Ovviamente, sono
quasi sempre in profondo disaccordo con le affermazioni dell’ultrarigorista
Tobias Piller, corrispondente per l’Italia della Frankfurter Allgemeine
Zeitung.
Capita però che in questo video (a 8'40") dica una cosa
completamente omogenea a quanto ho sostenuto in molte occasioni: ovvero, che
nel 2011-2012 la Germania ha accettato che la BCE garantisse il debito pubblico
dei vari paesi dell’Eurozona – e in particolare, quello italiano - a condizione
che il debito medesimo cessasse di
incrementarsi.
Il progetto CCF centra perfettamente questo obiettivo. Il debito viene bloccato e le azioni
espansive necessarie per riportare l’economia italiana a corretti livelli di
occupazione vengono effettuate emettendo titoli che non rientrano nel Maastricht Debt, e che – soprattutto – non
richiedono alcuna garanzia da parte della BCE.
La garanzia
infatti deriva dall’utilizzabilità dei CCF a fini fiscali. Se poi l’Italia
esagerasse con le emissioni, diventerebbe in pratica difficile (o più
esattamente, richiederebbe tempi più lunghi) utilizzarli, il che ne
svaluterebbe il valore nel periodo intercorrente tra assegnazione e utilizzo. Ma
non si verificherebbe un default. E
peraltro, i margini perché questo eccesso di emissioni in pratica non avvenga
mai sono amplissimi.
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RispondiEliminaSalve sono un profano in economia vorrei porle una domanda: premesso che capisco che sarebbe sbagliato andare a tassare il risparmio privato per cercare di abbassare il debito e far aumentare il pil.. vorrei capire una cosa: il pil non è un flusso, un qualcosa che gira nel circuito economico? Il risparmio che resta fermo nelle banche quindi non fa parte del pil (o no?). Se viene immesso nel circuito dovrebbe in qualche modo aumentarlo. Vorrei capire perchè invece non è cosi. M'è venuto il dubbio perche ricordo che Keynes disse che in realtà il risparmio non dovrebbe esserci affatto (il famoso paradosso giusto?) perchè non fa bene alla domanda.
RispondiEliminaSpero di essermi spiegato. Grazie in anticipo
Il problema non è il risparmio in quanto tale, ma il risparmio che rimane immobilizzato in liquidità inattiva perché la depressione della domanda e il clima generale di sfiducia spingono a non utilizzarli in investimenti produttivi. E si risolve, appunto, non tassando il risparmio (sarebbe solo peggio) ma immettendo domanda nel sistema economico tramite spesa pubblica e/o minori tasse.
EliminaSull’altro punto che citava, il risparmio è parte del PIL nel senso che dal PIL è stato generato: ma dal PIL passato. Il problema è incrementare la generazione di PIL da adesso in poi.
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