Sempre sul tema Brexit, e sul confronto tra realtà e narrazione, riporto qui di seguito i dati aggiornati, forniti dal Fondo Monetario Internazionale a fine gennaio.
Per il 2022, siamo ormai a livello di consuntivi, sia pure preliminari (potrà esserci qualche aggiustamento, ma a livello di decimali).
Fatto pari a 100 il PIL 2019 (ultimo anno prima della Brexit), il livello 2022 del Regno Unito è addirittura il migliore tra i principali paesi europei: 101,4 contro 100,9 per Francia e Italia, 100,7 per la Germania, e 98,6 per la Spagna.
Obiettano gli
euroausterici: il Regno Unito è l’unico per cui è prevista una variazione negativa
del PIL nel 2023. Ma, a parte il fatto che qui siamo sulle previsioni, e le
previsioni sono spessissimo disattese dalla realtà; a parte che il dato 2023
previsionale UK è ritenuto, da parecchi commentatori, dovuto a fenomeni diversi
dalla Brexit (es. il conflitto tra il governo Truss, ormai dimissionato, e la
Bank of England sul finanziamento del deficit pubblico, e le conseguenti
turbolenze finanziarie)…
…a parte tutto questo, la posizione UK per il 2023 sarebbe comunque all’interno del campione: 100,8 come la Germania, sotto il 101,6 francese e il 101,5 italiano, ma meglio del 99,7 spagnolo.
Il disastro economico della Brexit è una fantasia degli euroausterici, o per meglio dire una delle solite operazioni propagandistiche di Bruxelles: cercare di convincere l’opinione pubblica che fuori dalla UE c’è solo pianto e stridor di denti.
Senza che i dati
lo confermino, neanche lontanamente.
Troppe stronzate
RispondiEliminaVivo in Inghilterra, ho il mio business di landscaping, l’unico problema che ho è la difficoltà di trovare personale. Per carità, i prezzi salgono per tutto e non sono solo rose e fiori, ma sono tornato qui nel 2018, con un debito di 500£ per pagare l’affitto di una lurida stanza a Londra e dopo 5 anni ho comprato casa, avviato il mio business, mi sono sposato pagando tutto sull’unghia e non abbiamo debiti. Dubito sarebbe così se UK era ancora nella UE.
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