In tutte le proposte fin qui formulate, si è ipotizzato di introdurre i Certificati di
Credito Fiscale sotto forma di titoli utilizzabili dal possessore a partire da
una certa data dopo l’assegnazione originaria.
Ho sempre parlato,
in effetti, di due anni di differimento, per fare in modo che, nel momento in
cui i CCF saranno utilizzati per ridurre pagamenti altrimenti dovuti
all’amministrazione pubblica, si siano già prodotti effetti di recupero di PIL,
occupazione e gettito fiscale, tali da assicurare (per il settore pubblico)
l’equilibrio tra incassi in euro e pagamenti in euro.
L’effetto
espansivo sulla domanda prodotto dall’assegnazione dei CCF è dovuto al fatto
che i CCF rappresentano, per chi lo riceve, un arricchimento patrimoniale
immediato, anche se non sono utilizzabili immediatamente per ridurre pagamenti
verso l’amministrazione pubblica. Saranno infatti cedibili sul mercato dei
capitali, ottenendo euro sulla base di un’attualizzazione finanziaria. Un CCF
del valore facciale di 1.000 sarà convertibile in, per esempio, 950 euro cash.
CCF che non
prevedono il differimento di utilizzo sarebbero invece equivalenti a una pura e
semplice riduzione d’imposte, e potrebbero quindi creare, nel breve termine, uno squilibrio nei conti pubblici. Fin qui, non li ho – di
conseguenza – presi in considerazione, sulla base della riflessione che se c’è
spazio per riduzioni fiscali con effetto immediato, queste possono essere
effettuate con azioni dirette, senza passare tramite l’assegnazione di CCF a
utilizzo non differito.
In effetti, però,
la combinazione tra CCF a utilizzo differito e CCF a utilizzo non differito
potrebbe avere senso. I CCF a utilizzo non differito potrebbero essere (prendo
qui spunto da un suggerimento di Warren Mosler) accreditati su un conto che
offre al titolare interessi a un tasso tale da incentivarli a posporre
l’utilizzo.
In pratica, una
parte dei CCF assegnati sarebbero utilizzabili subito, ma per ogni periodo
trimestrale (ad esempio) decorso senza che l’utilizzo avvenga, il
loro importo sarebbe incrementato ad esempio dello 0,50% (2% su base annua).
Da un lato, i CCF
a utilizzo non differito risulterebbero di ancora più facile comprensione da
parte del pubblico: l’accredito su un conto corrente fruttifero li rende ancora
più simili a moneta corrente (pur non essendo moneta legale nel senso in cui lo
è l’euro).
Dall’altro,
l’interesse conseguibile decidendo volontariamente di posporre l’utilizzo indurrebbe molti percettori, appunto, a non usarli subito. Il vantaggio del
differimento (i due anni dei CCF della proposta originaria) finirebbe quindi
per essere comunque, in buona parte, conseguito.
ma i titoli ccf li avete già messi in proposta adesso che fate date un tasso pure ai ccf. cosa avete bevuto oggi dite la verità chianti o sangiovese?
RispondiEliminaAcqua minerale gassata (sono quasi astemio... o meglio no, ma se bevo alcolici mi addormento :) ).
Eliminainteressante questo articolo del FINANCIAL TIMES...giornale economico importante a livello mondiale.
RispondiEliminaTitolo:L'EURO NON HA MAI AVUTO SENSO...
http://vocidallestero.it/2015/11/13/il-financial-times-leuro-non-ha-mai-avuto-senso/
l'articolo è piuttosto lungo...e fa l'esempio di alcuni paesi che oltre ad essere adiacenti geograficamente hanno lingua, interessi ed economie simili per non dire quasi uguali eppure si son tenuti le rispettive monete ...e i rapporti vanno benissimo .
estrapolo dall'articolo l'inizio:
------>>>"....Pur con grave ritardo e in una maniera un po’ ingenua, perfino il Financial Times ammette una semplice verità: l’euro non è mai servito a perseguire gli scopi per cui veniva propagandato. Semplicemente confrontando i dati delle economie europee meno avanzate che l’hanno adottato (i periferici) e i paesi dell’ex blocco sovietico che non l’hanno fatto, è evidente che, per poter avere più crescita, impieghi di denaro più produttivi e più stabilità economica, quello che serviva era NON avere la moneta unica. A una cosa però l’euro è servito: a traslare i rischi di cambio degli investitori esteri in capo ai governi e ai lavoratori dei Paesi in cui questi scelgono di investire il denaro....."
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e la fine dell'articolo che conclude dicendo questo:
------->>> "......(Oppure, semplicemente, questo era esattamente quello che si voleva succedesse… in modo che le perdite non finissero più in capo ai creditori stranieri, ma ai governi – per salvare le banche al collasso – e ai lavoratori e imprese locali NdVdE).
Contrariamente a quanto credevano i fondatori dell’euro, è ora evidente che l’assenza dell’unione monetaria è ciò che serve per indirizzare i flussi di capitale transfrontalieri verso gli impieghi più produttivi. Questa è la vera tragedia della moneta unica: .....ERA INSENSATA FIN DALL'INIZIO ...."
(Parola del Financial Times ;-)
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dico io: come insensati sono i ragionamenti di quelli che si ostinano a difendere l'euro (o son fessi...o sono in mala fede: ai piani alti lo sanno e lo pensano tutti che è una moneta assurda e sbagliata....la difendono perché non possono fare diversamente ...mentendo sapendo di mentire...: tutti hanno capito...! )
Shardan
comunque ora son due le preoccupazioni principali.
------->>> Il TTIP alle porte
------->>> Gli Stati Uniti che piano piano stanno spostando le pedine nello scenario geopolitoco per un conflitto aperto con la Russia (ormai non è più una vocina sporadica : stanno incominciando a dirlo tutti sia in economia che in geopolitica anche perché è "evidente"...gli Stati Uniti..stanno volutamente sempre di più alzando il tiro: vogliono la guerra...c'è poco da fare....la vogliono proprio .. ) per un terzo conflitto mondiale.(cioè un ecatombe di sangue...)
per un terzo conflitto mondiale.
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l'altro giorno mi ha sorpreso leggere un affermazione del genere addirittura da Bagnai...che solitamente è prudente nel dire cose del genere: ho letto con mia grande sorpresa in un suo recente post..che questa situazione ci sta portando dritti dritti al terzo conflitto mondiale...(mi ha sorpreso ...perché solitamente non entra in queste dinamiche nelle sue argomentazioni...).....mentre se ne parla molto negli Stati Uniti...
Per la verità ultimamente queste cose le dice e ripete spessissimo. Se vuole la mia opinione, tuttavia, trovo che siano grosse forzature. Per vari motivi, tra cui una cosa che negli Settanta era chiara e che oggi per qualche ragione si tende a dimenticare: un conflitto mondiale è reso impossibile dal fatto che esistono le armi nucleari.
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