Si sta preparando (6 giugno prossimo) un evento di presentazione del libro, nella Repubblica del Titano e in collaborazione con Asset Banca. Anche uno stato di piccole dimensioni - ma dotato di sovranità fiscale, cioè della capacità di imporre e prelevare tasse - può acquisire sovranità monetaria e rilanciare la propria economia mediante i Certificati di Credito Fiscale. Qui di seguito in anteprima un ottimo articolo di presentazione, di prossima uscita su "Tribuna", il principale quotidiano sanmarinese.
Asset Banca inaugurerà a giugno un ciclo di
incontri dal titolo ‘Pensare non nuoce’. Ad avviarlo sarà la presentazione di
un libro che induce a interrogarsi sulla crescita, sulla regolamentazione
necessaria, sul rapporto tra economia reale e finanza. Il volume ‘La soluzione
per l’euro’ fa innanzitutto il punto sulla crisi: una crisi nella crisi, di cui
non sempre si percepisce la dimensione e la profondità che in alcuni Paesi ha
avuto ripercussioni più negative che in altri. E’ il caso dell’ Italia dove la
crisi finanziaria si è via via trasformata in depressione economica vera e
propria. Al capezzale del Belpaese sono così giunti consigli, indicazioni,
direttive della troika che hanno
imposto il rigore dei conti, il pareggio di bilancio, l’aumento delle imposte.
Luogo comune nel tempo è diventata l’austerity, la soluzione auspicata da più
parti per risolvere una crisi erroneamente sempre imputata al solo debito
pubblico. Il principale compito del libro è allora la riabilitazione delle idee
contro questo luogo comune. Enorme è stato infatti l’errore dei cosiddetti austeriani. E quel che è peggio è che le
loro teorie di politica economica sono state messe in pratica con risultati
disastrosi, mostrando i piedi d’argilla degli eroi intellettuali che si sono arrogati
il diritto di dettare le proprie leggi in casa d’altri. Il vero limite alla
crescita dell’Italia è a ben vedere rappresentato dalla pressione fiscale che
in taluni casi raggiunge punte del 70%. Cruciale per crescere sarebbe allora
tagliare, anziché aumentare come si è fatto sin qui, le tasse. Poi, per ridurre il peso degli interessi sul debito pubblico
si potrebbe seguire quella che è una via tracciata dalle altre nazioni le
quali, attraverso la stampa di moneta, ricomprano il loro debito comprimendo i
tassi di interesse. Ma questo è possibile solo al di fuori dell’euro e l’Italia
non può ovviamente permettersi una simile operazione. Che fare allora? Il libro
illustra una soluzione fattibile da subito che il governo italiano potrebbe
attuare pur rimanendo all’interno dei trattati europei, dunque in armonia con
le leggi europee vigenti e senza uscire dall’euro. E’ la finanza, quella buona,
quella geniale che, affidandosi alla forza dell’innovazione e a quella del
pensiero, offre la soluzione. Messa a punto da due esperti, Cattaneo e Zibordi,
la proposta contempla la creazione di 200 miliardi di euro da mettere subito in
circolazione per aumentare la domanda, ridurre le tasse e rilanciare una volta
e per tutte la crescita. Duecento miliardi sotto forma di certificati di
credito fiscale, ovvero titoli di Stato aventi natura monetaria e non di
debito. Lo Stato non dovrà rimborsare quei titoli ma bensì impegnarsi ad
accettarli, a distanza di due anni, a fronte del pagamento di tasse, imposte,
contributi previdenziali e sanitari, multe ecc.
Tali certificati verrebbero erogati a
lavoratori e imprese proprio in sede di pagamento delle imposte. Gli stessi, in
attesa di essere utilizzati di lì a due anni, potrebbero nel frattempo essere
negoziati in anticipo e monetizzati mediante uno sconto di mercato.
L’economia ne trarrebbe un vantaggio notevole:
da una parte in due anni avrebbe il tempo di ottenere un significativo recupero
di Pil e dall’altra l’Italia si orienterebbe finalmente verso la riduzione del
costo del lavoro tornando competitiva anche rispetto alla Germania.
Il libro invita dunque gli economisti puri a
uscire dalle loro torri d’avorio e fare delle escursioni nel mondo reale.
L’argomento lo rende insieme affascinante e degno di ammirazione. Ma c’è di
più. In Italia c’è chi si è gettato anima, corpo e reputazione personale in
difesa dei valori dell’austerity, qui a San Marino si potrebbe una volta tanto
imboccare la direzione che va per l’appunto dalla parte opposta e mettere in
pratica la dotta e lungimirante lezione dei certificati di credito fiscale.
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