Quanto sono
comici, quelli che criticano il progetto CCF senza averlo letto. E sono
veramente tanti, ve lo assicuro.
Qualche giorno
fa ne intercetto uno su twitter che se ne esce con “perché mai dovrei accettare
una quasi-moneta in sostituzione di una valuta di riserva ?”
Credo che non
abbia letto la proposta. Almeno, lo spero per lui. Perché se l’ha letta e non
ha capito che i CCF nascono per immettere nell’economia potere d’acquisto
supplementare (non sostitutivo), per
incrementare i redditi netti, ridurre il carico fiscale, effettuare investimenti,
rafforzare la spesa sociale – se ha letto e non ha capito, c’è da preoccuparsi
(per lui, appunto).
Quanto al “perché
dovrei accettare i CCF al posto degli euro”, immaginatevi questa situazione.
Siete
disoccupati. Vi propongono un posto di lavoro. Però pagato in qualcosa che non
sono euro – che so, fiorini ungheresi, azioni Apple, barili di petrolio.
Che cosa fate ?
vi chiedete “beh vediamo questi fiorini, queste azioni, questi barili a quanti
euro equivalgono, in valore ?”
Oppure dite
NOOOO ! non sono valute di riserva ! se non pagano in euro e solo in euro, non
mi interessa !!!
A occhio e
croce, la maggioranza assoluta – forse l’80% - delle critiche al progetto CCF
sono di questo livello.
Forse è un buon
segno.
Ad ogni modo,
gli stessi critici che dubitano (sulla base delle “argomentazioni” sopra
esposte) del progetto CCF affermano anche che “ci sono altri modi per risolvere
le disfunzioni dell’euro”.
Ma certo che ci
sono. Fare le stesse cose immettendo nell’economia reale non CCF, bensì euro.
Domanda: l’Italia
può emettere euro ?
E può emettere
CCF ?
Alle due
domande, la risposta è NO per una, e SI’ per l’altra.
Non avrete certo
problemi a individuare il corretto abbinamento.
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