Quotidianamente,
si leggono ipotesi e commenti in merito a una possibile riforma
dell’Eurosistema, impostata sulla base di una proposta condivisa tra Germania e
Francia – e nell’ipotesi che gli altri 17 paesi che si sono vincolati
all’utilizzo della moneta unica europea si adeguino.
Ma la situazione è
alquanto diversa. L’unica proposta comune (per quanto ufficiosa) che ha
ricevuto una certa pubblicità mediatica negli ultimi tempi è quella elaborata
da 14 economisti franco-tedeschi. Le probabilità che risolva le attuali
disfunzioni del sistema monetario europeo sono pari esattamente a zero, per le ragioni spiegate qui.
Ritengo che un
accordo non sia possibile per la semplice ragione che manca una diagnosi
condivisa dei problemi e quindi anche delle soluzioni. I francesi richiedono
che l’Eurozona si doti di una capacità di bilancio adeguata a sostenere la
domanda delle economie in difficoltà. I tedeschi rifiutano, nella sostanza, di
prendere in considerazione questa ipotesi.
Per motivi
esclusivamente tattici, i tedeschi hanno evitato di opporre un no secco alle ipotesi
formulate da Macron. Ma il diniego è stato comunicato da un gruppo di paesi
“nordico-baltici” (alcuni dei quali appartenenti alla UE e non all’Eurozona, ma
evidentemente timorosi di essere comunque chiamati a erogare contributi).
Nei fatti, i Paesi
Bassi hanno agito da capofila di questo gruppo, e la mia netta sensazione è che
la mossa sia stata concordata con la Germania.
In ogni caso, è
totalmente inutile attendersi una soluzione sensata e condivisa. Dal punto di
vista dei singoli paesi e in particolare dell’Italia, non c’è (di fatto) alcuna
via di uscita che non passi tramite un’azione unilaterale.
La via di gran
lunga più semplice ed efficiente è emettere Moneta Fiscale per rilanciare la
domanda, nonché la competitività delle imprese, e bloccare nello stesso tempo la
crescita del debito da rimborsare in euro.
I paesi euronordici
hanno una preoccupazione, in sé legittima: arrestare l’incremento del debito
(altrui) di cui rischiano di doversi far carico. La Moneta Fiscale ottiene
questo risultato. E nello stesso tempo inverte il ciclo di stagnazione
depressiva che attanaglia da anni il Sud Europa.
Nessuno scatenerà
una crisi per bloccare un’azione di questo tipo, nessuno se lo può permettere e
nessuno ne ha l’interesse.
Serve solo una
cosa: volontà politica nei singoli paesi. E in particolare, per quanto ci
riguarda, in Italia.
Giovanni Albin: "Nessuno scatenerà una crisi per bloccare un’azione di questo tipo, nessuno se lo può permettere e nessuno ne ha l’interesse." Non sottovalutare l'idiozia dei burocrati di Bruxelles...
RispondiEliminaNon la sottovaluto, ma qualcuno avrà gli interessi e i mezzi per fermarli prima che facciano esplodere il sistema...
Elimina