Una delle frasi
preferite dei sostenitori dell’establishment
politico-finanziario, tra i quali anche e soprattutto i loro economisti di
riferimento, è che “non ci sono soluzioni semplici a problemi complessi”.
L’economia è un
disastro da vent’anni ? l’euro non funziona ? le regole di governance dell’eurosistema sono un cumulo di assurdità ?
Ma no, non
dovete pensare che le cose vadano male per questo ! L’intervento necessario a
rimetterle in sesto non può essere semplice e rapido. Non sapete che c’è la
stagnazione secolare ? il cambiamento climatico ? l’intelligenza artificiale
che prende piede ? l’emergere di nuovi modelli di sviluppo ?
Qualcuno che aveva
credenziali scientifiche un po’ più solide di questi signori, John Maynard
Keynes, spiegava invece nel 1930 che la situazione era un po’ diversa.
Si stava
guidando un’automobile che si è bloccata. Quando accade, molti si chiedono se l’auto
vada completamente riprogettata, o addirittura se per qualche motivo un
qualsiasi tipo di auto non sarà più in condizioni di funzionare. La verità,
invece, è che si è scaricata la batteria.
Era vero allora,
ed è vero oggi. Immettere potere d’acquisto in un sistema economico che sta
viaggiando nettamente al di sotto del suo potenziale, e dove l’inflazione
peraltro è troppo bassa (ce lo ripete ogni giorno la BCE stessa) è tecnicamente molto semplice.
La soluzione è
semplice perché il problema, sul piano operativo, E’ SEMPLICE. Addirittura elementare.
La non-soluzione
è semplicemente dovuta alla volontà di strumentalizzare la crisi, per conseguire trasferimenti di reddito, ricchezza, e, soprattutto, potere.
E’ la dimensione
politica del problema a non essere ancora stata risolta. L’analisi tecnica e l’identificazione
delle soluzioni da attuare è quasi banale.
Quando sentite
dire, riguardo alla crisi economica, che non esistono soluzioni semplici a
problemi complessi, sappiate che queste parole le sta pronunciando una persona
alquanto confusa.
Oppure in
malafede.
Nessun commento:
Posta un commento