martedì 7 aprile 2015

Grecia: salvare la faccia ai falchi tedeschi ?


In questi ultimi giorni, ho avuto la sensazione che un numero apprezzabile di commentatori internazionali stiano cambiando la loro valutazione riguardo agli esiti della crisi greca. Se molti articoli continuano a dare per probabile o per certo che prevalga l’oltranzismo tedesco, si leggono più frequentemente di alcune settimane fa previsioni ottimistiche in merito alla possibilità che il braccio di ferro Grecia – Germania si concluda con il successo di Syriza.

Ovviamente non è certo che questo ottimismo si riveli ben riposto, ma è corretto sottolineare che si fonda su alcune basi plausibili. La rottura dell’Eurozona a seguito dell’uscita della Grecia rischia non solo di innescare conseguenze disastrose per il futuro dell’unione monetaria europea e della UE, ma addirittura di spostare importanti equilibri geopolitici. Il timore, naturalmente, è che la Grecia sviluppi importanti relazioni economiche con Russia e Cina, diventandone una testa di ponte in Europa e nel Mediterraneo.

Un’evoluzione di questo tipo sarebbe estremamente preoccupante per gli USA, che non hanno ancora messo sul tavolo il loro peso politico, non in termini espliciti ed evidenti quantomeno, per portare l’asse Bruxelles – Berlino ad assumere una posizione ragionevole. Appare probabile, tuttavia, che stiano facendo pressione dietro le quinte.

Apparentemente Angela Merkel sta utilizzando il suo abituale stile negoziale, che alcuni attribuiscono a sopraffine abilità tattiche e altri a un carattere perennemente irresoluto: lasciare tutto in sospeso fino all’ultimo momento, e poi accettare il minimissimo indispensabile per evitare la rottura.

Stavolta però la situazione è differente. Le opzioni accettabili per il governo Syriza non includono di proseguire con le modalità del periodo 2012–2014 – una rata di debito viene pagata con un nuovo debito, nessuna risorsa significativa viene destinata alla ripresa dell’economia, la crisi occupazionale e umanitaria viene trascinata senza soluzione, il debito continua ad accumularsi senza nessuna prospettiva che possa mai diventare sostenibile.

Le opzioni accettabili includono quanto è necessario per avviare una reale inversione di tendenza. De minimis, qualcosa di analogo alle proposte formulate da Varoufakis fin dal gennaio scorso. Proposte che si caratterizzavano per la loro notevole, probabilmente addirittura eccessiva, moderazione e ragionevolezza.

Un punto non secondario è presentare le cose in modo da salvare la faccia, soprattutto nei confronti del loro elettorato, ai falchi tedeschi. Persone, da Schaeuble in giù, della cui buona fede non ho elementi per dubitare, ma il cui fanatismo ignorante impedisce di risolvere la disastrosa situazione delle Grecia e dell’Eurozona.

Un progetto di Moneta Fiscale parallela sarebbe l’ideale anche da questo punto di vista. La ripresa dell’economia greca verrebbe attivata da un programma di emissione di CCF nazionali, lasciando anche spazio per un significativo processo di rientro dell’indebitamento. Basterebbe che la BCE non assumesse atteggiamenti ostili nei confronti del programma per suscitare un’attitudine favorevole nei mercati finanziari, che garantirebbe un ottimo livello di accettazione dei CCF e darebbe supporto al loro valore ai fini della convertibilità in euro.

I falchi tedeschi potrebbero cavarsela, ai fini della loro immagine interna, sottolineando che gli impegni di pagamento del debito sono rimasti e che non si è sostenuta la Grecia con nuovi prestiti (di riscossione altamente dubbia). Entrambe cose vere, in questo scenario.

Certo, sarebbe difficile, una volta che la Grecia si incamminasse per questa strada, evitare che altri paesi dell’Eurozona la imitino, introducendo le loro Monete Fiscali nazionali. Ma è appunto quanto occorre per far uscire l’Eurozona dall’orribile vicolo cieco in cui si è infilata.

10 commenti:

  1. Bel post e spero si vada verso una sensata uscita sistemica

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  2. Sono convinto che se la Grecia fa il "passo" è adotta una moneta parallela....gli altri Stati seguirebbero a rotta...e finalmente salta questo equilibrio distruttivo imposto dalla Germania/UE...e niente potrà più fermare il nuovo assetto....

    Shardan

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    1. io a dire il vero ...sulla buona fede di Shauble e company...ho qualche dubbio....dipende da cosa si intende per buona fede.

      Shardan

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    2. Diciamo che è quella che Engels chiamava "falsa coscienza". O per citare Milton Friedman, "la buona fede è una qualità molto sopravvalutata". Altrimenti detto: in buona fede, molti tendono a convincersi di ciò che torna loro comodo credere...

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  3. scusa Marco ma 'sto feed rss del tuo blog lo riesci a trovare così inseriisco il blog (http://www.monetazione.it/notizie.html) ?
    un altra cosa, mi è sfuggito il tuo pezzo del 14 marzo, ma forse lo avevi scritto anche prima in cui dici che i BTP a valenza fiscale pagano il 4% ad es invece del 2% dei BTP regolari, ma lo pagano in "moneta fiscale" cioè in CCF
    Cioà sembra che ad esempio ci paghi 1,000 euro di tasse, ma mentre lo tieni ti paga un interesse di 40 euro l'anno (4%), ma in CCF e non in euro ?
    Se è così, si complica molto tutto.
    All'inizio i CCF erano qualcosa che si accetta per pagare le tasse e i BTP fiscali o Mosler bonds qualcosa che si accetta per pagare le tasse
    Ora i CCF sono anche una forma di spesa pubblica e i BTP fiscali pagano interesse in CCF. Diventa tutto più complicato e già è difficile spiegare il concetto di non pagare le tasse con gli euro.

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    1. Il feed rss non so proprio come si fa a trovarlo, anzi non so neanche cos'è ! se mi metti in contatto, anche per email, con qualcuno che ci capisce mi faccio dare indicazioni e te lo fornisco.
      Quanto ai BTP fiscali la maggiorazione del 2% sugli interessi (pagabili però in moneta fiscale e non in euro) è una proposta per dare un supporto di valore ai titoli esistenti al momento dell'introduzione dei CCF, e rendere meno probabili speculazioni al ribasso. L'idea era di dare al titolare un'opzione di conversione a quelle condizioni, non un obbligo.

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  4. interessante questo lungo articolo sulla Grecia:



    http://vocidallestero.it/2015/04/09/evans-pritchard-il-maltrattamento-della-grecia-da-parte-della-ue-e-un-regalo-alla-russia-di-putin/

    di cui estrapolo queste frasi:

    “Il punto cruciale è che le passività Target2 non sono coperte da alcun collaterale. I greci potrebbero semplicemente chiudere la Banca della Grecia un venerdì mattina, e creare una nuova banca centrale pronta per il lunedì mattina successivo. Non c’è corte di giustizia in Europa che possa costringere al pagamento una Banca della Grecia che non c’è più. Questa è la loro migliore possibilità di proteggere il popolo greco, ma non sarebbe molto carino verso la BCE”, ha detto.

    e questa:

    Putin sarà certamente soddisfatto per aver ottenuto così tanto con così poco. Un quarto di secolo fa guardava con orrore l’Unione Sovietica avviarsi all’autodistruzione. Questa volta ha la soddisfazione di vedere i suoi nemici, molto più ricchi, farsi a pezzi da soli per il vil denaro.

    dico: certo che sti qua della Troika UE...sembrano degli avvoltoi /usurai della peggior specie: strozzinaggio osceno senza criterio....

    Shardan

    ps-- ma quando è che ..avviene sto scollamento del sistema UE??...a volte se ne vedono segnali...pero questi continuano ...come se fossero sicuri di poter tirare la corda in eterno....

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    1. Non so nemmeno se si sentano sicuri di qualcosa. La situazione è instabile, ma prevedere il punto di rottura è difficilissimo, o meglio estremamente aleatorio.

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  5. I greci potrebbero semplicemente chiudere la Banca della Grecia un venerdì mattina, e creare una nuova banca centrale pronta per il lunedì mattina successivo. Non c’è corte di giustizia in Europa che possa costringere al pagamento una Banca della Grecia che non c’è più

    CITAZIONE mio precedente post
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    oibò....questo non lo sapevo....ma veramente è possibile fare una cosa del genere? mi sembra un po strano....

    Shardan

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    1. Sul piano legale non saprei. Sul piano sostanziale, è una forma di default. Se lo fai non ti mandano un esercito a riscuotere i crediti. Ci si siede a ragionare, ex post facto...

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