“Passera, Grillo
e Letta studiano il sarchiapone pro-crescita chiamato CCF”, informa il sito Formiche.net.
Quanto a
Passera, le cose stanno (a quanto mi consta) sempre al punto di cui vi avevo
riferito qui.
Quanto a Grillo,
il progetto CCF è a conoscenza di almeno una quindicina di parlamentari M5S. Parecchi
di loro li ho incontrati direttamente io, a Montecitorio, tra marzo e aprile. Ci sono poi state altre azioni di
sollecito da parte di cittadini e di elettori.
Non sono in
grado di commentare la voce di un interesse di Letta, che avrebbe incaricato
Fabrizio Pagani di occuparsi della cosa. Per la verità fino a ieri non avevo
neanche mai sentito nominare Fabrizio Pagani, ma nel frattempo ho colmato
questa mia lacuna via google e wikipedia. Scoprendo che è un coetaneo di Letta, suo compagno
di studi, nonché attuale consigliere alla presidenza del consiglio per gli affari
economici e internazionali e molto altro ancora.
Bene, a questo punto ne
sapete quanto me. O meglio, a quelli di voi che sono un po’ o molto più giovani
di me potrebbe non essere noto che cosa sia un sarchiapone. Ecco qui.
Una domanda: ma se con i ccf riprende la crescita e quindi frena la deflazione non rischiamo di perdere competitività rispetto agli altri stati europei che invece hanno crescite asfittiche e inflazioni minime (tra cui la Germania) e quindi di danneggiare il saldo delle partite correnti?
RispondiEliminaNo in quanto una parte significativa delle assegnazioni di CCF va alle aziende, in proporzione ai costi di lavoro da esse sostenuti. C'è quindi un forte e immediato riallineamento della competitività italiana rispetto a quella (per esempio) tedesca: vedi qui.
Eliminanon c'è il rischio che la percentuale di CCF data alle imprese non sia comunque sufficiente a ridurre il Gap dei costi tra merci italiane ed estere?
Eliminapurtroppo quasi tutto è made in China (sia da marchi cinesi che di multinazionali occidentali), e spesso i prezzi enormemente competitivi derivano da condizioni pessime dei lavoratori. non è pensabile che si possa replicare riducendo le ns retribuzioni in ugual misura (es electrolux da 1400 a <800).
Se non fossero sufficienti a rendere le ns imprese competitive, i CCF non potrebbero avere come effetto l'aumento delle importazioni (per la parte che resta in circolazione in euro)? Made in Italy non sempre corrisponde a qualcosa interamente lavorato in Italia..
Il calcolo è semplice: il CLUP (costo del lavoro per unità di prodotto) italiano è stimato essere superiore di poco meno del 20% circa a quello tedesco. I costi di lavoro del settore privato italiano sono circa 450 miliardi annui. Con circa 80 miliardi di assegnazioni di CCF (sui 200 totali previsti) colmiamo il gap e portiamo la competitività italiana al livello della Germania. E con gli altri 120 aumentiamo le retribuzioni nette e finanziamo ulteriori interventi di spesa e/o riduzione di imposte.
EliminaMi sento meglio, constatando che i CCF abbiano voce.a livello dei vertici decisionali. Mi auguro che possano trovare voce e costituire una saluttare scossa all'economia. Sono un coetaneo, laureato in Bocconi. Cordialmente, Snoskar
RispondiEliminaGrazie del sostegno e speriamo... se questa situazione ce l'avessero raccontata quando studiavamo all'università, o anche negli anni successivi, mi sarebbe sembrata un cupo e inverosimile romanzo di fantaeconomia. Ma possiamo uscirne, e anche velocemente.
EliminaHa letto che schifo?
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/economia/2014/01/27/news/electrolux_sindacati_crisi-77067887/?ref=HREA-1
Certo. Mi intristisce enormemente, ma sarebbe una bugia dire che mi stupisce.
EliminaOggi è il Giorno della Memoria ma non ci dimenticheremo neanche di questi giorni.
RispondiEliminaAnche questa sarà ricordata come una delle ricorrenti ondate di follia che si impadroniscono periodicamente delle elites europee.
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