Il simpatico
Tobias Piller, corrispondente in Italia della Frankfurter Allgemeine Zeitung e
ospite ricorrente di vari talk-show televisivi, non perde occasione di
deliziarci con perle di saggezza e buoni consigli riguardo a quanto, cosa e come dovrebbe
fare l’Italia.
Naturalmente è
straconvinto che l’euro non abbia niente a che fare con i problemi
dell’economia italiana e in merito a questa sua strampalata affermazione
possiamo essere minimamente comprensivi, perché se la pensasse diversamente
dovrebbe anche ammettere che l’euro ha molto a che fare con il successo
dell’economia tedesca.
Una sua frase
tipica, di solito pronunciata con la, diciamo così, “schiettezza” che
contraddistingue molti (non tutti) i suoi connazionali, è che “in Germania non
ci si fida per niente dell’Italia”.
Se è vero – e almeno
in parte senz’altro lo è – ne deriva però una conseguenza che, temo, Piller non
vorrà riconoscere, ma che non vedo come si possa confutare.
L’euro, si dice,
“is here to stay”, è una costruzione
sempiterna, è più indissolubile di un matrimonio cattolico (non ammette nemmeno
una Sacra Rota che lo possa annullare).
Ma a voi che
impressione fa un matrimonio in cui uno dei coniugi dichiara apertamente che
non si fida per niente dell’altro (e sinceramente penso che sia anche vero il
viceversa: tutta questa fiducia italiana nei confronti della Germania non la
vedo, e del resto non mi sentirei, anzi non mi sento, di provarla io stesso) ?
Come vi sembra,
dicevo ? un inferno ? una disgrazia ? un mare di guai ?
Effettivamente,
entrare nell’eurosistema per l’Italia è stato tutte queste cose. E continua a
esserlo.
Euro per la Italia è un TSO
RispondiEliminaimposto ad un paziente sano.
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