venerdì 11 agosto 2017

Vera destra e falsa sinistra

Qualche mese fa, la vittoria elettorale di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi ha suscitato l’entusiasmo di parecchi opinionisti di sinistra, o sedicenti tali. Fermare Marine Le Pen è stato per le sinistre – si è detto - un grandissimo risultato.

Certo, il programma economico di Macron è tutt’altro che di sinistra ed in effetti ha l’aria di una riedizione gallica dell’”agenda Monti”. Riduzione di deficit pubblico, tagli di spesa sociale, privatizzazioni.

Ma “l’opinionista-sedicente-di-sinistra” non si ferma davanti a questo. E che, avreste preferito la Le Pen ? “meglio la falsa sinistra che la vera destra”, quindi viva Macron.

Poche settimane fa, il primo ministro Edouard Philippe ha delineato in maggiore dettaglio il programma. A quanto pare, alla domanda di un giornalista “ma è un programma di destra” ha risposto (ridacchiando ?) “certo, e che cosa vi aspettavate” ?

Questo è uno dei motivi per cui la “falsa sinistra” può risultare, all’atto pratico, molto peggiore della “vera destra”. Perché i programmi economici più deleteri e antisociali, nonché più inappropriati in un contesto economico che soffre di un deficit di domanda (anche in Francia, sia pure su livelli meno accentuati rispetto all'Italia), suscitano ampie opposizioni quando sono proposti dalla destra; non quando li mette sul tappeto la sinistra, o la “falsa sinistra”, o la “non-destra”.

In Italia dovremmo esserne ben consapevoli. I milioni di persone che scendevano in piazza quando Berlusconi cercava di far passare riforme del lavoro, dell’amministrazione pubblica, del sistema pensionistico non si sono proprie viste quando il PD ha fatto cose decisamente molto, ma molto “meno di sinistra” (e in una situazione economica – quella prodotta dalla “crisi Lehman” del 2008 e dall’Eurocrisi del 2011 - in cui erano molto, ma molto più inappropriate).

Quanto alla Francia, c’è solo da augurarsi che il governo Macron – Philippe abbai molto e morda poco. Perché se sarà coerente con quanto afferma nei suoi programmi, c’è il rischio di stoppare, ancora una volta, la (debole e asfittica) ripresa economica: non solo della Francia, ma di tutta l’Eurozona.


4 commenti:

  1. Gentile Marco Cattaneo ho letto stamani la risposta del Cavaliere al Prof. Becchi su Libero. Le chiedo due cose:

    1 Secondo lei che succederà una volta introdotto il ccf? L'Italia avrà una ripresa dopo un paio d'anni.. probabile che altri Paesi faranno lo stesso imitando Italia. A quel punto ci sarà smantellamento Eurozona come spero?

    2 Pare che il Cav. si sia accordato con la Merkel (non si sa per cosa).. qui è difficile rispondere lo so, ma perlomeno qualche dubbio poco rassicurante viene a sorgere. Potrebbe aver tranquillizzato la cancelliere di non far saltare l'eurozona ma.. è ovvio che se si introduce la valuta fiscale, i tedeschi non ci guadagnano più come ora.. certezze non v'è ne sono sui retroscena lo so

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    1. 1. La ripresa ci sarà subito. Altri paesi che imitano molto probabile. Smantellamento completo più avanti può essere ma non è detto. Entrano in gioco variabili politiche su cui è molto aleatorio fare previsioni.

      2. Un accordo di qualche tipo tra B. e Merkel ? Solo illazioni, a mio modesto avviso. Comunque i CCF sono una via che non può essere fermata senza il rischio di far deflagrare l'eurosistema, che evidentemente non ha senso neanche per i tedeschi. Condizione è ne' più ne' meno che un governo - ITALIANO - deciso a introdurli.

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    2. In effetti se si continua su questa strada si va a sbattere di brutto. Tremonti avvisa di un imminente nuovo crac finanziario peggiore di 10 anni fa (che accadrà di sicuro, il quando è l'incognita). Quindi qualcosa per rimediare al disastro si dovrà fare.

      Grazie

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    3. Per la verità non sono preoccupato da quanto dice Tremonti (crisi finanziaria prodotta dai Bitcoin ? Ma no). Anche senza immaginarsi scenari deflagranti, comunque, un'Italia in stagnazione perenne è totalmente inaccettabile.

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