La stampa e i
talk-show “allineati”, di questi tempi, battono su un tema ricorrente. La crisi
economica europea è finita, diversi paesi hanno ormai girato l’angolo.
Purtroppo l’Italia è in ritardo.
Ne avevo già
parlato qui con riferimento alla Spagna, ma vale la pena di allargare
l’analisi, perché siamo in presenza di un caso emblematico di disinformazione
economica. I paesi che hanno “girato l’angolo” vengono di salito indicati
essere, oltre alla Spagna, l’Irlanda e il Regno Unito.
Queste nazioni
hanno effettivamente ottenuto, nel 2013, una prestazione macroeconomica
migliore (sarebbe meglio dire “meno disastrosa”…) dell’Italia. Ma i migliori
risultati non sono per niente riconducibili all’aver “fatto le riforme”,
all’aver eseguito con maggiore efficienza e sollecitudine le prescrizioni di
Bruxelles.
Affermarlo è una
vera e propria mistificazione, e per rendersene conto basta osservare i dati riportati
qui di seguito.
|
Deficit pubblico / PIL
|
|
Variaz. PIL
| ||
tot 2011-3
|
media
|
2013
|
reale 2013
| ||
Regno Unito
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21,8%
|
7,3%
|
6,1%
|
1,4%
| |
Irlanda
|
28,3%
|
9,4%
|
7,6%
|
0,6%
| |
Spagna
|
27,1%
|
9,0%
|
6,7%
|
-1,3%
| |
Media RU / Irl / Spa
|
25,7%
|
8,6%
|
6,8%
|
0,2%
| |
Italia
|
|
9,8%
|
3,3%
|
3,2%
|
-1,8%
|
Sono le stime più recenti elaborate dal Fondo Monetario Internazionale, e il dato
2013 potrebbe a consuntivo variare di qualche decimale (il deficit / PIL
italiano per esempio era ancora dato due decimi sopra la fatidica soglia del
3%, che dovrebbe invece essere stata centrata – con immani sforzi, decisamente
degni di miglior causa). Ma nulla cambia ai fini di quanto segue.
Il PIL reale
italiano nel 2013 si è contratto dell’1,8%; la Spagna è scesa di meno e
l’Irlanda e il Regno Unito hanno addirittura registrato un segno positivo.
Ma questa differenza
di prestazione è totalmente riconducibile al fatto che questi paesi hanno stimolato
le loro economie con deficit pubblici ben più alti rispetto a quanto è stato
consentito all’Italia.
Ragionando per
praticità sulle medie aritmetiche, il deficit pubblico italiano 2013 (3,2%) è
stato, in percentuale del PIL, pari a meno della metà rispetto alla media dei
tre “paesi virtuosi” (6,8%).
E questa non è
neanche una situazione episodica. Il deficit pubblico / PIL cumulato del triennio
2011-2013 è stato contenuto sotto il 10% (poco più del 3% annuo) in Italia,
contro quasi il 22% (oltre il 7% medio) nel Regno Unito e il 27-28% (9% medio o
più) in Irlanda e in Spagna.
Quanto incidono
sul PIL 3,6 punti di maggior deficit annuo ? un’ipotesi cautelativa è che
avrebbero generato maggior PIL in proporzione 1:1. Cautelativa perché, in
situazioni di domanda depressa come l’attuale, lo stimolo che i deficit
producono sul PIL è più che proporzionale (maggior domanda implica maggior
reddito e produzione, maggiore occupazione, ulteriore feedback positivo sulla
domanda eccetera). E, inoltre, il maggior PIL implica maggiori entrate fiscali
che compensano in parte il maggior deficit.
E’ vero, d’altra
parte, che la maggiore domanda interna a parità di condizioni tende ad
aumentare l’import, “limando” il beneficio sulla produzione interna e sul PIL.
Qui peraltro si sarebbe potuto facilmente parare il colpo destinando una parte
del maggior deficit alla riduzione delle imposte sui costi di lavoro (quindi del
cuneo fiscale). Ottenendo tra l’altro un parziale, ma significativo
riallineamento della competitività italiana rispetto a quella nordeuropea
(tedesca in particolare), secondo lo schema noto a chi ha esaminato il progetto CCF.
Rimaniamo comunque
con la semplice, ma plausibile e anzi prudenziale, ipotesi di maggior deficit =
maggior PIL in proporzione 1:1.
Rispetto a
questi dati 2013 (pressoché finali) per l’Italia:
PIL
|
|
1.557
|
Variazione PIL reale
|
-1,8%
| |
Deficit pubblico
|
50
| |
Deficit / PIL
|
|
3,2%
|
Debito pubblico
|
2.031
| |
Debito / PIL
|
|
130,4%
|
avremmo invece
una situazione di questo tipo:
PIL
|
|
1.617
|
Variazione PIL reale
|
2,0%
| |
Deficit pubblico
|
110
| |
Deficit / PIL
|
|
6,8%
|
Debito pubblico
|
2.091
| |
Debito / PIL
|
|
129,3%
|
Un +2% di PIL
reale rispetto al 2012, dato significativamente migliore rispetto ai tre paesi
“virtuosi”, che hanno “svoltato l’angolo”, che hanno “fatto le riforme”…
Ma deficit più
alti non sono stati consentiti all’Italia, perché (si dice) il maggior livello
di debito pubblico “non lo consente”.
Bene, grazie al
più alto livello del denominatore, anche il rapporto debito pubblico / PIL
sarebbe stato migliore (più basso).
L’Italia è “in
ritardo” ? l’Italia è il paese che con enorme scrupolo e diligenza ha seguito,
e continua a seguire, le istruzioni dell’Unione Europea.
Problema: le
istruzioni sono sbagliate…
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