Quante volte avete sentito pronunciare o visto scrivere, dai pensatori che scrivono sui giornaloni paludati e scorrazzano per i talk-show, che “l’Italia ha il problema di essere un paese bloccato, non si riesce a smuoverlo, non si riesce a riformarlo, non si riesce a cambiarlo” ?
O varianti sul tema.
Naturalmente questa affermazione, pronunciata dall’euroausterico di turno, lascia intendere che le soluzioni ci sono, sono a portata di mano, ma purtroppissimo gli interessi clientelari, i gruppi d’influenza, i lavoratori pigri, i giovani svogliati, gli anziani che si adagiano sulle rendite di posizione, i partiti che pensano solo alla prossima elezione, i cavalieri templari, gli iscritti al club delle Giovani Marmotte, i venusiani, tutti congiurano per non metterle (le soluzioni) in atto.
La verità è un po’ diversa.
Dal 1992 (firma del trattato di Maastricht) e ancora di più dal 1999 (ingresso nell’euro), e di più di più dal 2011 (crisi dei debiti sovrani e applicazione delle “ricette” UE) l’Italia è cambiata TANTISSIMO.
In peggio.
Altro che “resistenza al cambiamento”. Altro che “non voler fare le riforme”.
Si è fatto di tutto e di più, in particolare dal 2011 in poi – e del resto salvo l’anno del governo giallo-verde, siamo sempre stati governati, in questo periodo, da coalizioni di strettissima osservanza bruxelloide.
Abbiamo eseguito le istruzioni, come no. Alla lettera, come l’alunno più diligente possibile e immaginabile.
Peccato che fossero sbagliate diagnosi, cura e prognosi.
Ne è seguito il disastro che abbiamo sotto gli occhi.
Ma non
illudetevi che i soloni da talk-show
lo ammettano. La colpa sarà sempre di chi (chi ?) “non ha permesso di fare
quello che andava fatto”.
leggermente negativo oggi... ahhahah
RispondiEliminanon so perchè sia uscito anonimo
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