La Moneta Fiscale non è indebitamento finanziario alla luce di trattati UE e regolamenti
Eurostat, e non concorre alla formazione di deficit e debito pubblico. In questo
blog se n’è ampiamente parlato, ad esempio qui e qui.
I temi contabili
e legali sono, naturalmente, di notevole rilievo. Tuttavia, sul piano politico
e sostanziale, è ancora più significativo riflettere sulle motivazioni per cui
le regole dell’Eurosistema puntano al contenimento dell’indebitamento pubblico
dei vari stati.
Il motivo
principale è costituito dai rischi di turbolenze e di instabilità dei mercati
finanziari, prodotti dalla possibile insolvenza di uno o più stati membri
dell’Eurozona. E il rischio di insolvenza esiste in quanto i debiti pubblici
sono denominati in una moneta – l’euro – che nessuno stato emette, in quanto la
funzione di emissione è riservata alla Banca Centrale Europea (istituto indipendente
da tutti gli stati).
Dato questo
presupposto, l’aggregato che va contenuto entro parametri predefiniti è il
debito che gli stati potrebbero non essere in grado di rimborsare. La Moneta
Fiscale non è soggetta a impegni di rimborso e non presenta quindi rischi
d’insolvenza, né in teoria né in pratica.
L'altro tema da mettere in evidenza è che contenere
l’indebitamento mediante politiche che comprimono il reddito nazionale al di
sotto delle sue potenzialità è una manovra destinata all’insuccesso. Per citare Keynes, “il ministro delle finanze non fa che inseguire la sua stessa
coda”. Mentre gli effetti in termini di disoccupazione, impoverimento della
popolazione, degrado del sistema produttivo sono pesantissimi - e inaccettabili
anche perché privi di qualunque giustificazione economica.
Il progetto
Moneta Fiscale consente di rilanciare PIL e occupazione, mantenendo nello
stesso tempo in equilibrio, anno dopo anno, flussi in euro in entrata e flussi
in euro in uscita. Il debito da
rimborsare, il debito vero, non
cresce e il suo rapporto al PIL cala costantemente. Invece di “inseguire la
propria stessa coda”, si rilancia l’economia, si stabilizza il livello assoluto
di debito da rimborsare in euro, e si riduce il rapporto debito / PIL grazie
alla crescita del denominatore – che è la via sensata per conseguire questo
risultato.
Solo raggiungendo
questi obiettivi è possibile creare un sistema monetario e un meccanismo di governance economica sostenibile e
affidabile nel tempo, senza passare per la deflagrazione dell’Eurozona.
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