Le azioni
fiscali espansive messe in campo dal governo Conte ammontano a 80 miliardi
complessivi, 25 con il Decreto Legge “Cura Italia” e 55 con il Decreto Legge “Rilancio”.
Troppo pochi, d’accordo.
Però sono
comunque 80 miliardi di potere d’acquisto immesso nell’economia.
Per adesso non
si è certo tradotto in maggiore domanda di beni e servizi, anche e soprattutto perché
buona parte della popolazione, per quasi tre mesi, è rimasta chiusa in casa, e
anche chi non ha subito perdite di reddito è stato di fatto costretto a
risparmiare di più.
Adesso però si
esce e si ritorna (incrociando le dita e sperando con non ci sia nessuna
ripresa dei contagi e nessun nuovo lockdown)
a vivere normalmente.
Gli 80 miliardi,
intanto, vanno in circolazione, e chi se li ritrova in mano riprende a
spendere.
Il PIL 2020
ovviamente avrà una variazione molto negativa rispetto all’anno precedente,
come potrebbe essere altrimenti con tre mesi di economia mezza chiusa ?
Ma ci sarebbe
poi tanto da stupirsi se un secondo semestre 2020 tornato alla normalità
evidenziasse un PIL più alto del secondo semestre 2019 ?
E se il 2021
fosse sopra i livelli 2019 ?
Oltre alle
azioni fiscali espansive – gli 80 miliardi: pochi, ripeto, ma sempre 80
miliardi, il 4,5% del PIL 2019 – potremmo avere un ulteriore interessante
contributo dalla crescita del surplus commerciale.
Il motivo per
aspettarselo è semplice. Tutti i nostri partner hanno messo in atto azioni di
rilancio della domanda molto più forti delle nostre. Hanno immesso molti più
soldi. Questo produrrà anche un forte rimbalzo del loro import, e un pezzo lo
cattureranno le nostre aziende.
Tra parentesi,
tutto questo potrebbe anche produrre un po’ di ripresa dell’inflazione nei paesi che hanno messo in atto forti stimoli, in presenza (ante Covid) di
bassa disoccupazione. Ci saranno più soldi da spendere con una capacità
produttiva che, finito il lockdown, tornerà
ai livelli precedenti – ma non a livelli più alti (non immediatamente, almeno).
Ma questo
potrebbe avvenire in USA, UK, Germania. Non certo in Italia. Noi partiamo da
livelli di disoccupazione e sottoccupazione così alti che l’inflazione è l’ultimo
dei problemi. E i grossi stimoli, ripeto, li hanno attuati gli altri – non noi.
Poi c’è l’incognita
credito. Il Decreto Legge “Liquidità” è complicato, ferraginoso e sarebbe stato
molto più efficace se avesse previsto garanzie statali al 100% (non all’80% o
al 90%) per l’erogazione di nuovo credito.
Però un’azione
di tamponamento dovrebbe averla svolta.
E, ultima ma non ultima, c’è una carta in più che si sta giocando: i germogli di Moneta Fiscale.
Nel paniere beni acquisto soprattutto alimentari rileva inflazioni dei prezzi?
RispondiEliminaNon ho studiato i dati in dettaglio comunque qualcosa sugli alimentari c'è. Ampiamente compensato però dal dato negativo praticamente per tutti gli altri beni e servizi.
EliminaDirei che i germogli di moneta fiscale possono essere molto più di una semplice carta da giocare, l'importante è lavorare con impegno su un punto preciso...la trasferibilità dei crediti d'imposta.
RispondiEliminaUna volta che l'Agenzia delle Entrate recepisce le pratiche inviate all'ENEA, già asseverate da tecnici progettisti e commercialisti, dovrebbe subito caricare sul c/c dei richiedenti il credito d'imposta conseguente, certificato e siglato in modalità telematica, da poter utilizzare con bonifici e carte elettroniche come le normali somme depositate.
A.
Sicuro, la trasferibilità è una delle principali cose su cui si sta lavorando.
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