questo non vuol dire che se il popolo vota al 51% di invadere un altro popolo allora vincerà la guerra. potrebbe anche perderla. questo dimostra che la parola democrazia viene sempre tirata fuori quando le cose vanno male e non quando vanno bene.