Bene, la “terribilissima” ondata di caldo pare essere in via di esaurimento. Non è comunque troppo tardi per rispondere a una domanda che è circolata, in particolare sui social networks, con una certa frequenza in questi giorni.
“Ma voi diversamente giovani, voi boomers, cosa vi ricordata del clima di cinquant’anni fa ? era effettivamente molto diverso rispetto a oggi ? percepite che la temperatura sia nettamente aumentata ?”.
L’anagrafe (1962) mi qualifica a rispondere.
Per quello che ricordo io, quando ero un ragazzino provavo quasi terrore al pensiero dell’arrivo della fine di giugno e poi di luglio. Faceva caldo, molto caldo. E tra l’altro rispetto a oggi il sollievo dell’aria condizionata non c’era a scuola (che peraltro era ormai terminata), non c’era negli uffici (ma ovviamente non lavoravo ancora), non c’era in casa.
Trovavi il fresco del condizionatore solo entrando in un supermercato (ma non potevi passarci le giornate).
L’estate 2023 la giudico francamente meno calda di quelle tipiche di allora. Abbiamo sì avuto punte alte negli ultimi giorni, ma è un fenomeno che in tutto è durato una settimana, forse meno.
Rimane insuperata, quantomeno nella mia memoria, l’estate del 2003, quando un ragazzino non lo ero più, ma che comunque tanto recente non è. A parte le punte di inizio agosto (42 gradi a Milano: non “percepiti”; non “al suolo”; 42 gradi VERI) la cosa impressionante è che il caldo anomalo durò praticamente quattro mesi ininterrotti, da metà maggio a settembre inoltrato.
Se devo rispondere alla domanda “cos’è cambiato nel clima”, la mia risposta è che il cambiamento lo vedo più nei mesi freddi che nei mesi caldi. La nebbia a Milano è praticamente scomparsa (oddio un minimo di ripresa si è vista nell’ultimo paio d’anni, ma parliamo di foschia, non dei muri bianchi di allora, che non ti facevano vedere nulla a dieci metri di distanza). E nevica molto poco.
Gli inverni sono sicuramente più miti. Le estati, un po’ più calde nelle punte sì. Ma non certo al punto di rendere le città invivibili.
E l’estate 2023, rispetto a parecchi degli anni
recenti e meno recenti, è stata fin qui, francamente, meno calda, non
viceversa.
Gabriele Ascione: Il caldo estivo sembra uguale al passato, anche se una volta, per le vacanze al mare, mettevo sempre in valigia un giubbino e/o un golfino per le serate più fresche, abitudine quasi dismessa per costante inutilizzo.
RispondiEliminaIn inverno, fine anni sessanta, ho il ricordo di mamma che ritirava i panni stesi ad asciugare completamente rigidi perché ghiacciati, fenomeno scomparso negli anni seguenti.
Le sensazioni personali non contano nulla sul piano scientifico, ma le rilevazioni strumentali.
RispondiEliminaMarco Cattaneo: nessuna pretesa di scientificità. È stato chiesto “che cosa vi ricordate” e io ho risposto.
EliminaIo non ricordo la "sofferenza" del caldo estivo, tanto non sapevo neanche cosa fosse e l'aria condizionata, da ragazzo in piena estate facevamo il bagno nelle cave dove si estraeva l'argilla di una fornace di laterizi del mio paese. Vivevamo tutto il giorno all'aperto in campagna quasi sempre sempre a piedi nudi. Anzi il caldo lo aspettavamo con piacere perché ci permetteva di lavarsi anche nel fiume che attraversava il paese. Poi ho cominciato a lavorare a 17 anni in una officina meccanica, poi dopo il servizio militare in un'industria a P.to Marghera, con altiforni sempre accesi e quando uscivo dalla fonderia mi sembrava stare al fresco. L'aria condizionata la sentivo quando passavo per gli uffici degli impiegati amministrativi. Premetto che ho superato i 70 di anni....un giorno mio suocero mi disse che per raggiumgere queste temperature calde , in inverno avremmo fovuto bruciare tanta legna da ardere nella stufa ...🤭
EliminaMi scuso degli errori di scrittura anche doppia ma scrivere in queste condizioni sui social col Smart rischi di passare per un "analfabeta"
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