venerdì 4 maggio 2018

Ancora sul mancato accordo tra Centrodestra e M5S


Due mesi dopo le elezioni, la formazione del nuovo governo è un rebus ancora irrisolto. Non si può escludere nulla, ma le probabilità che si riaprano spazi per un accordo tra M5S e Centrodestra appaiono decisamente basse.

L’ipotesi è caduta sulla pregiudiziale M5S contro l’ingresso di Forza Italia nella coalizione, o per essere più esatti sul veto a Silvio Berlusconi.

Ho già spiegato qui perché lo ritengo un errore: in sintesi, SB come persona non è eleggibile, non può ricoprire alcuna carica di governo, e non è nemmeno un parlamentare. Forza Italia risponde a lui, certo: ma Forza Italia avrebbe un potere di condizionamento molto basso, perché i suoi voti non sono decisivi per la maggioranza.

Di fronte a queste considerazioni, più di un elettore M5S mi ha obiettato che SB ha comunque una grossa influenza su Matteo Salvini e sulla Lega, anzi un vero e proprio potere di ricatto. E qui ritornano a galla le illazioni sul fatto che il marchio della Lega sarebbe stato venduto anni fa a SB, su debiti da lui pagati per conto della Lega, e simili.

Le definisco illazioni perché di provato, a quanto mi risulta, non c’è nulla. Ma se anche qualcosa o molto di vero ci fosse, mi pare il caso di sottolineare che come motivazione per accettare (da parte del M5S) un accordo con la Lega (e Fratelli d’Italia ?) ma solo escludendo Forza Italia, non regge.

Perché ? semplice: se SB è in grado di condizionare, per non dire di ricattare, Salvini, lo può fare anche stando al di fuori della maggioranza di governo. Il M5S avrebbe quindi dovuto escludere tassativamente anche l’ipotesi di accordo con la sola Lega. Su cui invece si è ragionato a lungo.

La posizione M5S mi riesce, quindi, incomprensibile. Mentre da quella di Salvini si può magari dissentire, ma le motivazioni sono forti e chiare: (1) far partire un governo con una maggioranza solida (CDX + M5S) e non risicata (M5S + Lega) (2) mantenere fede a un accordo preso in campagna elettorale (3) evitare problemi alle molte amministrazioni locali dove il CDX governa unito (4) sedersi al tavolo del negoziato come leader di una coalizione che pesa il 37%, non di un partito che conta solo il 17%.

E’ un grossissimo peccato che questa strada, salvo sorprese, non possa essere riaperta. Le convergenze potenziali, in particolare sui temi economici, avrebbero potuto (potrebbero ?) rivelarsi molto, molto interessanti. Il M5S si è dotato di un qualificato gruppo di potenziali ministri economici (Fioramonti – Roventini – Tridico). Il dialogo con Borghi e Bagnai poteva (può ?) essere parecchio fruttuoso.

A partire, naturalmente, dalla rimozione dei vincoli dell’Eurosistema via strumenti fiscali “quasi-monetari” (integrando CCF e Minibot…).

Se per sconfiggere Hitler ci si è alleati con Stalin, ha veramente senso lasciar cadere una enorme opportunità di rilancio dell’economia italiana per non voler concedere a Berlusconi di salvare la faccia ?

Io non lo credo. Ma così è andata… o almeno a tutt’oggi (venerdì 4 maggio) così pare.


5 commenti:

  1. Per abitudine riflessiva, quando la logica non si adatta alle circostanze tutto diventa "chiacchiere da bar" e mi ritorna in mente che la logica applicata a sistemi convenzionali, complessi come si vuole, quando ritenuti impropri, permettono di elaborare modelli in grado di recuperare le anomalia della fonte. Uno di questi casi è rappresentato dai CCF: dominio della conoscenza; riflessione introspettiva sulle improprietà o mancanze; tendenza a ricercare soluzioni che, una volta arrivate alla percezione, propongono la necessità di individuare un'area di sperimentazione che dalla teoria, diventi parte del nuovo, o rinnovato sistema convenzionale...e così via. Un modo per dire che assieme ai CCF, nei rapporti tra Stato ed economia, insiste un altro ambito di riflessione sul versante degli interventi possibili tra società ed economia. Per esempio, nelle relazioni tra produzione-commercio-consumi e innovazione digitale, per esempio nelle micro transazioni proposte nell'evoluzione dell'IoT e assumendo alla logica le regole del marketing digitale? In fin dei conti si tratterebbe di un insieme la cui produttività attesa è maggiore della prima relazione...Poi, rappresentando che ogni elemento che si affaccia come innovazione su qualsiasi sistema convenzionale, ha bisogno di una entità giuridica per processarlo, perché non riflettere che tra innovatori e pionieri occorrerebbe riflettere per agire, ma fuori dall'area del profitto, agendo sulla remunerazione del lavoro e della rendita che deriva dai valori posti in essere dal capitale umano? Non varrebbe la pena approfondire?

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    1. Nulla contro approfondire altre innovazioni e soluzioni, ci mancherebbe. Purché non si blocchi quello che già è sviluppato e pronto all'applicazione (il progetto CCF appunto)... se ce ne saranno (e io continuo a sperarlo) le condizioni politiche.

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  2. Secondo me fra le diverse (e corrette) motivazioni apportate per giustificare il mancato accordo, la principale è quella che Di Maio vorrebbe sedersi al tavolo delle trattative di Governo in posizione dominante rispetto alla Lega e viceversa.
    Tutto il resto, compreso il disagio per la presenza di Berlusconi, sono solo chiacchiere.
    Se volessero, potrebbero partire da un buon compromesso, concedendo a Giorgetti di ricoprire la carica di primo ministro (visto che Fico è Presidente della Camera).
    Però io rimango del parere che, se fosse numericamente possibile, di auspicare un governo di minoranza di cdx con eventuale appoggio esterno dei 5stelle, subordinato ad ogni singolo provvedimento. Basterebbe soltanto che un adeguato numero di parlamentari si astenesse da ogni giudizio in sede di fiducia iniziale a questo nuovo Governo.

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    1. Quest'ultima forse tra le soluzioni oggi plausibili è la migliore. Comunque fermo restando che si torni al voto in tempi rapidi.

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