Durante l'audizione presso la Commissione Finanze del Senato dello scorso giovedì 23 settembre, il professor Michele Pizzo ha fornito una spiegazione tanto semplice quanto illuminante in merito alla natura NON-debitoria dei Certificati di Compensazione Fiscale.
Spiegazione basata sul seguente esempio. Se McDonald’s distribuisce buoni sconto che danno diritto a comprare un hamburger pagandolo 80 centesimi invece di un euro, deve registrare a bilancio un debito ? pari a 20 centesimi per ogni buono sconto emesso ?
Ovviamente no. Certo, quando in futuro – quantomeno, fino a esaurimento dei buoni sconto – McDonald’s venderà hamburger, incasserà 80 centesimi (cadauno) e non un euro.
Ma si tratterà semplicemente di una minore fatturazione rispetto a un livello ipotetico che diversamente nessuno può affermare se sarebbe stato, o meno, conseguito.
Detto altrimenti: a 80 centesimi ho venduto una determinata quantità di hamburger. A un euro, non so quanti ne avrei venduti. Sicuramente di meno. Ma parliamo di qualcosa che in realtà non è avvenuto. Avvenuta, è la fatturazione di 80 centesimi per hamburger, e quella – SOLO quella – va a bilancio.
Vale lo stesso per il progetto CCF.
Al momento dell’esercizio dei CCF, la loro esistenza sarà un fattore che andrà a determinare da un lato un maggior gettito fiscale lordo (perché l’assegnazione di CCF avrà prodotto un effetto espansivo su domanda e produzione), dall’altra una riduzione di incassi fiscali rispetto a un livello IPOTETICO.
Ipotetico perché nessuno può dire quali sarebbero stati i livelli di attività economica e di gettito fiscale lordo se i CCF non fossero stati emessi, Sicuramente, comunque, inferiori, per motivi analoghi a quelli per cui a 80 centesimi vendo più hamburger che a un euro.
Non ha nessun senso considerare i CCF debito al momento dell’emissione. La loro esistenza è un fattore che va incorporato nelle previsioni di andamento del deficit pubblico futuro. Con effetti sia positivi (l’espansione dell’economia) sia negativi (la possibilità di usufruire di uno sconto sulle imposte).
E di fronte a dati vincoli di finanza pubblica, si andrà ad accertare se i vincoli stessi sono rispettati, o se no a intervenire per assicurarne il rispetto.
Ma questo
accertamento, e l’eventuale intervento, dovrà avvenire AL MOMENTO DELL’ESERCIZIO DEI CCF.
Non prima. Non al momento della loro emissione.
Vincenza Scialpi: Ok...ma rimane il problema istat/eurostat...duciamo pure Bruxelles!È questo il vero nodo della questione!
RispondiEliminaChe è un nodo esclusivamente politico. Sul piano tecnico le loro obiezioni sono insensate.
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