Commentavamo, con
Stefano Sylos Labini, l’eventualità di erogare CCF alle famiglie con un vincolo
di decadenza (dei CCF) se l’erogazione non dà luogo a una maggiore spesa entro
un periodo di tempo molto breve: un mese dall’assegnazione, per esempio.
La domanda che ci
si poneva era se questo avrebbe intensificato l’azione espansiva prodotta
dall’assegnazione di CCF. Credo che la risposta sia negativa.
Sospetto, in
effetti, che siamo in presenza di uno dei tanti equivoci che nascono dalla
scorretta interpretazione della formula
MV = PQ
con la quale si
sintetizza la cosiddetta “teoria quantitativa della moneta”.
La formula indica
che
Moneta (M) moltiplicato
per Velocità di circolazione della moneta (V)
Uguale
Livello generale
dei prezzi (P) per Produzione del sistema economico in quantità fisiche (Q)
ed è in sé vera:
siccome si produce per vendere, e ad ogni transazione corrisponde uno scambio
monetario, il valore nominale degli scambi (PQ, che a livello di sistema
economico corrisponde al valore nominale del PIL) equivale alla quantità di
mezzi monetari esistenti moltiplicata per la loro velocità di circolazione,
cioè per il numero di volte in cui, in un determinato periodo, passano di mano.
La relazione è
quindi vera ma è, in effetti, una tautologia, e com’è tipico delle tautologie
non dice, in realtà, un granché di utile.
Anzi, rischia di
essere fuorviante. Buona parte della fiducia riposta nel “Quantitative Easing”
deriva proprio dal ritenere che, se MV = PQ, incrementare la quantità di moneta
in circolazione (M) otterrà “evidentemente, a parità di altre condizioni”
l’effetto di accrescere il livello dei prezzi P, e/o le quantità prodotte Q.
Quindi più inflazione (quella che la BCE sta disperatamente cercando di
ottenere) e ripresa produttiva, giusto ?
No, non è giusto.
E il motivo è molto semplice: “a parità di altre condizioni” implica “se V
rimane invariata”. Invece V NON rimane invariata: la BCE emette moneta per acquistare
titoli, non per effettuare azioni fiscali espansive (in altri termini, non si diminuiscono
le tasse, né si incrementa la spesa pubblica e/o i trasferimenti alle famiglie).
Di conseguenza, il
potere d’acquisto in circolazione nell’economia reale non aumenta, la domanda
nemmeno, e la maggior moneta in circolazione rimane “chiusa” nel recinto
dell’economia finanziaria, senza alimentare maggiori scambi di beni e servizi.
M aumenta, certo, ma V diminuisce…
Tornando a quanto
si diceva all’inizio: se mettiamo in circolazione moneta, o un equivalente
monetario come i CCF, con un vincolo di decadenza in caso di mancato utilizzo
entro un breve periodo di tempo, aumentiamo l’effetto espansivo sulla domanda
di beni e servizi ?
No, perché
l’azione espansiva si produce solo a seguito dell’incremento di reddito
disponibile per famiglie e aziende. E’ questo che innesca maggiore spesa,
produzione, occupazione, e ulteriore aumento dei redditi.
Se l’azione
espansiva viene attuata emettendo una moneta, o un equivalente monetario, che decade
rapidamente in caso di mancata spesa, non c’è incremento ADDIZIONALE del potere
d’acquisto dovuto al vincolo di decadenza. L’incremento del reddito disponibile
è sempre lo stesso.
Certo, se i CCF
assegnati scadono dopo un mese, verranno spesi subito per intero, invece di
essere magari in parte risparmiati. Ma quello che avverrà è che non verrà spesa
(verrà quindi risparmiata) moneta ordinaria che gli assegnatari dei CCF già
possedevano.
In altri termini,
la velocità MEDIA di circolazione dell’aggregato CCF + moneta ordinaria rimarrà
invariata perché i CCF a scadenza rapida avranno una velocità molto alta, ma si
abbasserà quella della moneta ordinaria.
In definitiva,
l’elemento chiave è incrementare i redditi disponibili per famiglie e imprese,
aumentare la domanda di beni e di servizi, e di conseguenza riassorbire il
sottoutilizzo delle risorse produttive: il che produce anche (e soprattutto) la
diminuzione della disoccupazione.
Naturalmente,
tutto questo vale in presenza di una condizione di significativo output gap
(sottoutilizzo delle risorse produttive, appunto): quella in cui ci troviamo
attualmente.
C’è poi da gestire
il vincolo esterno – evitare che l’espansione della domanda crei squilibri nei
saldi commerciali esteri. A questo fine, se non è possibile riallineare il
cambio, effetti analoghi sono ottenibili rivolgendo una parte della manovra
espansiva all’abbassamento dei costi indiretti sul lavoro (quindi del cuneo fiscale).
Giocare
sull’accelerazione della velocità con cui circolano gli aggregati monetari non
mi sembra invece in grado di dare benefici apprezzabili. Sento ogni tanto
menzionare esempi storici di “demurrage” (moneta che perde di valore nel tempo)
ma a quanto mi risulta sono stati tutti abbandonati, dopo poco tempo o comunque
senza che abbiano condotto a risultati apprezzabili.
finalmente cattaneo comincia a capire che le leggi dell'economia non funzionano sempre. non è vero che la bce non compra solo titoli ma dà soldi anche alle banche che però non prestano all'economia reale. non è vero che incrementare i redditi disponibili aumenti il consumo anzi può dare anche l'effetto contrario
RispondiEliminaFinalmente ??? questo articolo è totalmente coerente con i medesimi concetti che trovava esposti in questo blog minimo due anni e mezzo fa: vedi qui.
EliminaE poi, l'articolo per cortesia lo legga con un minimo di attenzione: non c'è scritto che "non è vero che incrementare i redditi disponibili aumenti il consumo", c'è scritto che "l’azione espansiva si produce solo a seguito dell’incremento di reddito disponibile per famiglie e aziende". Se permette, è esattamente il contrario...
e voi leggete le risposte. sostenete che volete incrementare i redditi per avere espansione ma non è vero come si dice nella riposta. l'azione espansiva NON si produce SOLO a seguito dell'incremento di reddito come sostenuto nell'articolo.
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