“Accusa”, se
vogliamo chiamarla così, che mi è stata rivolta da alcuni interlocutori durante
una delle consuete schermaglie su Twitter.
Milton Friedman
diceva che l’”inflazione è sempre un fenomeno monetario”. Ma l’inflazione la
crea l’eccesso di domanda rivolta all’acquisto di beni e servizi reali –
eccesso, s’intende, rispetto alla capacità produttiva del sistema economico.
Non l'emissione di moneta in se stessa.
E questo è
esattamente il motivo per cui il QE – stampare moneta per comprare titoli di
Stato o altre attività finanziarie – non ha prodotto alcuna apprezzabile
ripresa né dell’inflazione né dei livelli di attività economica. Perché mette potere
d’acquisto a disposizione del circuito finanziario, non dell’economia reale.
Com’era prevedibile e come infatti è stato previsto.
Friedman la pensava diversamente. Almeno così risulta, tra le altre cose, da quanto
riferito da Paul Krugman: non sarebbe male risalire alle citazioni originali,
anche per contestualizzare e comprendere a quali situazioni Friedman facesse in
effetti riferimento.
Ora, Friedman è
stato un influente ricercatore. Tra l’altro (come i miei antagonisti da social
network, di solito pro-euro, ignorano, o dimenticano) aveva previsto le disfunzionalità dell'euro. E (anche qui, al contrario dei miei antagonisti da
social network) capiva perfettamente che descrivere il debito pubblico come “un
peso per le generazioni future” è una fallacia logica.
Ma sul QE che
stimola inflazione e attività economica a quanto pare si è sbagliato. Stupisce
? non dovrebbe più di tanto. Scienziati insigni e influenti quanto o più di lui
sono stati nel tempo smentiti.
Se credo
all’eliocentrismo e non alla teoria geocentrica, non è perché mi ritengo un
astronomo migliore di Tolomeo. Ci ha pensato Copernico, a beneficio di tutti.
Se credo alla
selezione evolutiva via riproduzione degli organismi meglio adattati
all’ambiente, e non alla trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti, non è
perché mi ritengo un naturalista migliore di Lamarck. Ci ha pensato Darwin, a
beneficio di tutti.
Ed è la realtà dei
fatti a spiegarci, oggi, che la crisi economica è una crisi di domanda, che la
soluzione è mettere più potere d’acquisto in mano a consumatori e aziende, e che
non farlo per paura dell’inflazione è come morire di sete nel deserto di fianco
a un’oasi per paura di ubriacarsi.
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