Questo articolo,
pubblicato da Reuters pochi giorni fa, dà sostegno all’ipotesi che
l’introduzione di una moneta nazionale greca destinata non a rimpiazzare, ma ad
affiancare l’euro potrebbe verificarsi nell’arco delle prossime – poche –
settimane.
Nulla ancora
trapela, tuttavia, in merito ad alcuni dettagli essenziali. In particolare, si
tratterà di obbligazioni che lo stato greco promette di rimborsare in euro, o
di una vera e propria forma di moneta fiscale – utilizzabile per pagamenti di
tasse, imposte, contributi ed altre forme di obbligazioni finanziarie dovute
alla pubblica amministrazione greca ?
In altri
termini, saranno patacones o saranno CCF ?
E’ un punto
chiave perché la capacità futura dello stato greco di rimborsare rilevanti
importi di obbligazioni denominate in euro è altamente dubbia.
L’accettazione
da parte dello stato a compensazione di tasse ed altri oneri ad esso dovuti è
invece un impegno di legge, che lo stato stesso è sempre in grado di onorare.
E’ quindi
plausibile che il patacones greco (se venisse introdotto in quella forma)
varrebbe poco o nulla e che la sua introduzione non risolverebbe i problemi
attuali dell’economia greca (come, ai tempi, non risolse quelli causati all'Argentina dal cambio fisso con il dollaro). I CCF, se ben strutturati, avrebbero
al contrario un’efficacia molto più elevata.
Altro tema: come
reagiranno UE e BCE ? adotteranno provvedimenti “rabbiosi”, quali
l’interruzione della fornitura di liquidità (in euro) alle banche greche,
tagliando o azzerando l’Emergency Liquidity Assistance (ammesso che esista una
motivazione tecnico-legale che consenta di farlo ?). La conseguenza sarebbe la
fuoriuscita della Grecia dall’Eurozona, unita a un massiccio default, e alla
trasformazione della moneta parallela in moneta nazionale esclusiva.
O faranno buon
viso a cattivo gioco, rendendosi conto che una sistema di monete parallele ben
concepito è proprio la strada per avviare, finalmente, la ripresa dell’economia
greca, per sgombrare il campo dai timori di una Grexit deflagrante, e anche per
migliorare le possibilità di recupero dei crediti di BCE, FMI e stati
dell’Eurozona ?
La razionalità tecnico-economica farebbe propendere
nettamente per la seconda ipotesi. Ma in realtà si tratta di una decisione
squisitamente politica. Non faccio previsioni. Mi sento comunque di affermare
che, in entrambi gli scenari, i greci hanno molto da guadagnare e pressoché
nulla da perdere.
Temo che l'Europa non accetterà una doppia moneta o i CCF in quanto il timore sarebbe di un contagio ad altri paesi. La Germania sta' facendo una politica attenta a non dare alla Grecia possibilità di ripresa per timore che gli altri Piigs possano seguire la stessa strada. Se perde il controllo sul progetto Euro la Germania esce per prima. Motivo in più per spingere per l'introduzione dei CCF
RispondiEliminaPuò darsi che quanto descritto nell'articolo conduca proprio lì, appunto...
EliminaOttime considerazioni Andrea Bruschi difatti tempo fà proposi questa soluzione a tutti i problemi,conflitti e teorie monetarie.
RispondiEliminaLa soluzione l'ho denominata "La giusta via di mezzo"in questione monetaria parte da lì,.dalla sovranità monetaria che è la sovranità politica di ogni nazione.
http://www.azione-civile.net/lo-stato-smetta-di-emettere-titoli-di-stato-e-si-finanzi-emettendo-moneta/