mercoledì 29 giugno 2022

Le tasse non finanziano la spesa pubblica ?

 

L’affermazione del titolo (senza punto interrogativo) è spesso citata da parecchi attivisti MMT, al punto da essere da alcuni considerata un punto chiave di questa scuola di pensiero economico. Ma per la verità, non saprei dire se è condivisa in questi esatti termini dai più noti economisti che si riconoscono nella Modern Monetary Theory.

Si tratta di un concetto alquanto controverso, e vale quindi la pena di chiarirlo. Perché negli esatti termini del titolo (ripeto, senza punto interrogativo: “le tasse non finanziano la spesa pubblica”) non è corretto.

Chi sostiene che le tasse NON finanziano la spesa pubblica fa implicitamente riferimento, in effetti, a un principio base della MMT. In regime di fiat money, la moneta è un monopolio pubblico ed è lo Stato a produrla e a introdurla nel sistema economico.

Per cui, se lo Stato non la introducesse, in primo luogo mediante la spesa pubblica, non ci sarebbe moneta con cui pagare le tasse – visto che la moneta è un credito fiscale: lo Stato impone il valore della moneta richiedendo che le obbligazioni d’imposta siano saldate con la moneta nazionale.

Quindi il flusso logico degli eventi è, appunto, che lo Stato prima spende e poi ritira una parte della moneta emessa con le tasse. Per cui le tasse vengono dopo la spesa, che non ha bisogno delle tasse per essere effettuata.

La deduzione che ne traggono alcuni è che se lo Stato emette moneta, non ha mai bisogno di chiederla ai cittadini per spenderla. Ma non è così.

Il punto è che quanto detto sopra fa riferimento solo all’avvio del processo. La moneta deve essere creata per essere poi spesa, certo. Se non ci fosse stata creazione di moneta, non ci sarebbe modo di prelevare tasse, vero. Ma lo Stato spende ogni anno, non una tantum. Per cui la domanda a cui rispondere è: lo Stato potrebbe abolire completamente le tasse e spendere semplicemente moneta che viene prodotta ex novo ed ex nihilo, anno dopo anno ?

Lo risposta è no, per una ragione molto semplice. In un’economia che si sviluppa, è perfettamente normale che la moneta (nel senso lato di mezzi di pagamento e di strumento che incorpora potere d’acquisto) si incrementi anno dopo anno. E lo Stato deve quindi MEDIAMENTE essere in situazione di deficit del bilancio pubblico. Altrimenti i mezzi di pagamento in circolazione si espanderebbero solo per effetto del credito privato, il che sarebbe prociclico e destabilizzante (vedi qui per una breve trattazione dell’argomento).

Ma l’economia, misurata in base al PIL, si espande mediamente, per effetto della crescita reale e dell’inflazione, di qualche punto percentuale all’anno. Non di qualche DECINA di punti percentuali.

Ne deriva che, effettivamente, lo Stato deve essere mediamente in deficit di bilancio, per immettere nell’economia moneta di pari passo con lo sviluppo del PIL nominale: quindi per qualche punto. Ma NON per qualche decina di punti.

Perché fa differenza, che il deficit pubblico medio perseguibile sia “qualche punto” e non “qualche decina” ? Ma perché la spesa pubblica non è “qualche punto” di PIL. Da Stato a Stato la situazione varia, ma si parla di percentuali di solito comprese tra il 30% e il 50%.

Per cui una situazione tipica è che per esempio, NELLA MEDIA, lo stato spenda ad esempio il 40% del PIL, raccolga in tasse il 35% e faccia deficit per il residuo 5%.

Molto banalmente, l’equazione corretta è

spesa pubblica = tasse + deficit pubblico

che poi è una semplicissima identità contabile, niente di sconvolgente - ma dato quanto detto sopra, ci fa capire che le tasse in effetti finanziano non tutta, ma la maggior parte della spesa pubblica.

Per cui, affermare è che le tasse non finanziano (neanche una parte del)la spesa pubblica è scorretto. In effetti ne finanziano la parte preponderante. E, corollario, pensare che le tasse potrebbero essere abolite è pensare qualcosa di irrealizzabile. A meno di non ridurre la spesa pubblica a pochi punti percentuali di PIL.

 

4 commenti:

  1. Alfredo Carli: il pensare di abolire completamente le tasse non toglierebbe anche uno strumento importante della politica economica di uno Stato ? es. incentivo o disincentivo ad alcuni settori.

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    1. Anche, ma il punto chiave è che il deficit pubblico non può essere pari alla spesa pubblica - salvo contrarre le dimensioni del settore pubblico di un fattore tipo 8 o 10.

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  2. Segnalo che, al fine di evitare fraintendimenti, negli ultimi anni gli economisti MMT hanno preferito riformulare l’assioma che le tasse non finanziano la spesa pubblica nel seguente modo:

    Il settore pubblico può spendere indipendentemente dal prelievo fiscale /
    Emettere valuta permette al settore pubblico di spendere senza essere operativamente vincolato al prelievo fiscale

    Ciao,

    Francesco Chini

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    1. Ciao Francesco, operativamente non sono vincolati, certo, perché non hanno bisogno di tassare per spendere. Ma per i motivi spiegati nel post la grande maggioranza della spesa pubblica deve comunque essere fronteggiata da incassi erariali. Questo a tuo parere gli autori MMT lo spiegano con chiarezza ?

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