Bloggherei
volentieri di più, approfittando delle vacanze, ma sono in una zona con
connessioni internet orribili (a un’ora di macchina da Milano, manco in Nepal…)
Però mi sembra
veramente il caso di commentare questa interessante intervista, letta sull’ottimo
blog “Irradiazioni”.
Intervista a un
giornalista, commentatore politico, moglie italiana e casa in Toscana, in grado
di essere equanime e neutrale nella valutazione del problema euro.
I punti
salienti:
“Cosa sta
succedendo in Germania ? nulla di rilevante… calma piatta in attesa di
settembre… la questione euro è una patata troppo calda…” Qui, tutto come previsto.
“Negli ambienti
più consapevoli… si è convinti di essere arrivati al punto di snodo. Questa
consapevolezza però non è condivisa dall’attuale governo perché c’è una forma
di arroganza priva di intelligenza.” Proprio così. Angela Merkel non va al di
là di ragionamenti da casalinga (con rispetto e scuse alle casalinghe) e pensa
che il problema sia ridurre le uscite per far quadrare i bilanci (degli altri).
Wolfgang Schaeuble si sente investito di una missione di purificazione dei
reprobi, alla luce di una superiorità morale e intellettuale che constata
(solo lui) guardandosi allo specchio.
“Il piano era
una illusione: vendere sempre di più ai cinesi e fare in modo che sostituissero
come mercato di sbocco principale l’Eurozona… C’è una sorta di schizofrenia
paralizzante. Tutti si rendono conto che… bisognerebbe alzare i salari medi,
però… la parola competitività è intoccabile… (ma) sui mercati orientali non
stai sfondando, i tuoi partner principali non sono più in grado di comprarti le
auto e tu non compri i loro prodotti alimentando un circolo vizioso…”
“L’Italia non
uscirà dall’Euro ma non perché farebbe bene o male: perché non ha la capacità
politica di decidere cosa fare. Se l’Italia avesse una classe politica
cosciente del suo peso specifico in Europa e avesse una classe dirigente di
buon livello… avrebbe fatto due conti arrivando alla conclusione di essere “too
big to fail” e si sarebbe resa conto di potersi difendere.” Purtroppo è così,
ma la ragione è culturale. Gli Italiani non sono stupidi, e neanche codardi. Ma
non hanno senso di identità nazionale. La loro fedeltà è a se stessi e alla
famiglia. Non pensano (salvo le rare e note eccezioni, che tali però rimangono)
agli interessi della nazione, pensano a come allinearsi con chi ha più potere (al
momento) per fare meglio i propri. Attenti a cambiare appena cambia il vento.
“La Germania non
ha di fatto rispettato i trattati ma nessuno gliel’ha fatto notare.” Già, perché
se vi hanno detto che i tedeschi sono più corretti degli italiani, vi hanno
detto una bugia. Sono corretti nei rapporti interpersonali. Per l’interesse
della nazione, del Volk, ogni mistificazione si giustifica.
“E quale altro
schema si dovrebbe adottare ? un reale schema cooperativo. Una Unione Europea
dove non si collabora ma si compete non serve a niente. Più Europa ? No. Più
collaborazione.”
“Il problema è
che non prevedo nulla di diverso da quanto sta accadendo e non credo che le
elezioni tedesche cambieranno qualcosa… Gli speculatori e i mercati sono
convinti che le politiche adottate sino ad ora comporteranno un allungamento
della crisi. Ossia cattivi affari… Il rischio è che decidano di smuovere la
situazione con uno shock esterno, un colpo pesante nel punto dove fa più male,
ossia l’Italia. Ma l’Italia non è la Grecia e il colpo sarebbe avvertito forte
e chiaro anche in Germania.”
“Quante
probabilità ci sono che sia il mercato a decidere ? In questa situazione di
immobilismo molte, moltissime dopo il 22 settembre.”
Ecco, quest’ultima
cosa non la condivido. Perché c’è sempre la BCE con la macchina da stampa, il “whatever
it takes” di Draghi. I mercati lo sanno, e i tedeschi non sono (più) così autoillusi
da non capire che come minimo bisogna che l’”opzione Draghi” rimanga viva e
vegeta.
Anzi credo che
faranno anche di più. Guarderanno dall’altra parte mentre si attivano azioni
come questa, che possono bastare a trasformare il meno due del PIL italiano in
un più zero virgola.
E’ un inizio,
non è la soluzione. Può essere un passo per arrivarci. Sono sempre più convinto
che non sarà il break-up dell'euro, ma la riforma morbida.
Dott Cattaneo avrei una domanda da farle e spero potrà e vorrà rispondermi:
RispondiEliminase con i Certificati di Credito Fiscale il risultato sarebbe
INDIPENDENZA MONETARIA
PIENA OCCUPAZIONE
COMPETITIVITA’ DELLE AZIENDE ITALIANE A LIVELLO TEDESCO
"Tutto ciò, senza “spaccare” l’euro".
E' lecito pensare a questo punto dott Cattaneo, che anche altri stati europei in gravi difficoltà come noi adottino la stessa "procedura".
La domanda è appunto questa: non le sembra un sistema(la riforma morbida) per far uscire la Germania dall'Euro, magari non dalla porta principale ma dal retro?
giovanni
Che la stessa procedura sia adottata anche dagli altri paesi in difficoltà e' esattamente quanto auspico ! La riforma e' tanto più efficace quanto più ne è esteso l'utilizzo. Consente di produrre una rapida ripresa di PIL e occupazione in tutta Europa, e non solo. No, non è un sistema per far uscire la Germania dall'euro, e' il sistema per far funzionare l'euro. Evita il ritorno alle monete nazionali, riequilibra i saldi commerciali senza che la Germania debba perdere competitività verso il resto del mondo - perché non gli si chiede di aumentare le retribuzioni - e grazie alla ripresa del Sud Europa ne aumenta fortemente la solvibilità (riducendo quindi i rischi per i creditori Nord Europei).
EliminaMa la Germania come ha creato il suo surplus verso i paesi del sud Europa??
RispondiEliminaLa Germania con i CCF perderebbe la competività attuale perchè inevitabilmente ne acquisterebbero di più le nazioni del sud.
La mia modesta opinione è che o i CCF non vengono accettati da Bruxelles oppure la Germania sbatte la porta e se ne va.
giovanni
Ma l'austerita' imposta al Sud ha fatto crollare l'import e quindi anche i surplus della Germania. E se sbattono la porta ed escono, rivalutano e perdono competitività verso tutto il resto del mondo. I CCF salvano capra e cavoli anche a loro, mi creda.
EliminaSappiamo dott Cattaneo che la competitività tedesca è dovuta a massicci tagli di salari (reali) e non a guadagni di produttività e di questa situazione che ha creato, ora il capitalismo tedesco non vuole pagare le inevitabili conseguenze. Perché se vuoi essere in surplus per sempre, devi rassegnarti a finanziare i deficit di chi compra i tuoi beni. Questo è quanto fa la Cina con gli Stati Uniti!
EliminaIl sud Europa alla Germania ora gli serve più come fabbrica cacciavite per competere con il resto del mondo, che come partner commerciale. E quindi: “privatizzate! Togliete diritti ai lavoratori! Tagliate i salari! Arriviamo noi...”
giovanni
Ma, come del resto si dice nell'intervista, non funziona. Perche' l'economia e' interrellata. Tagli le retribuzioni al Sud, non vendi piu' li', neanche i cinesi esportano piu' come prima e quindi non hanno piu' i soldi per comprarti tutte le Audi che pensavi di vendergli... meta' dei tedeschi l'hanno capito. Purtroppo al governo al momento c'e' l'altra meta'.
EliminaGli italiani non saranno stupidi o codardi...ma paraculi,che è pure peggio...
RispondiEliminaAncora " Se l’Italia avesse una classe politica cosciente del suo peso specifico in Europa e avesse una classe dirigente di buon livello… avrebbe fatto due conti arrivando alla conclusione di essere “too big to fail” e si sarebbe resa conto di potersi difendere.” Purtroppo è così, ma la ragione è culturale..."
Questo è il vero problema....perchè di soluzioni molte ce ne sarebbero,compresi i CCf,....ma non per ragioni culturali... - e qui il giornalista non ci vede chiaro - ma semplicemente perchè sono al servizio degli usurai.Maxavete presente chi è Letta o chi era Monti?
Io avevo scritto che fanno gli interessi individuali e non quelli della nazione. E che si allineano al potere di turno. Questa e' paraculaggine, appunto. Temo che anche stavolta la soluzione arrivera' dall'esterno. E' assurdo, ma i CCF bisogna trovare il modo di proporli ai tedeschi, perche' convengono anche a loro. Agli italiani dieci volte di piu', ma il politico italiano dice "vediamo che ne pensa il tedesco, e poi vediamo che cosa ci guadagno io..."
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