John Maynard Keynes è stato uno dei più influenti economisti della storia.
Era anche, tuttavia, un brillantissimo scrittore, giornalista ed opinionista, capace di sintetizzare concetti complessi con metafore e frasi ad effetto, che colpivano e rimanevano nella memoria.
Molto citato è l’aforisma “nel lungo periodo siamo tutti morti” che ironizza sulla tendenza di tanti economisti a negare la necessità di interventi per superare specifici problemi, confidando in una presunta, naturale (ma indefinita nei tempi) tendenza dei sistemi a ritrovare l’equilibrio.
Celebre anche “l’oro è una reliquia barbarica”. Keynes qui duellava con i sostenitori della convertibilità aurea della moneta, il cui abbandono doveva condurre a cataclismi inenarrabili. A ottant’anni di distanza nessuno usa più monete convertibili in oro, nè se ne sente il bisogno.
La citazione più appropriata al contesto odierno proviene a mio parere da un articolo del 1930, scritto mentre gli effetti della Grande Depressione cominciavano a delinearsi in pieno. Stavamo guidando un’automobile, disse Keynes, che si è bloccata. Molti si chiedono se l’auto vada completamente riprogettata, o addirittura se per qualche motivo qualsiasi tipo di auto non sarà più in condizioni di funzionare. La verità, invece, è che si è scaricata la batteria.
Crisi anche molto gravi, intendeva dire Keynes, nascono da fattori tecnici ben delimitati. Se identificati, possono essere corretti rapidamente e con grande efficacia.
La crisi dell’euro è in pieno svolgimento, e le politiche adottate non lasciano intravedere soluzioni immediate, e per la verità neanche a lungo termine. Abbondano i commentatori che dissertano sul declino irreversibile dell’Occidente causato dalla crescita dei paesi emergenti, sull’insostenibilità di una crescita illimitata in un mondo di risorse scarse, sull’impossibilità di invertire il declino se non si risolvono i nodi di corruzione, evasione fiscale, assenza di meritocrazia, eccetera.
Bene: i paesi emergenti sono grandi concorrenti, ma anche grandi mercati di sbocco. Le risorse fisiche hanno un limite, ma l’inventiva umana nel migliorarne l’utilizzo non si è certo esaurita. E quanto a intervenire su corruzione-evasione-meritocrazia: molto giusto (attendo spiegazioni sul come, en passant) ma queste cose esistevano anche 20, 40, 60 anni fa e non impedivano all’economia di svilupparsi.
Allora invece di ragionare sulla riprogettazione dell’auto o sulla revisione integrale del sistema dei trasporti, diamo un’occhiata alla batteria.
I paesi europei del nord e del sud hanno accumulato differenze di costi produttivi del 20-25%, frutto di una maggiore disciplina del mondo tedesco rispetto a quello mediterraneo.
Il Nord ha accumulato surplus commerciali (quindi crediti finanziari), ha prestato al Sud per permettergli di acquistare i suoi prodotti e a un certo punto si è spaventato perchè rischia la vanificazione dei propri crediti.
I Sud si è messo a tagliare costi e ad aumentare tasse, e ha scoperto che la situazione peggiora invece di migliorare, perchè la domanda e il PIL crollano.
Come si ricarica la batteria ? con un forte abbattimento del cuneo fiscale, cioè della tassazione del lavoro (sia dal lato dell’impresa che del dipendente).
Come lo finanziamo, se non dobbiamo aumentare il debito nè possiamo stampare moneta ? emettendo, a favore di dipendenti e imprese, Certificati di Credito Fiscale che potranno essere utilizzati (ad esempio) tra due anni.
L’economia ripartirà grazie al maggior potere d’acquisto e ai minori costi delle imprese, producendo i maggiori introiti fiscali necessari, a scadenza, a compensare l’utilizzo dei Certificati di Credito Fiscale.
Che potranno tra l’altro essere scontati in anticipo (a un tasso sostanzialmente in linea con un BOT a due anni) dai percettori che necessitino di liquidità.
Keynes aveva ragione: è solo un problema di batteria scarica.
La cosa difficile è far capire cosa è successo, e spingere all’adozione degli interventi necessari. Perchè – ed è quello che non si deve ripetere – l’articolo di Keynes è del 1930, ma le azioni necessarie ad uscire dalla Grande Depressione furono adottate solo parzialmente, gradualmente, con retromarce e ripensamenti. E se ne uscì del tutto solo con la guerra.
Bellissimo .
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